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Bankitalia sta con Renzi: sul deficit "scelte motivate"

 

Il bollettino di via Nazionale: Pil tricolore ancora in calo nel terzo trimestre. Incertezza sugli investimenti delle aziende, timida ripresa dei consumi delle famiglie. Sulla ripresa c'è lo spauracchio della deflazione

 

Bankitalia sta con Renzi: sul deficit "scelte motivate"MILANO - La Banca d'Italia spezza una lancia in favore delle scelte effettuate dal premier, Matteo Renzi, e dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sull'allentamento del percorso di adesione agli obiettivi di bilancio dati dalla Ue, in favore di misure per la crescita. Una via imboccata con il Def dello scorso settembre e con la Legge di Stabilità approvata a metà ottobre, sulla quale proprio oggi sono arrivate le richieste di chiarimento della Commissione Ue.

Nel Bollettino di Bankitalia appena diffuso si legge infatti: "Alla fine di settembre il Governo ha aggiornato le previsioni di finanza pubblica di aprile alla luce del peggioramento del quadro macroeconomico. Viene confermato l'impegno a mantenere il disavanzo entro il 3 per cento del prodotto, ma sia il percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine sia quello di riduzione del debito subiscono un rallentamento. Rispetto alle previsioni a legislazione vigente, l'indebitamento netto del 2015 viene accresciuto di 0,7 punti percentuali del prodotto, al 2,9 per cento". Quindi il sostegno all'esecutivo: "Data l'eccezionale durata e profondità della recessione, le scelte del Governo appaiono motivate. Un più graduale processo di riequilibrio può aiutare a evitare una spirale recessiva della domanda; si giustifica se i margini di manovra che ne derivano saranno utilizzati efficacemente per rilanciare la crescita dell'economia e innalzare il potenziale di sviluppo nel medio e lungo termine. Il disegno di legge di stabilità specifica le misure volte a conseguire gli obiettivi di bilancio, prevedendo tra l'altro sgravi fiscali sul costo del lavoro e la conferma in via permanente del credito d'imposta a favore dei lavoratori dipendenti a reddito medio-basso".

Facendo il punto sulla situazione economica, gli economisti di via Nazionale prendono atto del fatto che "nell'area euro la ripresa ha perso slancio" e "l'inflazione ha raggiunto livelli eccezionalmente bassi", come sempre oggi ha ricordato anche S&P's. Su tutto, si aggiunge anche la volatilità dei mercati che ha determinato il recente calo dei corsi azionari e un nuovo ampliamento dello spread tra Btp e Bund. In questo contesto, l'Italia non sta bene: "Dopo una sostanziale stabilizzazione nella seconda parte del 2013, l'economia italiana è tornata a indebolirsi. Nella prima metà di quest'anno il Pil ha risentito del protrarsi della caduta degli investimenti e, in misura minore, dell'effetto dell'andamento sfavorevole del commercio internazionale sulle nostre esportazioni". Piccolo segnale di incoraggiamento dal miglioramento "dei consumi delle famiglie, che hanno registrato un modesto rialzo", cui fa da contraltare ancora l'incertezza sul riavvio degli investimenti delle aziende. In ogni caso, "secondo le nostre valutazioni nel terzo trimestre il Pil avrebbe segnato una nuova, lieve flessione".

Sul fronte del lavoro Bankitalia vede "segnali di stabilizzazione", mentre resta lo spauracchio della deflazione: "Rimane elevato il rischio che un periodo prolungato di bassa inflazione, se non di calo dei prezzi, metta a repentaglio l’ancoraggio delle aspettative; ne scaturirebbero effetti sfavorevoli sul livello dei tassi di interesse reali e sull’andamento del debito in rapporto al Pil". La posizione debitoria dell'Italia sul sistema dei pagameneti Target2 mostra che sono affluiti capitali in Italia, ma per l'accesso al credito ancora non si fanno passi avanti. "Vi sono segnali di miglioramento delle condizioni del credito, ma non sono generalizzati", si legge nel Bollettino. Il costo dei prestiti è diminuito, rispondendo alla riduzione dei tassi ufficiali; si sono stabilizzate le erogazioni di mutui alle famiglie, mentre continua la flessione del credito alle imprese. Secondo i sondaggi le difficoltà di accesso al credito bancario si attenuerebbero, ma restano elevate per le imprese di minore dimensione".

 

(La Repubblica)