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Fisco, Orlandi: no a un tetto per le fatture false, sì per le dichiarazioni infedeli

 

La numero uno dell'Agenzia delle Entrate, a margine di una sua audizione in Senato, ha sostenuto come possibile la non punibilità delle dichiarazioni infedeli fino a 200mila euro, mentre ha escluso che ciò possa avvenire per le fatture false: si ipotizzava la soglia di mille euro

 

MILANO - Lady Fisco sottoscrive l'ipotesi di depenalizzare la dichiarazione infedele per importi anche superiori ai 50mila euro, la soglia attuale. Chiude invece la porta in faccia a chi vuole che le false fatture inferiori ai mille euro non siano punibili.

"Sarebbe paradossale se venisse fissata una soglia per le frodi mediante fatture false sotto la quale scatta la non punibilità come reato", ha detto Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle Entrate, risponde ad alcune domande sul decreto legislativo sull'abuso di diritto. Era circolata un'ipotesi di non punibilità per fatture false fino a mille euro. Per quanto riguarda invece l'infedele dichiarazione, "credo - ha detto al termine di una audizione in Senato - ci debba essere un innalzamento della soglia attuale di 50mila euro" perché scatti il penale "perché è irrealistica rispetto ai fatti" anche se la fissazione del limite "spetterà al legislatore". In questo caso sui media si era ipotizzato un nuovo tetto di 200mila euro.

Nel caso delle frodi, ha argomentato la Orlandi, "sarebbe come se un furto di una borsetta fosse diverso rispetto a quello nel caveau di una banca: la condotta è la stessa anche se poi magari - ci possono essere delle esimenti" legate agli importi.

Quanto invece alla infedele dichiarazione il direttore dell'Agenzia delle Entrate ritiene che "un quadro più realistico può rendere più efficace l'azione" in considerazione del fatto che un numero elevato di denunce per limiti molto bassi potrebbe portare il rischio di far scattare la prescrizione. Per la Orlandi la definizione della bozza del decreto è "a buon punto" e il testo definitivo arriverà in "tempi ragionevoli".

Lady Fisco non ha invece fornito le stime relative al rientro di capitali con la voluntary disclosure. "Gli importi non mi spingo mai a stimarli, ma c'è un interesse fortissimo, che capiamo dalle richieste di interlocuzione, di informazioni che ci arrivano" per cui "si stima un numero alto, molto alto di procedure", ha dichiarato la Orlandi, sottolineando che l'allungamento dei tempi di approvazione della proposta di legge "comporta di fatto una decadenza di un anno, forse due a seconda della lettura, degli importi accertabili". Nel suo intervento, la Orlandi ha ricordato il ruolo "particolarmente delicato" dell'Agenzia nell'attuazione della procedura di collaborazione volontaria. Ed ha sottolineato che "effettuerà tutti gli sforzi necessari per accrescere la propria efficacia ed essere, in tal modo, di reale sostegno alla futura 'compliance' dei contribuenti interessati dalla procedura". L'obiettivo delle norme, ha aggiunto, è quello del "ripristino della legalità fiscale" e "l'Agenzia delle Entrate è pronta ad impegnarsi per realizzare questo ambizioso obiettivo". Questa procedura è "un'importante occasione per inaugurare un nuovo percorso di dialogo con i contribuenti" e, ha rimarcato, potrà "risultare pienamente 'vincente' solo se, da una parte, contribuirà a realizzare una volontaria resipiscenza dei comportamenti di sottrazione dei redditi all'imposizione" e "se, dall'altra, contribuirà efficacemente a stimolare la compliance con riguardo ai futuri adempimenti fiscali dei contribuenti".

 

(La Repubblica)