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Squinzi: serve un serio piano industriale per la ricerca e credito d’imposta

 

27 gennaio 2015Commenti (1)



Un «serio piano industriale» che affronti innanzitutto il nodo della ricerca e dell’innovazione. A chiederlo al Governo è il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenuto stamane al convegno di Quattroruote a Milano. Per Squinzi, «favorire gli investimenti privati in ricerca e innovazione è la chiave strategica per recuperare competitività, creare nuovo lavoro ad alta qualificazione e attivare un circuito virtuoso fra sistema pubblico di ricerca e imprese».

Un credito d’imposta strutturale per gli investimenti

L’associazione degli industriali, ha ricordato il presidente, aveva già posto il tema durante il confronto con l’Esecutivo sulla legge di stabilità ma «la soluzione adottata - ha precisato - anche per ragioni che comprendiamo non ci soddisfa e torneremo presto a sollevare il tema. La nostra richiesta era di ripristinare e rendere strutturale un credito di imposta per gli investimenti in ricerca e innovazione realizzati dalle imprese». Perché «favorire gli investimenti privati in ricerca e innovazione è la chiave strategica per recuperare competitività, creare nuovo lavoro ad alta qualificazione e attivare un circuito virtuoso tra sistema pubblico di ricerca e imprese».

Occorre rilancio del settore dell’auto

Non solo ricerca. Per Squinzi «è urgente anche un piano industriale per il rilancio del settore dell’auto, che superi gli strumenti di stimolo della domanda utilizzati negli anni scorsi». «Se viene a mancare una solida base produttiva di autovetture in Italia - ha avvertito - anche l’indotto è destinato a ridimensionarsi. Così come diventa a rischio la permanenza nel mercato italiano delle multinazionali estere, che attualmente impiegano circa 65.000 addetti».

Ai sindacati: garantire rispetto degli accordi

Squinzi ha inoltre chiesto ai sindacati «di affrontare in modo chiaro la questione dell’esigibilità degli accordi e delle regole, per garantirne il rispetto». «Noi e i sindacati - ha spiegato - spesso rivendichiamo piena autonomia, il diritto di darci delle regole, e per questo motivo guardiamo con sfavore ogni tentativo del legislatore di scrivere regole al posto nostro. Per rivendicare una piena autonomia non è però sufficiente firmare accordi, occorre anche rispettarli e farli rispettare».

Colle: il nuovo presidente abbia competenze economiche

Il numero uno di Viale dell’Astronomia non si è sottratto a un commento sulla partita apertissima per il Quirinale: «L’auspicio è che ci sia un presidente della Repubblica autorevole, con competenze politiche ed economiche e con prestigio internazionale». Fuori luogo fare altre previsioni, ha detto Squinzi. Che non ha escluso che possa essere arrivato il momento di una donna: «Se risponde a queste caratteristiche, sì».

Accelerare attuazione riforme già varate

Nel pomeriggio, alla conferenza stampa di presentazione di Made Expo, la biennale internazionale dell'edilizia e delle costruzioni che si terrà dal 18 al 21 marzo a Fiera Milano Rho, Squinzi torna sul riformismo renziano per esprimere la sua preoccupazione per «l’ingorgo dei lavori parlamentari». Il Paese, spiega, «non ripartirà se non saranno fatte le riforme annunciate». Che sono molte, bloccate soprattutto dal ritardo accumulato sui decreti attuativi, mente altri decreti attendono la conversione in legge. Il riferimento è soprattutto all’attuazione della delega fiscale «fondamentale per gli investitori stranieri che guardano al nostro Paese».



(Il Sole 24 Ore)