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Lavoro, è boom di nuovi posti fissi. Poletti: «Nei primi due mesi dell'anno 79 mila in più rispetto al 2014»

 

ROMA - È la scommessa decisiva che il governo deve affrontare: far percepire agli italiani che i provvedimenti adottati, accompagnati dal clima favorevole indotto dall'azione della Bce e da altri fattori esterni, stanno iniziando a produrre effetti in termini di maggiore occupazione.

Così ieri il presidente del Consiglio, entrando al ministero delle Infrastrutture del quale terrà l'interim per un po', ha voluto anticipare i dati sull'avvio di nuovi contratti a tempo indeterminato, che hanno fatto segnare una crescita «a doppia cifra» nei primi due mesi dell'anno; ovvero nel periodo in cui non erano ancora in vigore le regole del contratto a tutele crescenti, ma le aziende potevano già sfruttare la vantaggiosa decontribuzione prevista dalla legge di Stabilità (minori oneri fino ad 8 mila euro l'anno).

I numeri in questione non sono quelli curati dall'Istat, che fotografano (in base ad un'approfondita indagine campionaria) l'andamento della forza lavoro, degli occupati e dei disoccupati: la prossima rilevazione dell'istituto di statistica, relativa a febbraio, è attesa per martedì prossimo. Si tratta invece di dati di origine amministrativa, raccolti dal ministero del Lavoro attraverso il sistema delle comunicazioni obbligatorie: devono essere trasmesse tutte le informazioni sull'apertura o la cessazione di contratti di lavoro, sia a tempo indeterminato che determinato. Dunque l'avvio di nuovi rapporti lavorativi non comporta necessariamente che si tratti di occupazione aggiuntiva, perché le cifre vanno confrontate con quelle relative ai contratti che vengono meno per le diverse ragioni possibili: licenziamenti, pensionamenti e altre ancora.

 

LA FASCIA GIOVANILE

In ogni caso i numeri poi esposti più nel dettaglio dal ministro del Lavoro (non ancora resi disponibili sul sito del dicastero, che di norma diffonde rilevazioni trimestrali) sembrano indicare una tendenza confortante. «Nei primi due mesi del 2015 sono stati attivati 79 mila contratti a tempo indeterminato in più rispetto ai primi due mesi del 2014» ha spiegato Poletti, aggiungendo che nel solo mese di febbraio i contratti a tempo indeterminato sono stati il 38,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2014.

 

A gennaio 2015 c'è stato un aumento dei contratti a tempo indeterminato del 32,5% rispetto a gennaio 2014. In termini assoluti sono stati attivati 40.500 rapporti a tempo indeterminato in più rispetto al primo mese dello scorso anno. Per la fascia di età tra i 15 e i 29 anni la variazione tendenziale positiva viaggerebbe oltre il 40 per cento in entrambi i mesi. Va ricordato che il governo si attende un'ulteriore spinta all'occupazione dall'applicazione dei nuovi contratti a tutele crescenti, più appetibili per i datori di lavoro perché non comportano l'obbligo di reintegro in caso di licenziamento giudicato illegittimo dal giudice. Le norme in questione sono diventate operative dal 7 marzo, quindi gli effetti si potranno vedere in rilevazioni successive.

 

IL PARAMETRO DECISIVO

Come è stato fatto notare da diversi economisti, il parametro più importante su cui potrà essere valutata l'efficacia delle nuove misure (decontribuzione e nuovi contratti) non sarà tanto l'aumento di occupazione quanto l'effettiva trasformazione di rapporti di lavoro precari in contratti a tempo indeterminato, seppure del nuovo tipo. Obiettivo che secondo Matteo Renzi inizia ad essere raggiunto: «Stiamo dando diritti ad una generazione che non ne ha mai avuti» ha commentato il premier.

 

27 Mar 2015 08:22 - Ultimo aggiornamento: 19:26

(Il Messaggero)