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Confcommercio: "L'illegalità ha fatto perdere 263mila posti di lavoro"

 

Secondo l'associazione, i fenomeni di abusivismo, contraffazione e taccheggio sono costati 27,1 miliardi nel solo 2015 e hanno azzoppato gli affari di negozi, alberghi e commercianti. Un'impresa su tre dichiara peggiorati i livelli di sicurezza. Mattarella: "Inquina l'economia"

 

25 novembre 2015

 

Confcommercio: "L'illegalità ha fatto perdere 263mila posti di lavoro"MILANO - L'illegalità è costata alle aziende italiane del commercio, e degli alberghi e dei pubblici esercizi in termini di perdite di perdite di fatturato, abusivismo, contraffazione e taccheggio 27,1 miliardi e ha fatto perdere nel 2015 circa 263mila posti di lavoro regolari. Questa la stima fatta da un'indagine di Confcommercio in occasione della giornata della Legalità. La sola perdita in termini di fatturato è stimata in 21,3 miliardi. La criminalità ha fatto spendere alle aziende per ferimenti, assicurazioni e spese difensive 5,7 miliardi. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto far arrivare il suo messaggio: "L'illegalità inquina l'economia ma anche la qualità stessa della democrazia. Per questo occorre che tutti i cittadini e l'intera società si impegnino per sconfiggerla".

 

Un'impresa su tre dichiara per altro un peggioramento dei propri livelli di sicurezza rispetto allo scorso anno. Un dato che si accentua nelle Regioni meridionali (38%) e in alcuni settori specifici come benzinai e ambulanti (40%). Il risultato emerge sempre dall'indagine condotta da Confcommercio, Gfk, Censis sulla illegalità e presentata in occasione della giornata sulla legalità. In crescita i furti (per il 57% delle imprese) e i crimini ad alta visibilità come abusivismo, contraffazione e le rapine (50% degli intervistati).

 

Un imprenditore su dieci - si legge nella ricerca - ha ricevuto minacce o intimidazioni con finalità estorsiva, in aumento di due punti percentuali rispetto al 2014. Per il 90% degli imprenditori, poi, le leggi che contrastano i fenomeni criminali sono inefficaci e la quasi totalità delle imprese (94%) è favorevole all'inasprimento delle pene e l'85% ritiene che non si scontino realmente le pene per i reati commessi.

 

(La Repubblica)