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Piano Grecia, Tsipras chiede un referendum il 5 luglio. Ma l'Eurogruppo: "No a proroga aiuti"

 

Il premier ellenico va in tv e annuncia di essere stato costretto alla consultazione perché "ci hanno chiesto pesi insopportabili". Nel Paese scatta la corsa a bancomat - 700 milioni di euro ritirati un un giorno - supermercati e pompe di benzina per i timori di tracollo delle banche. Il governo chiede l'appoggio di tutto il Parlamento, ma l'opposizione è critica

 

27 giugno 2015

 

ATENE - La svolta drammatica nella crisi greca arriva a ridosso della mezzanotte scorsa. Alexis Tsipras annuncia che "il popolo sarà chiamato" domenica 5 luglio a votare il referendum sulla proposta dei creditori: un voto carico di incognite. Il premier ellenico, con un discorso quasi drammatico alla televisione, spiega di non aver avuto scelta davanti a offerte che sono in realtà ricatti e ultimatum contrari ai valori europei, per cui il governo è "obbligato a rispondere sentendo la volontà dei cittadini". Parole che hanno scatenato il panico fra i cittadini, che si sono precipitati in massa ai bancomat a prelevare contanti.

 

"Ci hanno chiesto di accettare pesi insopportabili - dice Tsipras ai greci - che avrebbero aggravato la situazione del mercato del lavoro e aumentato le tasse". Ma una delle condizioni sulle quali Tsipras aveva probabilmente puntato, già a metà pomeriggio non si è realizzata: l'Eurogruppo, in un riunione rapida e preceduta da dichiarazioni durissime, ha rifiutato di prorogare il programma di aiuti di sei giorni. Fino, appunto, al 5 luglio, data in cui Tsipras vorrebbe far svolgere il referendum.

Grecia, Tsipras: "Ci chiedono pesi insopportabili"

 

Come detto, il discorso del premier greco ha generato una corsa all'accaparramento di contanti. Un crescente numero di greci si è precipitato a ritirare soldi ai bancomat, nel timore che a breve la situazione possa precipitare. Nella sola giornata di oggi dalle banche della Grecia sono stati ritirati fondi per 700 milioni di euro, a quanto si apprende da Bruxelles. Solitamente invece, in un normale fine settimana vengono prelevati circa 30 milioni di euro. Le banche greche continuano ad avere accesso ad un meccanismo di liquidità di emergenza della Bce, chiamato "Ela" e gestito dalla banca centrale nazionale. Tuttavia se martedì, come è ormai altamente probabile, Atene non dovesse risarcire una maxi rata da 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, la Bce potrebbe decidere di chiudere questo canale. E a quel punto i contanti finirebbero praticamente all'istante.

Grecia, corsa ai bancomat: le code sono iniziate nella notte

 

Lunghe code anche davanti ai supermercati, con i cittadini impegnati a fare scorte di beni di prima necessità, preparandosi al peggio. La polizia intanto ha aumentato i cordoni di sicurezza intorno ai bancomat. Non si sarebbe finora registrato alcun disordine.

 

Per Tsipras l'obiettivo di alcuni dei partner europei è proprio l'umiliazione dell'intero popolo greco. Addirittura c'è chi ipotizza una manovra internazionale per far cadere il premier. Durissimo poi il ministro dello Sviluppo, Panayiotis Lafazanis, che ha chiesto alla nazione di votare contro il piano internazionale voluto dai creditori. Stessa posizione espressa anche dal portavoce di Syriza in Parlamento. Un altro dei protagonisti di questi drammatici mesi di trattativa, il ministro dell'Economia, Yanis Varoufakis, interviene invece con un tweet sul filo dell'ironia: "Buffo quanto suoni radicale il concetto che sia il popolo a decidere".

 

In Parlamento, intanto, è iniziato il dibattito che porterà al voto per il via libera al referendum. Il ministro dell'Interno, Nikos Voutsis, ha fatto appello a tutte le forse politiche perché votino all'unanimità: "Così il nostro paese sarà più forte agli occhi della comunità internazionale".

 

L'EMERGENZA FINANZIARIA. Il vicepremier, George Katrougkalos, ha assicurato che il governo greco "non chiuderà le banche lunedì e non saranno introdotti controlli sui capitali. I contanti ci saranno". E ha annunciato: "Il collega Yannis Dragasakis ed il capo negoziatore Euclid Tsakalotos vedranno oggi il presidente della Bce, Mario Draghi". Tsakalotos, a sua volta, ha aggiunto che il premier ha parlato con Draghi e che il presidente della Bce avrebbe mostrato comprensione per la scelta del referendum. Per ore, all'annuncio di Tsipras, non sono seguite reazioni da parte del Brussels group e gli effetti del discorso del premier si sono visti soprattutto nel paese: nella notte è scattata ovunque la corsa ai bancomat. Molti economisti sono convinti che il governo dovrà mettere un tetto ai prelievi. Non sono bastate, dunque, le rassicurazioni del governo. Tsipras ha annunciato che chiederà un'estensione di pochi giorni del programma di salvataggio dell'ex troika (Bce-Ue-Fmi), che scade il 30 giugno, per poter arrivare senza problemi a tenere il referendum del 5 luglio. Ma anche su questa eventualità prevale lo scetticismo.

 

L'OPPOSIZIONE. Nonostante l'appello del ministro dell'interno, tutta l'opposizione greca critica aspramente Tsipras per la scelta di ricorrere al referendum sostenendo che questa mossa porterà il Paese fuori dall'Europa. Il Pasok chiede le dimissioni del premier. I centristi di Potami rimproverano a Tsipras di non aver combattuto la sua battaglia nel cuore delle istituzioni europee. Per i conservatori di Nea Dimokratia il premier è un irresponsabile che ha portato la Grecia al totale isolamento nell'Unione.

 

(La Repubblica)