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Ad aprile 210mila nuovi contratti di lavoro

 

I dati del ministero del Lavoro sul primo mese intero di Jobs Act, 7mila contratti in più rispetto al 2014. Sale l'incidenza dei tempi indeterminati sul totale dei nuovi contratti: ne sono stati aperti 171mila contro i 112mila dell'aprile 2014, ma in molti casi si tratta di trasformazioni. L'apprendistato va verso l'azzeramento

 

25 maggio 2015

 

MILANO - Aprile si chiude, stando alla prima stima flash del ministero del Lavoro, con un saldo di 210mila nuovi contratti di lavoro, risultato della differenza tra le 756.926 nuove attivazioni e le 546.382 cessazioni dello stesso mese. Si tratta di un dato migliore di quello del 2014 di 7mila unità: allora i nuovi contratti erano stati 718mila, con 514mila cessazioni. Rispetto a marzo, prendendo in esame i dati preliminari anche di quel mese e dunque al netto del settore pubblico, ad aprile ha accelerato il ritmo di assunzione da parte delle imprese (si erano visti 641mila nuovi contratti, mentre le cessazioni erano state 549mila).

 

Tornando ai numeri più freschi, quelli di aprile 2015, si evidenzia che i contratti a tempo indeterminato sono 171.515; un anno prima erano stati 112 mila. Sale decisamente l'incidenza dei contratti 'stabili' (aprile è stato il primo mese intero di Jobs Act, mentre la decontribuzione dei nuovi assunti opera da inizio 2015): il 22,7% sul totale degli assunti contro il 15,7% nell'aprile del 2014. L'effetto aggiuntivo sull'occupazione resta difficile da valutare, in attesa dei dati Istat che già hanno freddato gli entusiasmi del governo in passato. Già il ministero, intanto, specifica che ad aprile le trasformazioni sono state quasi 36mila, mentre erano state meno di 20mila nello stesso mese del 2014.

 

"Per ora possiamo dire che ci sono state tante variazioni nella composizione delle assunzioni", ragiona a caldo sui dati il professor Vincenzo Galasso dell'Università Bocconi di Milano. "E' un percorso che ha un valore, visto che era in parte l'effetto al quale si puntava". Visto che nella prima parte dell'anno l'aumento delle attivazioni indeterminate era legata soprattutto allo sfruttare gli sgravi contributivi, cosa si può dire dell'effetto del primo mese di Jobs Act? "Bisognerebbe avere i dati individuali - relativi alle vicissitudini di ogni lavoratore - per rispondere con certezza", premette Galasso. "Ma la crescita delle cessazioni a tempo determinato, registrata ad aprile sul 2014, mentre a marzo erano rimaste invariate, insieme all'aumento delle trasformazioni e alla crescta dei tempi indeterminati fanno pensare che le imprese abbiano atteso le nuove norme per trasformare i contratti".

 

Resta forte la preponderanza dei contratti a tempo determinato (475.273 nell'aprile scorso), anche se la loro incidenza scende dal 66,3 al 62,8%. Si indebolisce ancor più l'apprendistato, che ormai pesa per poco più del 2% dei nuovi contratti.

 

Sempre in aprile, aggiunge la nota, "il numero di cessazioni di rapporti di lavoro è pari a 546.382. Di queste, 122.979 fanno riferimento a contratti a tempo indeterminato, 328.148 a tempo determinato, 13.636 sono relative a contratti di apprendistato, 36.619 a collaborazioni e 45mila a forme di lavoro classificate nella voce 'altro'" .

 

(La Repubblica)