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Borse europee contrastate: l'industria tedesca arranca. Giù Piazza Affari

 

In Germania la produzione industriale cala inaspettatamente dell'1,2% ad agosto. Il Fmi accende un faro sulla crescita. Gli investitori aspettano segnali dalla Fed. Stabile lo spread. L'euro è a quota 1,12 contro il dollaro. In ripresa oro e petrolio. In rosso Piazza Affari



di GIULIANO BALESTRERI



07 ottobre 2015



MILANO - Le Borse europee consolidano i rialzi delle ultime sedute confortante anche da Wall Street che attende il via della stagione delle trimestrali: quando in Europa i mercati chiudono, il Dow Jones che sale dello 0,1% come l'S&P, mentre il Nasdaq arretra dello 0,1%. Gli investitori guardano a Lima dove in contemporanea si svolgono le assemblee del Fmi e della Banca Mondiale e si riunisce il G20: ministri e banchieri sono preoccupati per il rallentamento della crescita e invitano le economie avanzate a mantenere politiche monetarie accomodanti, soprattutto dopo che gli economisti di Washington hanno tagliato le stime sulla crescita globale per il 2015 e il 2016 e i dati sulla produzione industriale tedesca scesa dell'1,2% ad agosto (+2,3% sull'anno) con un calo più consistente delle attese (-0,1%). Male anche la Spagna che registra un -1,4%, ma a preoccupare è soprattutto la locomotiva del Vecchio continente. Numeri che fanno il paio con il crollo degli ordini, sempre in Germania.

Milano stona e chiude in rosso dello 0,79%, ma d'altra parte è la Borsa cresciuta di più da inizio anno. Nel resto del Vecchio continente Londra chiude invariata (-0,01%) come Parigi (-0,06%), mentre Francoforte avanza dello 0,46% trainata dal rimbalzo di Volkswagen. Lo spread è stabile a quota 110 punti base, mentre i Btp rendono l'1,7%. Chiusura in lieve calo per l'euro ma sempre sopra quota 1,12 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,1235 dollari e cede anche nei confronti della valuta nipponica a 134,77 yen. Dollaro/yen a 119,95. Stando ai future sui Fed funds, utilizzati dagli investitori e dai trader per fare scommesse sulle politiche della Banca centrale americana, le probabilità di una stretta alla riunione del 27 e 28 ottobre sono scese al 6% dal 24% di un mese fa. Per la riunione del 15 e 16 dicembre, le chance sono passate al 32% dal 38% nello stesso arco temporale.

In mattinata la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo, nonostante la Boj abbia lasciato invariata la sua politica di stimoli all'economia. L'indice Nikkei è salito dello 0,75% a 18.322,98 punti. La Banca del Giappone non ha quindi modificato il suo massiccio piano di stimoli di 80 mila miliardi di yen l'anno, malgrado i segnali di stagnazione provenienti dall'economia. Crescono i timori sulla capacità del governo Abe di raggiungere l'obiettivo di un'inflazione al 2%. La Boj segnala che l'economia "continua a a riprendersi con moderazione, malgrado l'export e la produzione risentano del rallentamento sui mercati emergenti". L'inflazione "è attualmente intorno a quota zero, a causa del calo dei prezzi dell'energia".

Sul fronte delle materie prime, il petrolio è in rialzo a 49,36 dollari per il barile Wti dopo il 5,25% guadagnato alla chiusura di Wall Street ieri. Acquisti anche sull'oro che sale a 1.148,49 dollari sui massimi della settimana dopo avere segnato alla vigilia un valore intraday oltre 1.150 dollari. Il metallo giallo sta recuperando terreno dopo i minimi segnati a luglio.



(La Repubblica)