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Grecia, Tsipras chiede taglio 30% debito: «Fmi è con noi»

 

Il Consiglio di Stato greco ha respinto il ricorso presentato contro il referendum voluto da Atene.

Il voto dunque si terrà domenica come programmato.​

 

Due cittadini avevano chiesto l'annullamento della consultazione, sulla base del fatto che era stato convocato con una sola settimana di anticipo. I ricorrenti affermavano inoltre che il quesito è in conflitto con la Costituzione.

 

Intanto arrivano notizie di scontri tra manifestanti e la polizia. Un gruppo di circa 300 persone con il volto coperto dai passamontagna ha cercato di forzare un cordone di poliziotti posto all'inizio di via Ermou, che si immette nella centralissima piazza Syntagma dove sta per cominciare una manifestazione a favore dei «sì» al referendum. La polizia ha bloccato gli aggressori esplodendo candelotti lacrimogeni.

 

La polizia di Atene ha effettuato un fermo tra gli antagonisti che poco fa hanno cercato di entrare in piazza Syntagma ingaggiando scontri con la polizia. La tv privata Skai ha mostrato le immagini di quattro agenti in tenuta antisommossa che portavano via un uomo tenendolo ognuno per ciascuno dei quattro arti. Tutto calmo invece nel campo del «sì», davanti all'ingresso dell'antico stadio ateniese dove, secondo la polizia, gli antagonisti erano diretti.

 

Lo stadio Kallimarmaro (o Panathinaiko), che ospitò le prime olimpiadi moderne, nel centro di Atene è affollatissimo da migliaia di sostenitori del «sì» al referendum in programma domenica in Grecia. Sul palco è stato montato un immenso 'Nai' (Sì), stessa parola che compare su centinaia di bandierine rosse che sventolano insieme a tantissime bandiere greche.

 

Se voteranno no la posizione greca sarà drammaticamente indebolita», così il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Parole che cozzano con quelle pronunciate ieri dal premier greco Alexis Tsipras che in un'intervista ad Antenna 1 ha detto: «Il giorno dopo il referendum sarò a Bruxelles e un accordo sarà firmato», assicurando che la firma di un'intesa arriverà entro 48 ore dal voto.

 

Oggi, inoltre, Tsipras si è rivolto al popolo greco sottolineando che «il voto di domenica non decide la permanenza o meno della Grecia nell'euro». Intanto si fa sempre più difficile prevedere l'esito della consultazione voluta dal capo di Syriza. I sondaggi suggeriscono un testa a testa.

 

«La vittoria del No significherà più forza al tavolo dei negoziati», ha detto Tsipras, invitando i greci a «dire No agli ultimatum, ai ricatti e alla campagna di paura». Ha poi aggiunto che «con qualsiasi risultato, nulla ci dividerà lunedì». L'unico modo per rendere sostenibile il debito greco è un taglio del 30% e un periodo di grazia di vent'anni, ha aggiunto, sottolineando che «il rapporto del Fmi giustifica la nostra scelta di non accettare un accordo che ignora il tema fondamentale del debito».

 

Parlando all'emittente Ant1, Tsipras ha spiegato che con la vittoria del 'no' ci sarà una «soluzione sostenibile» per la Grecia. «Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il 'no', migliore sarà l'accordo», ha detto. In caso contrario, se vincesse il 'sì' il premier greco ha spiegato che avvierà «le procedure previste dalla Costituzione» per fare in modo che la proposta delle istituzioni (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) diventi legge.

 

In questo scenario, Tsipras ha detto che non metterà la sua «poltrona» al di sopra gli «interessi della nazione», suggerendo che potrebbe dimettersi se vincerà il sì al referendum sulla proposta dei creditori alla Grecia. Il premier greco stasera sarà a piazza Syntagma, dove si tiene una grande manifestazione del fronte per il No. Lancerà l'ultimo appello ai connazionali perché respingano l'accordo con i creditori. Il raduno inizierà alle 19:30 (le 18:30 in Italia) mentre i sostenitori del Sì radunati nel movimento Menoume Evropi (restiamo in Europa) si sono dati appuntamento a poca distanza, nello stadio Kallimarmaro (o Panathinaiko), che ospitò le prime olimpiadi moderne.

 

«Un accordo è in vista» anche con la vittoria del No al referendum ed «è più o meno fatto», dice, secondo Bloomberg, il ministro delle finanze greche Yanis Varoufakis alla radio irlandese secondo cui «la Grecia resterà nell'euro». Secondo Varoufakis il voto non porterà a un accordo che includerà «la ristrutturazione del debito». «Se vince il sì - ha aggiunto - allora il governo greco semplicemente metterà la sua firma in calce al documento proposto in precedenza dai creditori» mentre se vince il No allora si avrà «un accordo, compresa una ristrutturazione del debito». Per il ministro delle finanze infatti nel corso di questa settimana di impasse «abbiamo ricevuto alcune buone proposte» da alcuni governi europei « e un accordo è più o meno fatto».

 

Ma il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble smorza le aspettative di Atene sulle possibilità di ottenere rapidamente delle risorse di sostegno: «Potrebbe volerci del tempo», ha detto alla Bild secondo un'anticipazione, spiegando che il quadro della situazione è cambiato. «Nelle ultime settimane - ha aggiunto- la situazione in Grecia è drammaticamente peggiorata».

 

Il mancato pagamento della Grecia della rata del Fmi è un «evento di default» notificato al fondo salva-Stati europeo Efsf, ma il suo board dei governatori ha deciso di aspettare e «non richiedere» ad Atene il «pagamento immediato dei prestiti concessi nè di usare il suo diritto ad agire», cioè di non usare alcuna delle opzioni a disposizione. «Il fondo Efsf è il più grande creditore della Grecia, questo default è causa di profonda preoccupazione. Rompe l'impegno greco ad onorare i suoi obblighi finanziari verso tutti i suoi creditori e apre la porta a severe conseguenze per l'economia e il popolo greci», afferma il direttore del EFSF, Klaus Regling.

 

03 Lug 2015 08:06 - Ultimo aggiornamento: 19:35

(Il Messaggero)