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Stabilità da 36 miliardi, 18 mld di tasse in meno. La manovra voce per voce

 

Renzi lima gli ultimi dettagli alla Stabilità (dal profilo Instagram di @nomfup)

Dall'evasione il governo si aspetta di raccogliere 3,8 miliardi, cui si somma un miliardo dal diverso trattamento delle slot machine. Capitolo rendite: tassazione meno favorevole per Fondazioni bancarie e fondi pensione. Spuntano 800 mln per le partite Iva. Per il Tfr aliquota marginale sconveniente

 

di RAFFAELE RICCIARDI

 

MILANO - Sarà di ben 36 miliardi la Legge di Stabilità 2015 preparata dall'esecutivo di Matteo Renzi con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e approvata dal Consiglio dei Ministri. Un importo ancor superiore rispetto alle ultime indicazioni, che parlavano di una trentina di miliardi e vedevano già doppiati gli importi inizialmente preventivati.

 

Ecco in sintesi le principali caratteristiche della Finanziaria approvata dal Consiglio dei Ministri.

36 miliardi. E' l'ammontare complessivo della manovra, valido sia sul fronte delle coperture che degli impegni di spesa. In pratica, per ogni euro destinato a un determinato programma si deve prevedere la sua provenienza. Quanto ai conti pubblici, il Pil del 2015 è visto in crescita dello 0,6% e per Padoan "potranno esserci miglioramenti inattesi alla crescita" con lo svilupparsi delle riforme.

Coperture (entrate).

Deficit aggiuntivo 11 mld. In primo luogo, il governo ha messo nero su bianco che il rapporto tra deficit e Pil sarà del 2,9%: così facendo ha conquistato 0,7 punti di spazio finanziario in più rispetto al 2,2% inizialmente indicato. In soldoni, si tratta di circa 11 miliardi di euro che si potranno andare a raccogliere sui mercati, generando deficit aggiuntivo ma non intaccando il parametro del 3% voluto dall'Europa.

Spending review 15 mld. L'ammontare complessivo dei tagli è previsto in 15 miliardi, torna cioè ai livelli inizialmente indicati dal Commissario uscente, Carlo Cottarelli. Nel dettaglio, oltre ai tagli già disposti con il decreto che ha istituito il "bonus Irpef", che valgono 2,5 miliardi, i nuovi risparmi aggiuntivi saranno così suddivisi: 6,1 miliardi dallo Stato, 4 miliardi dalle Regioni (rispetto alle previsioni del 2015, che prevedevano un aumento di 2 miliardi sulla Finanziaria del 2014, quindi con un taglio netto di 2 miliardi), 1,2 miliardi dai Comuni, 1 dalle Province. Tra i ministeri, la quota maggiore di risparmi è attesa da Lavoro e Istruzione.

Recupero evasione 3,8 mld. Il premier ha definito questa voce "una cifra prudenziale di questa grande battaglia che si fa attraverso l'incrocio delle banche dati. Spero e cedo che ci sia qualcosa in più". A cambiare dovrebbe essere la 'filosofia' dei controlli: "Non controlliamo chi esce dal negozio, ma facciamo incroci", spiega Renzi. Previsto l'incentivo all'auto-correzione da parte del contribuente, si dovrebbero ampliare i termini per il ravvedimento operoso e semplificare gli adempimenti per il pagamento dell'Iva.

Banda L 0,6 mld.

Slot machine 1 mld. Il maggior gettito erariale dovrebbe derivare dalla diminuzione del payout, cioè quella quota di vincite che è riservata al giocatore.

Rendite finanziarie 3,6 mld. Come accade per il conteggio della Spending, anche in questa voce persa per 2,4 miliardi quanto già stabilito con il decreto del bonus Irpef: 2,4 miliardi vengono stabilizzati dall'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%. Per i restanti 1,2 miliardi, le fonti verranno da una tassazione "meno favorevole" per le Fondazioni bancarie e dall'innalzamento di quella dei fondi pensione, che saliranno dunque dall'11,5% probabilmente al 20%. Le indiscrezioni parlano anche di un innalzamento dal 20 al 26% della tassazione delle rendite delle Casse previdenziali. In questa voce rientrano anche 900 milioni dall'introduzione del 'reverse charge', cioè il pagamento dell'Iva non più al fornitore ma direttamente allo Stato per alcune tipologie di operazioni.

Riprogrammazione 1 mld.

Impegni (uscite).

18 miliardi. E' la cifra dalla quale sono partiti Renzi e Padoan nella conferenza stampa di presentazione: "Sono le tasse in meno rispetto alla Stabilità del 2014". Si compone di voci quali il bonus Irpef, il taglio Irap, i minori contributi per le neo assunzioni dettagliati di seguito.

Bonus 80 euro 9,5 mld. Il Bonus Irpef da 80 euro viene stabilizzato con uno stanziamento di 9,5 miliardi.

Taglio Irap componente lavoro 5 mld. La misura accolta con grande entusiasmo da Confindustria è stata annunciata trionfalmente da Renzi: "La componente lavoro dell'Irap viene cancellata per sempre". Per le imprese la riduzione fiscale complessiva è da 6,5 miliardi: dal 2015 potranno dedurre per intero il costo del lavoro dalla base imponibile che serve per calcolare l'Imposta. Secondo i calcoli della vigilia, ciò significherebbe (nelle grandi aziende che impiegano molti lavoratori e hanno un business "labour intensive") andare a risparmiare il 65% dell'imposta. Per le piccole il vantaggio scenderebbe (sotto il 10% di risparmio), ma sarebbe comunque un sollievo importante: l'impatto sul Pil sarebbe di 0,1 punti percentuali subito e poi di 0,4 punti a regime. Le stime su una pmi è di un beneficio medio di 80 euro annui.

