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Regalo alle banche nel decreto fallimenti

 

Gli istituti potranno rivalersi sui beni che i debitori hanno ceduto gratuitamente

 

Fallimenti, ma perché tanta fretta? Il governo, martedì notte, ha posto la fiducia sul Dl fallimenti e oggi ci sarà la votazione in Aula mentre il voto finale è fissato per domani. «Siamo - sottolinea a Il Tempo Alfonso Bonafede, deputato del M5S - all’ennesimo e indecente regalo alle banche che fanno Renzi e il suo Governo. Le banche, infatti, potranno portare in deduzione tutte le sofferenze e le scoperture, senza dover dimostrare nulla, mentre ai cittadini comuni è richiesta la dimostrazione della inesigibilità. Questo in termini fiscali vuol dire un enorme favore alle banche, non trovo altro termine. C’è poi un altro aspetto, in apparenza contro i furbetti, che a me andrebbe pure bene purché ci fosse un giudice a decidere. Invece no».

Il secondo aspetto che cita Bonafede riguarda l'unico intervento sul codice civile, con l’introduzione dell'articolo 2929-bis, relativo all’espropriazione di beni oggetto di vincoli di indisponibilità o di alienazioni a titolo gratuito. Cosa cambierà? A spiegarlo è un documento, assai critico verso la riforma del Governo Renzi, dell’Associazione Nazionale Forense. «Prima - si legge - la costituzione di un fondo patrimoniale, le donazioni, i trust costituivano negozi giuridici veri e validi, con piena efficacia tra le parti. Certo, se i negozi erano simulati o realizzati in frode ai creditori, i terzi creditori danneggiati erano ammessi a provare la volontà fraudolenta del loro debitore di sottrarre la sua garanzia patrimoniale alla successiva pretesa del creditore. (..) Ora il creditore, per il solo fatto che ritenga di essere pregiudicato da una donazione, da un fondo patrimoniale, da un trust, da un vincolo, può iniziare l’esecuzione forzata senza alcun permesso del Giudice: una presunzione per cui gli atti in questione si considerano stipulati in frode al creditore. La norma limita grandemente la difesa del debitore e del terzo che ha ricevuto il bene, perché essi non sono più chiamati a difendere le proprie ragioni in una causa ordinaria (...) ma possono esclusivamente proporre opposizione all’esecuzione. (...) La norma contiene in sè la concreta possibilità che l’esproprio di un immobile prima che vi sia una sentenza dichiarativa di inefficacia dell’atto e le discrasie che essa presenta possano portare ad autoalimentare il contenzioso (..) in attesa del solito intervento della Cassazione».

Per il M5S Bonafede «un altro piacere alle banche»: «Se una banca - dice - deve avere 1.000 euro da un Tizio che, sei mesi prima, ha donato alla figlia la casa, ora la banca potrà procedere con esecuzione forzata verso la casa della figlia, senza bisogno di aspettare un giudice e perché la norma è retroattiva di un anno. Ah, dimenticavo: per non farsi mancare nulla, dentro al Dl fallimenti c’han messo pure il salva-Ilva».

 

Massimiliano Lenzi

(Il Tempo)