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La riforma rai

 

Gubitosi cambia la tv. I telegiornali accorpati in una doppia newsroom. Nomine trasparenti

 

Due newsroom che accorperanno le testate e due soli direttori. Risparmi a regime tra gli 80 e i 100 milioni. È questo il pilastro della riforma della Rai per la riorganizzazione dei tg, varata dal consiglio d’amministrazione. Un giro di boa che si intreccia all’opas lanciata da Mediaset su Rai Way per impossessarsi delle strategiche torri di trasmissione. «Dopo 35 anni finalmente si riesce a cambiare» afferma soddisfatto il direttore generale Luigi Gubitosi che ha mandato in porto una riforma fortemente voluta dal premier Renzi. E la cessione di Rai Way è l’altra faccia della riorganizzazione della tv pubblica. Con lo snellimento della struttura si risparmia e con la cessione di una quota di Rai Way (il 51% deve restare in mano pubblica, ha precisato Renzi) si fa cassa.

La riforma dei tg prevede due newsroom che assumeranno il nome di Rai Informazione 1 e 2: in una confluiranno i marchi e i loghi di Tg1, Tg2, Rai Parlamento; nella seconda Tg3, Rai News 24 e TGR. Questo, si sottolinea nel piano, a garanzia di identificabilità e pluralismo. Le due newsroom avranno rispettivamente un direttore e sei vicedirettori. Saranno eliminate le sovrapposizioni a cominciare dalle troupe. L’obiettivo è anche di superare la frammentazione delle varie edizioni giornaliere, di mettere in comune la digitalizzazione ed anche di rimodulare il piano logistico della palazzina A di Saxa Rubra. Per quanto attiene poi Rai Informazione 2, si vuole dare al TGR un ruolo centrale per la trasmissione di un flusso costante di notizie dalla periferia al centro e viceversa, in uno scambio costruttivo con le risorse culturali e produttive del territorio, anche attraverso una collaborazione con l'informazione televisiva locale di qualità. Novità anche per le nomine dei direttori delle testate giornalistiche che finora sono nominati dal cda. Il piano parla di procedure trasparenti con la pubblicazione sul sito dell'Azienda di un avviso pubblico rivolto sia ai dipendenti Rai, sia ai professionisti esterni. Un ruolo centrale sarà dato al web che diventa una fonte e uno strumento per la realizzazione del prodotto informativo Rai, anche interagendo con i social media.

Sull’operazione Rai Way Renzi ha replicato alle critiche chiamando in causa le regole del mercato. "Credo che dovrete abituarvi a considerare le operazioni di mercato per quelle che sono, non operazioni politiche ma di mercato. Per questo, perchè il mercato sia rispettato occorre libertà e il rispetto delle regole. Il governo ha messo delle regole su RaiWay che non intende modificare. Sono regole giuste, quelle sul 51%, la discussione è finita qui". L’Opas lanciata dalla società di Mediaset, Ei Towers che possiede le antenne delle televisioni di Cologno Monzese, riguarda invece il 100% di Rai Way e mette ul piatto 1,2 miliardi di euro.

Anche D’Alema ha rilanciato il paletto del 51% in mano pubblica come limite invalicabile. "Rai Way non può essere scalata da nessun operatore privato, deve rimanere una società in cui è prevalente il capitale pubblico, essendo una struttura strategica per il Paese. Tanto più da uno che diventerebbe un monopolista".

 

Laura Della Pasqua

(Il Tempo)