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La Bce apre un’indagine sugli stipendi dei banchieri. «Prudenza sulle cedole»

 

29 gennaio 2015



La Bce ha comunicato alle banche dell'Eurozona l’avvio di un’analisi approfondita sulla remunerazione variabile dei banchieri. Nel corso di tale valutazione, l'Eurotower terrà conto della situazione patrimoniale degli enti creditizi poiché la retribuzione variabile dovrebbe essere coerente con la capacità della banca di detenere una solida base di capitale.

Si tratta di un tema caldo sul quale lo scorso ottobre era intervenuta l’Eba, l’Autorità bancaria europea, sottolineando come in diversi gruppi bancari si stessero aggirando le direttive europee predisposte per mettere un tetto ai compensi del top management.

Secondo l’Eba, trentanove gruppi bancari europei hanno usato degli «escamotage» per aggirare le regole. Il passaggio chiave è far figurare quella parte della retribuzione variabile, chiamata «role based (in relazione alla carica ricoperta), come componente della retribuzione fissa.Le direttive europee stabiliscono che la parte variabile delle stipendio possa raggiungere fino il 100% della parte fissa, o fino al 200% se ciò viene approvato dall’assemblea degli azionisti.

Nel caso del rapporto al 100%, la regola viene aggirata in questo modo: la retribuzione fissa è pari a 100 (di cui 50 da «role based») e quella variabile è pari a 100. Dunque Direttiva europea apparentemente rispettata, 100 di fisso e 100 di variabile. In realtà si tratta di una illusione ottica, ha spiegato l’Eba. Se, infatti, la componente discrezionale «role based», che vale 50, fosse correttamente classificata come variabile, allora la retribuzione fissa scenderebbe da 100 a 50, mentre quella variabile salirebbe da 100 a 150, dunque il rapporto tra fisso e variabile non sarebbe del 100%, come appare, ma bensì del 300 per cento.

La vigilanza bancaria della Bce raccomanda una politica di distribuzione dei dividendi «prudente». Le banche, si legge nella raccomandazione della vigilanza bancaria indirizzata agli istituti, «dovrebbero adottare una politica di distribuzione dei dividendi conservativa che tenga conto delle difficili condizioni economiche e finanziarie correnti». Le banche che hanno registrato una carenza patrimoniale residua a seguito della valutazione approfondita del 2014 «non dovrebbero distribuire dividendi». Le banche, rileva la vigilanza bancaria, «devono continuare a rafforzare la base patrimoniale al fine di rispettare i requisiti del 2019». «Le banche - commenta il presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, Danièle Nouy - dovrebbero adottare politiche sui dividendi incentrate su ipotesi conservative e prudenti che permettano loro, dopo ogni distribuzione, di rispettare pienamente gli attuali requisiti di capitale e di prepararsi all'osservanza di standard patrimoniali più elevati».



(Il Sole 24 Ore)