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Coeuré: la crescita comincia a vedersi. Bce comprerà titoli, l’inflazione salirà

 

«Germania e Bundesbank non sono state umiliare dal varo del quantitative easing»



di Danilo Taino

Dal nostro inviato



FRANCOFORTE — Benoît Cœuré, uno dei sei membri del Comitato esecutivo della Bce, in questa intervista sostiene che i due euro-eventi dei giorni scorsi — la decisione della Banca centrale europea di comprare grandi quantità di titoli degli Stati dell’eurozona e la vittoria elettorale di Syriza in Grecia — non cambiano fondamentalmente la situazione. E che la Germania non deve sentirsi isolata o all’opposizione rispetto alla politica monetaria della Bce.

Nei giorni scorsi lei ha detto che Tsipras deve «continuare a pagare».

«Ho detto che c’è una doppia responsabilità. La Grecia deve continuare a obbedire alle regole del gioco: siamo una comunità d’intenti. E l’Europa deve accettare il cambiamento democratico ad Atene, anche se avviene su politiche diverse dalle precedenti».

Niente rinegoziazione del debito di Atene, dunque. Nemmeno allungamento delle scadenze?

«Nel debito greco ci sono diverse componenti. Per quel che riguarda i titoli dello Stato comprati dalla Bce all’interno del programma di acquisto titoli lanciato nel 2010, noi non possiamo concedere nemmeno l’estensione delle scadenze: sarebbe come fare un prestito al Paese e questo è vietato dai Trattati. Per quel che riguarda i prestiti dei Paesi europei ad Atene, non sta a noi decidere».

Indifferenti?

«No, dico che qualsiasi decisione si prenda deve avere una finalità, cioè la continuazione delle riforme in Grecia. Ci saranno probabilmente riforme diverse da quelle previste, dal momento che c’è un governo nuovo. Ma dobbiamo essere coerenti: il Paese ha ancora bisogno di riforme».

Tsipras dice che la troika con la Grecia ha chiuso. E anche la Corte europea di giustizia ha messo in dubbio la legittimità della partecipazione della Bce alla troika.

«Quello per ora è un parere dell’avvocato generale, non una sentenza della Corte. È dunque presto per trarre conclusioni. Ed è anche presto per stabilire cosa succederà in Grecia su questo aspetto».

La decisione della Bce di lanciare il Qe, una settimana fa, è stata giusta e tempista?

«Giusta anche nei tempi. Nel senso che ci ha permesso di preparare l’operazione dal punto di vista tecnico. Non potevamo solo importare direttamente l’esperienza degli Stati Uniti o del Regno Unito. Abbiamo dovuto disegnare gli acquisti di titoli sulle nostre esigenze. Un processo utile anche per farla accettare al maggior numero di governatori possibile».

Ma in termini economici?

«Un buon tempismo anche in questo senso. Ci sono segnali di ritorno della crescita, il prezzo del petrolio è sceso, il tasso di cambio dell’euro pure. E ora la politica monetaria è sufficientemente espansiva. Tutte le luci sono verdi: nel 2015 la crescita potrebbe essere significativa e le nostre rilevazioni mostrano che le banche trasmettono la riduzione dei tassi alla clientela più che in passato. La politica monetaria funziona ancora meglio quando non è controvento».

Anche senza riforme?

«Qui alla Bce c’è il convincimento profondo che qualsiasi cosa noi facciamo avrà un impatto meno forte senza riforme nazionali. Gli acquisti di titoli non sono una scusa per non farle. La loro efficacia dipende da quelle. Detto questo, il programma è stato disegnato per funzionare ed è grande abbastanza per funzionare».

Anche con una condivisione dei rischi parziale, il 20%, mentre il resto rimane alle banche centrali nazionali?

«Questo è pienamente coerente con l’avere un’unica politica monetaria, perché tutte le decisioni saranno prese dal Consiglio direttivo. Inoltre, dobbiamo dire che avere limitato molto il risk-sharing riflette la filosofia del Trattato di Maastricht: una politica monetaria centralizzata con responsabilità fiscali nazionali. Abbiamo preso atto del fatto che l’eurozona non è un’unione di bilancio. C’è chi dice che noi avremmo potuto fare il primo passo verso quella direzione. Ma questa è una decisione politica che non spetta a noi».

Quando finirà il Qe?

«Compriamo da inizio marzo almeno fino al settembre 2016, 19 mesi, e fino a che non ci sarà un miglioramento sostenuto dell’inflazione di medio termine. Il finale non è una questione urgente: sarà valutato sulla base di un certo numero di indicatori, incluse le aspettative sull’inflazione».

Potrebbe finire prima del settembre 2016?

«Finirà solo quando sarà chiaro il senso di una convergenza dell’inflazione verso il 2%».

In Germania è diffusa la convinzione che la Bce abbia cambiato paradigma di politica monetaria, non più l’ortodossia della Bundesbank come era stato promesso alla nascita dell’euro.

«Il pubblico tedesco dovrebbe riconoscere che non si tratta di un diverso paradigma monetario. Dobbiamo rispettare il nostro mandato primario, che è la stabilità dei prezzi di medio termine. È una strategia che abbiamo ereditato dalla Bundesbank. Solo gli strumenti sono diversi. Nel 1992 questa situazione non era prevedibile, ma nonostante questo nel Trattato è chiaro che la Bce può fare politica monetaria attraverso l’acquisto di titoli».

Ma i tedeschi restano preoccupati.

«Sono giustamente preoccupati dei possibili effetti collaterali del Qe: la creazione di bolle sugli asset e la riduzione degli incentivi per fare le riforme nazionali e ridurre il debito. Ma la risposta non può essere chiedere alla banca centrale di interiorizzare queste conseguenze non volute. Abbiamo un mandato preciso. Servono piuttosto forti politiche prudenziali e, nella politica di bilancio, l’applicazione rigorosa del patto di Stabilità e crescita».

Ma era necessario umiliare la Bundesbank?

«Non vi è stato nulla di tutto questo. C’è stata unanimità nel Consiglio direttivo nel considerare gli acquisti di titoli un legittimo strumento di politica monetaria. Poi abbiamo discusso su quando utilizzarlo e se la situazione fosse abbastanza cattiva da decidere di usarlo. Noi cercheremo seriamente di spiegare che ciò che facciamo è nell’interesse dell’eurozona, Germania inclusa».



29 gennaio 2015 | 11:16

(Il Corriere della Sera)