Sgravi per assunzioni indeterminate 1,9 mld. Servono a sostenere gli incentivi per le nuove assunzioni con contratti a tempo indeterminato: per tre anni, a partire dal 2015, saranno cancellati i relativi contributi. Secondo i calcoli diffusi prima dell'ufficializzazione delle stime, uniti al taglio dell'Irap potrebbero portare benefici fino a 10mila euro l'anno per chi assumesse nuovi lavoratori da circa 22mila euro di reddito, ma le bozze parlano di un limite di 6.200 euro al taglio dei contributi.

Sgravi partite Iva 0,8 mld. "Anzichè spendere centinaia di euro di commercialista o decine di euro per altre spese ci sarà un regime forfettario: una riduzione di 800 milioni di euro per 900.000 partite Iva sotto i 15.000 euro". La misura sarà destinata ai giovani sotto 35 anni al primo impiego.

Aiuto famiglie 0,5 mld. Servriranno per sostenere le famiglie con figli fino al terzo anno di età. Per i nuclei numerosi dovrebbe essere in rampa di lancio anche l'esenzione dei ticket, con la riforma che sarà pronta entro fine anno.

Ricerca e sviluppo 0,3 mld. Dovrebbero essere trasferiti attraverso il credito d'imposta sugli investimenti in ricerca e sviluppo.

Eliminazione tasse (clausole di salvaguardia) 3 mld. Soldi necessari a coprire gli aumenti di tassazione che sarebbero scattati in assenza di adeguate corpeture e tagli alla spesa.

Ammortizzatori sociali 1,5 mld. Risorse per sostenere i nuovi ammortizzatori sociali previsti dal Jobs Act, cioè l'avvio del nuovo sussidio universale.

Scuola 0,5 mld. Renzi ha precisato che la misura di 500 milioni fa riferimento all'impatto sull'indebitamento netto, mentre l'impegno finanziario è di 1 miliardo per la stabilizzazione di 149mila persone.

Spazio di patto di Stabilità per i Comuni 1 mld. La Manovra prevede 1 miliardo di spazi finanziari nell'ambito del Patto di Stabilità per i Comuni: "In soldoni i comuni avranno il 70% di spazio in più. Mi piacerebbe essere un sindaco con questa legge", ha detto il premier.

Giustizia 0,25 mld. I costi legati ai tribunali e al loro ammodernamento diventano di competenza statale.

Stanziamenti per Roma e Milano (Metro ed Expo) 0,15 mld. Coprono gli extracosti legati agli eventi e ai capitoli di spesa principali delle maggiori città italiane.

Garanzia per Tfr 0,1 mld. E' il costo contabilizzato dallo Stato per fornire la garanzia alle banche necessaria per l'anticipo del Tfr in busta paga. Consiste nella possibilità per i lavoratori di ricevere il Trattamento di fine rapporto anticipato mensilmente in busta paga, operazione che dovrebbe partire a metà del 2015. Le banche svolgeranno un ruolo di "tesoreria" mettendo la liquidità necessaria per le imprese che non ne dispongono. Gli istituti hanno messo alcuni paletti: volontarietà dell'adesione, garanzia dello Stato e assenza di ulteriori aggravi per le imprese, i lavoratori o le banche. Il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, si è detto "soddisfatto". Servirà una convenzione tra l'Associazione e il Tesoro per definire i dettagli. In pratica, le banche finanzieranno l'azienda per pagare i dipendenti che chiederanno il Tfr anticipato, con la garanzia dello Stato. Con i dovuti accorgimenti tecnici, la garanzia data dal fondo Inps dedicato al pagamento del Tfr per quelle imprese che non vi riescono sarà estesa anche agli istituti. Così questi ultimi non avranno aggravi patrimoniali e saranno remunerati in linea con i parametri previsti con il Tfr 'lasciato' in azienda (1,5% fisso più lo 0,75% del tasso di inflazione). Resta il nodo della tassazione per i lavoratori: l'anticipo sarà tassato con l'aliquota marginale Irpef, quindi sarà sconveniente rispetto all'11% agevolato attuale.

Cofinanziamento fondi Ue 1,2 mld. E' la cifra stanziata dal governo per co-finanziare i Fondi strutturali europei per lo sviluppo e la convergenza: ogni Paese membro deve compartecipare agli stanziamenti di Bruxelles per poterli ricevere.

Riserva per Ue 3,4 mld. Un cuscinetto nei confronti delle possibili critiche di Bruxelles, che non apprezza il rinvio al 2017 del pareggio strutturale di bilancio. Nella Manovra, la correzione di questo punto è solo dello 0,1% del Pil, sotto le richieste. Padoan spiega così questa posta: "Fa parte di una prospettiva pluriennale" e serve a creare una riserva che potrebbe essere usata "in vari modi, tra questi anche il consolidamento" del rientro dall'indebitamento. "Non c'è una ragione specifica, è una politica di finanza sana di medio termine".

Spese e impegni di governi precedenti 6,9 mld.

Contro le aspettative, slitta l'introduzione della "local tax", cioè l'unificazione delle tasse sulla casa afferibili ai Comuni. Probabile che se ne riparli in sede di discussione sulla delega fiscale. A latere, sono stati stanziati 50 milioni per l'emergenza ebola e con un'ordinanza del Mef verranno eliminati i carichi fiscali per le città colpite da alluvioni, Genova in primis. Dall'elenco presentato da Renzi e Padoan non risultano neppure indicazioni in merito all'attesa conferma dei bonus per le ristrutturazioni edilizie e gli interventi di efficientamento energetico, che pure erano state anticipate dal governo: secondo le bozze e le intenzioni, comunque, dovrebbero essere confermate le detrazioni rispettivamente al 50 e 65%.

 

(La Repubblica)