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Debito, competitività, lavoro: l'Italia ancora nel mirino della Commissione Ue

 

Bruxelles presenta il rapporto sugli squilibri macroeconomici e tiene il Belpaese sotto osservazione. Nella stessa situazione si trovano altri 17 Stati membri, che saranno tutti soggetti a un'analisi approfondita

 

26 novembre 2015

 

MILANO - Gli squilibri macroeconomici dell'Italia restano "eccessivi" e la Commissione Ue proseguirà il monitoraggio dei "rischi" identificati: il debito "molto elevato", una produttività inadeguata e scarsa competitività. E' quanto si legge nel nuovo rapporto sugli squilibri prodotto da Bruxelles, dove l'Italia compare nel nutrito gruppo di Paesi più a rischio. "L'Italia è a rischio di non conformità con le regole del patto di stabilità e per questo ci siamo dati appuntamento in primavera per esaminare se e in quale ampiezza potrà beneficiare delle clausole di flessibilità per investimenti, riforme e spese per i profughi", ha detto il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, ribadendo la posizione sulla Finanziaria tricolore.

 

Nel rapporto sugli squilibri, Bruxelles scrive che l'analisi dei dati economici "evidenzia il nodo della bassa crescita della produttività che frena le prospettive di crescita e il miglioramento della competitività e che rende più difficile la riduzione del debito pubblico". "Pertanto - conclude l'analisi - la Commissione ritiene utile esaminare ulteriormente la persistenza di rischi macroeconomici e monitorare i progressi nell'eliminazione degli squilibri eccessivi". L'anno prossimo, dunque, l'Italia continuerà a essere sotto esame per verificare la persistenza o meno di squilibri macroeconomici eccessivi.

 

Il rapporto sul meccanismo di allerta sui rischi macroeconomici, pubblicato oggi, costituisce il punto di partenza del 'semestre' europeo di supervisione delle politiche economiche. La Commissione quindi stenderà un'analisi approfondita ('in depth review') a febbraio 2016 per l'Italia e altri 17 Paesi Ue che presentano squilibri. Tra essi c'è anche la Germania che continua ad essere sotto osservazione per il surplus troppo elevato. "A febbraio 2015 la Commissione ha concluso che l'Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedevano azioni decise e un monitoraggio specifico, in particolare sul debito molto alto e la debolezza della competitività. Nella classifica aggiornata sono diversi gli indicatori che oltrepassano le soglie indicative, in particolare perdita di quote di export, debito, disoccupazione e aumento di quella giovanile", scrive Bruxelles nel nuovo rapporto.

 

"Il calo della produttività e la bassa inflazione trattengono la riconquista della competitività" e il debito "è salito nel 2014, guidato da crescita e inflazione basse, e deficit". Inoltre, "la debolezza economica si riflette anche nel declino del rapporto investimenti/Pil, parzialmente guidati da un'ulteriore contrazione del credito nel 2014". Le condizioni del credito infatti, "nonostante alcuni miglioramenti da metà 2014, continuano a risentire della grande quantità di crediti deteriorati". Infine, la disoccupazione ha avuto il suo picco nel 2014, ma resta elevata assieme a quella giovanile e quella di lungo termine. Anche gli indicatori sociali e sulla povertà sono stabili, ma "a livelli preoccupanti". Per questo la Commissione "trova utile, anche prendendo in considerazione l'identificazione degli squilibri eccessivi a febbraio, esaminare ancora la persistenza dei rischi macroeconomici e monitorare i progressi nell'allentamento degli squilibri".

 

In una situazione simile a Bruxelles inseriscono anche la Francia e il Belgio. Secondo la Commissione Ue, nei tre Paesi "aumenta la probabilità di traiettorie debito-Pil instabili e la vulnerabilità a choc avversi", il cosidetto allarme Alert Mechanism Report (Amr). Il debito pubblico dell'Italia è destinato a crescere quest'anno al 133% del Pil, il livello più elevato dell'Unione europea dopo la Grecia, secondo le previsioni di Bruxelles del 5 novembre scorso. In Francia il debito dovrebbe continuare a crescere, raggiungendo il 97,4% del Pil nel 2017 e in Belgio dovrebbe toccare il picco del 107,1% del rapporto debito/Pil per poi vedere una situazione in miglioramento.

 

(La Repubblica)