News
Nel Centro Italia: case vendute più 8%, mutui più 11% sul 2013
- Dettagli
- Pubblicato Giovedì, 20 Novembre 2014 23:23
di Vincenzo Malatesta
Sul mercato immobiliare torna il segno positivo dopo due anni. Durante il primo trimestre del 2014, infatti, i trasferimenti di abitazioni in Italia fanno registrare una variazione tendenziale dell’1,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il dato individuato fu meno 10,3 per cento sul 2012. Intanto i mutui ipotecari mostrano una crescita del 5 per cento, laddove fra gennaio e marzo del 2013 indicavano un meno 6,3 per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente. La fotografia è dell’Istat, con i suoi calcoli effettuati in base agli atti rogati dai notai: a trainare nel Paese la ripresa del mattone sono le regioni del Centro, con un incremento degli scambi immobiliari e dei mutui pari, rispettivamente, all’8,1 e all’11,6 per cento rispetto all’inizio dell’anno scorso.
Dati Istat relativi al primo trimestre 2014
Lo studio dell’Istat non riguarda soltanto il comparto delle abitazioni, ma considera anche i locali a uso commerciale, industriale, artigianale, per ufficio e rurale: nell’intero settore immobiliare la variazione tendenziale rilevata fra gennaio e marzo scorsi è di 1,3 per cento rispetto al 2013, mentre segnava un meno 10,3 per cento nel primo trimestre 2013 sullo stesso periodo del 2012. Tra gennaio e marzo scorsi risultano 140.716 convenzioni notarili stipulate per trasferimenti di proprietà: il 93,1 per cento riguarda abitazioni e pertinenze (131.072), il 6,3 per cento locali commerciali (8.860) e lo 0,6 per cento unità immobiliari a uso speciale e multiproprietà (784). Segnali di recupero nel Nord-Est del Paese (3,6 per cento), variazioni ancora negative al Sud (meno 2,9 per cento), nelle Isole (2,7) e nel Nord Ovest (0,7). Fra le regioni resta il primato sui numeri assoluti va alla Lombardia con 27.594 compravendite, contro le 16.165 del Lazio, delle quali 15.490 riguardano abitazioni. Bene anche gli scambi dei cespiti a uso economico, che mostrano un più 1,6 per cento contro il meno 10,1 per cento registrato fra gennaio e marzo 2013. E dagli archivi notarili arriva la conferma che sono soprattutto le città metropolitane a beneficiare della ripresa delle compravendite (più 4,3 per cento).
Trasferimenti immobiliari, gli effetti del Dl 104/14
La crescita rilevata nel settore, spiega lo studio, è merito della riforma della tassazione sui trasferimenti immobiliari a titolo oneroso con un alleggerimento del carico sui contribuenti: era infatti prevista soltanto dal 2014 l’entrata in vigore delle norme contenute nell’articolo 26 del decreto legge 104/14 che ha introdotto le modifiche alle imposte di registro, ipotecaria e catastale. E infatti «molti acquirenti - riferisce l’istituto nazionale di statistica - per beneficiare di una disciplina più vantaggiosa, hanno rinviato l’atto di trasferimento della proprietà immobiliare al 2014, con il duplice effetto di contrarre l’andamento delle transazioni nel corso dell’ultimo trimestre del 2013 e accentuare la crescita registrata nella prima parte dell’anno in corso».
Più di 63mila atti rogati
Veniamo agli atti rogati dai notai per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con la costituzione di ipoteca sugli immobili stipulati con banche e altri intermediari finanziari: l’Istat ne conta 63.084 nel primo trimestre 2014, con una crescita dal 5 per cento sullo stesso periodo dell’anno scorso, quando la variazione era pari a meno 6,3 per cento rispetto a gennaio-marzo 2012. Anche sui prestiti per comprare case e altri locali sono i grandi centri a mostrare l’incremento maggiore, pari al 7,4 per cento: nel Lazio ammontano a 7.207. Le variazioni sono positive in tutte le aree del Paese, con valori sopra la media nazionale al Centro (più 11,6 per cento) e nel Nord-Est (5,1).
Costo di costruzione
Chiudiamo con l’indice del costo di costruzione di fabbricati residenziali: ad agosto il valore è aumentato dello 0,2 per cento rispetto al mese precedente e dello 0,1 rispetto ad agosto dell’anno scorso. Alla crescita tendenziale contribuisce in modo determinante l’aumento del gruppo di costo della mano d’opera (più 0,5 per cento), contenuto dalla diminuzione dei prezzi dei materiali (meno 0,4). Era da dicembre 2013 che il dato non era positivo.
(Il Messaggero)