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Pieno di insetti, modificato e qualità solo per un'élite: ecco il cibo di domani

 

Indagine Coop-Doxa nei paesi occidentali e nelle economie emergenti: i consumatori si aspettano nei prossimi anni una riduzione della disponibilità di alimenti, la cui buona qualità sarà disponibile solo per pochi mentre per la moltitudine sarà per lo più geneticamente modificato

 

di LUCA PAGNI

25 maggio 2015

 

MILANO - Nonostante le polemiche per una corretta informazione sulla provenienza degli alimenti attraverso le etichette e le proteste contro il Ttip, l'accordo tra Usa e Ue sul commercio che porterebbe in Europa tonnellate di prodotti agricoli americani (con regole più permissive sulle sofisticazioni alimentari), i cittadini delle economie più avanzate sono divisi tra realismo e pessimismo. A loro avviso, il futuro alimentare che ci aspetta è pieno di insetti come base dei nostri pranzi, cibi sempre più geneticamente modificati, carne sintetica e - addirittura - alimenti prodotti grazie alle stampanti 3d.

 

Ma, soprattutto, l'accesso al cibo non sarà per nulla democratico. Soltanto una minima parte degli interpellati ritiene che ci sarà "cibo manipolato ma standard per tutti". La stragrande maggioranza pensa che il cibo di qualità sarà riservato a una élite che si potrà permettere prezzi sempre più elevati, mentre la moltitudine dovrà "accontentarsi" di cibo di livello inferiore e modificato. Lo rivela un sondaggio Coop-Doxa che ha riguardato un campione di abitanti delle otto principali economie mondiali (Germania, Gran Bretagna, Russia e Italia per l'Europa, gli Stati Uniti oltre agli emergenti con Cina, India e Brasile).

 

Il sondaggio dimostra come parole d'ordine e innovazioni scientifiche siano ormai penetrate nell'immaginario collettivo alimentare. Ma anche come certe tradizioni in cucina siano dure a morire, a dimostrazione di quello che da sempre gli esperti e i sociologi dicono sul cibo: che le tradizioni alimentari sono le più difficile da cambiare. Allo stesso tempo, il sondaggio rivela anche le aspettative completamente diverse tra paesi occidentali "maturi" ed emergenti. Ad esempio, solo il 61% dei cinesi e il 43% degli indiani sono convinti che, in futuro, la disponibilità di cibo sarà maggiore rispetto ad oggi. Mentre per tutti gli altri paesi del sondaggio il dato è nettamente inferiore: brasiliani (per il 69%), italiani (56%) e tedeschi (54%) pensano che dovranno fare i conti con quantità di cibo inferiore e non solo per moviti salutisti.

 

Entrando nel dettaglio, la "manipolazione del cibo" - la preoccupazione più diffusa - riguarda soprattutto russi, tedeschi e italiani (70% degli interpellati), mentre indiani e inglesi sono i meno allarmati (52%). A ruota, troviamo i timori per le ripercussioni dell'inquinamento ambientale: in questo caso, i più preoccupati sono i cinesi (68%), seguiti dagli italiani (66%); inglesi (34%) e statunitensi (43%) sono in coda. Brasile e Usa sono le due nazioni dove i cittadini sono più preoccupati per la possibilità che il cibo di qualità diventi sempre più caro, rispettivamente per il 61 e il 57%; mentre non hanno questo timore russi (21%) e cinesi (29%). Ma nemmeno gli italiani lo sono (30%).

 

Ma che cosa "non escludono di poter mangiare" nei prossimi anni? Cinesi (62%) e tedeschi (60%) si stanno preparando a mettere in tavola piatti a base di insetti, cinesi (68%) e brasiliani (67%) carne sintetica, mentre sempre i cinesi e gli indiani si attendono alimenti prodotti con stampanti 3d. All aproduzione in laboratorio sono pronti cinesi, indiani e brasiliani. E gli italiani? Quattro su cinque si dicono disponibili per cibi "ibridi", alghe e cibi da aromatizzare, mentre meno di uno su due pensa che inserire gli insetti o la carne sintetica nella sua dieta.

 

(La Repubblica)