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Le Borse Ue chiudono in rialzo con Wall Street. Indici Pmi oltre attese

 

I mercati europei accelerano in vista degli stress test della Bce e in scia a New York. Gli indicatori di Markit mostrano un rimbalzo dell'economia dell'Eurozona. L'economia cinese rallenta, ma batte le attese. La Fed si prepara ad azzerare gli stimoli monetari, mentre la Bce potrebbe avviare l'acquisto di corporate bond all'inizio del 2015. Il petrolio è vicino ai minimi da due anni. Domani Fitch rivede il rating italiano

 

di GIULIANO BALESTRERI

 

MILANO - Le Borse chiudono in rialzo una giornata volatile, condizionata dal nervosimo degli ultimi mesi. A Wall Street, al rally di mercoledì ha fatto seguito un'altra seduta in rosso che ha zavorrato Tokyo e non convince i mercati del Vecchio continente, che nonostante la ripresa inattesa degli indici Pmi dell'Eurozona avanzano incerte in attesa degli stress test sulle banche da parte della Bce.

Tra i Paesi che condividono la moneta unica, l'indice Pmi flash sale oltre le attese. L'indicatore complessivo, calcolato da Markit, avanza a 52,2 punti a ottobre dai 52 punti di settembre, ben oltre la soglia dei 50 punti che separa le fasi di espansione da quelle di contrazione dell'economia e sopra gli attesi 51,7 punti. L'indice flash manifatturiero dell'area euro avanza da 50,3 a 50,7 punti, oltre i previsti 49,9 punti e quello dei servizi resta fermo a 52,4 punti, più degli attesi 52 punti. La scomposizione geografica degli indici Pmi mostra una crescita in Germania a 54,3 punti a ottobre, dai 54,1 punti di settembre, con la ripresa del comparto manifatturiero e il calo dei servizi da 57,7 a 54,8 punti. In Francia, l'indice Pmi flash complessivo arretra da 48,4 a 48 punti, quello manifatturiero scende da 48,8 a 47,3 punti e quello dei servizi cala 48,4 a 48,1 punti. Sempre l'economia transalpina registra un andamento piatto per la fiducia delle imprese. Migliora, invece la fiducia dei consumatori a -11,1.

Il dato europeo segue a stretto giro quello sull'economica cinese, che rallenta ma batte le attese: oggi l'indice Pmi manifatturiero calcolato da Hsbc/Markit cresce a 50,4 punti dai 50,2 punti di settembre. Tuttavia l'indice degli ordini frena e quello della produzione scende a 50,7, a segnalare che l'indebolimento della crescita prosegue.

Giornata densa di appuntamenti anche negli Stati Uniti: le richieste di sussidi per la disoccupazione salgono di 17mila unità a quota 283mila, poco sopra le attese, mentre l'indice dell'attività nazionale della Fed di Chicago passa in terreno positivo a 0,47 punti. Si prosegue poi con il superindice dell'economia in rialzo dello 0,8% contro attese per +0,7%. Avanti anche la stagione delle trimestrali: Caterpillar registra utili per 1,1 miliardi, poi tocca ad Amazon e Microsoft.

Insomma dopo la corsa iniziata nel 2013, i mercati hanno iniziato - prima dell'estate - una lunga correzione dalla quale faticano a rialzare la testa. In questo senso preoccupa anche la fine degli stimoli monetaria da parte della Fed all'economia americana che verrà sancito dalla prossimo riunione del Fomc il 28 e 29 ottobre. Non è escluso, però, che alla stretta monetaria americana segue un ulteriore allentamento da parte della Bce: dopo aver avviato l'acquisto di Abs e covered bond, Francoforte potrebbe decidere, a dicembre, di acquistare corporate bond. Soprattutto se venissero confermate le indiscrezioni secondo cui dagli stress test usciranno bocciate undici banche.

L'esito dei test bancari che oggi saranno consegnati dalla Bce, ma verranno resi noti solo domenica, mette sotto pressione i titoli del comparto condizionando soprattutto Piazza Affari che attende anche - domani - il giudizio di Fitch (l'agenda della settimana). In Italia si guarda anche all'attività politica: il governo è pronto chiedere la fiducia alla Camera anche sullo Sblocca Italia, mentre continua, in commissione Lavoro, l'esame del Jobs act.

In questo contesto a Milano Piazza Affari è volatile e chiude in rialzo dello 0,88% con Wall Street e in scia ai dati americani: mentre chiudono i mercati europei il Dow Jones sale dell'1,5% come l'S&P 500, mentre il Nasdaq avanza dell'1,7%. Gli altri mercati accelerano in chiusura: Londra dopo una seduta in altalena recupera lo 0,29%, Francoforte sale dell'1,19% e Parigi dell01,25%. Tra i singoli titoli milanesi si guarda a Luxottica, che ieri ha completato la squadra di vertice chiamando Adil Mehboob-Khan per il dopo-Cavatorta. Migliora il comparto bancario dopo un avvio pesante, mentre lo spread è in calo quota 161 punti con i Btp che rendono il 2,5%. L'euro chiude stabile a 1,2648 dollari. Gli investitori restano in attesa dei risultati degli stress test sulle banche europee, che verranno pubblicati domenica. Lo yen, che - in quanto bene difensivo - si era apprezzato notevolmente in coincidenza con l'ondata di ribassi della settimana scorsa, scende invece a quota 108,13 sul dollaro, minimo da circa due settimane, e 136,73 sull'euro. In mattinata Tokyo ha ceduto lo 0,37% in scia alla debolezza della vigilia di New York.

Sul fronte delle materie prime, l'oro è in rialzo sui mercati asiatici in concomitanza con l'avvio della stagione delle feste e dei matrimoni in India, il secondo maggiore mercato mondiale dopo la Cina, in cui si realizzano un quinto delle vendite annuali. L'oro con consegna immediata sale dello 0,2% a 1243 dollari l'oncia. Il petrolio torna sui minimi degli ultimi due anni, vicino alla soglia degli 80 euro, in seguito all'aumento delle scorte mentre l'Opec valuta il taglio della produzione per arrestare la caduta dei prezzi. Il greggio Wti con consegna a dicembre scende di 5 centesimi a 80,47 dollari al barile. In calo anche il Brent (-15 centesimi a 84,7 dollari).

 

(La Repubblica)