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L'Fmi, include lo yuan tra le grandi monete. I mercati, in attesa delle mosse di Fed e Bce

 

Christine Lagarde direttrice del Fmi, ha dato lo storico annuncio, atteso dai mercati. Gli investitori cono concetrati sulla Bce: si attendono un taglio dei tassi sui depositi, già in negativo, e un ampliamento del programma di acquisto di titoli di Stato. Janet Yellen riferisce al congresso e gli Usa pubblicano i dati sul mercato del lavoro. Borse Ue contrastate, i listini asiatici, intanto, si avviano verso il sesto mese di ribasso negli ultimi sette

 

di RAFFAELE RICCIARDI

 

30 novembre 2015

 

MILANO - Il Fmi ha promosso lo yuan a valuta di riserva globale. Il board del Fondo ha dato il via libera all'ingresso della moneta cinese nel paniere di valute che determina il valore degli Special Drawing Rights (Sdr), la valuta di riferimento del Fmi di cui fanno parte il dollaro, la sterline, l'euro e lo yen: peserà per il 10,92%, a fronte del 41,73% del dollaro, del 30,93% dell'euro, del 8,33% dello yen e dell'8,09% della sterlina.

 

La decisione storica era attesa dai mercati che si sono concentrati più sulla riunione del board della Bce, che dovrebbe decretare un ampliamento del Quantitative easing. A segnare il passo delle contrattazioni è stato un segnale di debolezza dall'economia tedesca, dove il commercio ha avuto una battuta d'arresto. Le vendite al dettaglio in Germania hanno registrato in ottobre un calo inatteso dello 0,4% mensile, secondo le stime provvisorie dell'ufficio federale di statistica. Gli analisti stimavano un incremento mensile dello 0,5%: viene bissato così l'inaspettato stallo di settembre, quando ci si aspettava una crescita.

 

I mercati azionari europei, dopo aver aperto deboli, si sono rafforzati nel corso della giornata, mentre le azioni dell'area Asia-Pacifico sono giunte al sesto mese di ribassi negli ultimi sette. Milano riesce a girare in positivo e chiude in recupero dello 0,63%, dopo una partenza in rosso. Anche Francoforte si rafforza al +0,78%, mentre Londra cede lo 0,24% e Parigi sale dello 0,56%. Wall Street tratta debole: quando in Europa gli scambi si chiudono, il Dow Jones, il Nasdaq e lo S&P500 cedono lo 0,3%.

 

In mattinata, Shanghai ha portato a termine una giornata volatile (+0,27% finale), dopo il tracollo del 5,5% di venerdì scorso a seguito degli scandali finanziari che stanno emergendo grazie alla stretta alla vigilanza delle Autorità. Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo, con l'indice Nikkei che è sceso dello 0,69% a 19.747,47 punti. La Borsa non ha sfruttato il piccolo segnale di ripresa per la produzione automobilistica in Giappone, che a ottobre ha registrato un calo dello 0,5% rispetto al 2014, ma il dato è risultato di gran lunga migliore di quello di settembre quando il calo fu del 2,6%. La produzione industriale nel suo complesso è salita dell'1,4% in ottobre.

 

Chiusura in calo per l'euro, sempre sotto quota 1,06 dollari: la moneta unica passa di mano a 1,0566 dollari e a 130,20 yen. L'attenzione degli investitori è concentrata anche sulla Federal Reserve: la presidente Janet Yellen è attesa a una relazione al Congresso, mentre si avvicina la riunione di metà mese che probabilmente porterà all'aumento del costo del denaro (atteso con oltre il 70% di possibilità dal mercato). Nel mentre, usciranno i dati sul lavoro Usa - che potranno rafforzare la posizione dei governatori 'falchi'. Dalla Cina, invece, in settimana si attendono importanti dati sulla produzione manifatturiera.

 

Resta basso lo spread tra Btp e Bund tedeschi, in area 95 punti base, con il rendimento dei decennali italiani che oscilla intorno all'1,4%. L'agenda macroeconomica, a parte il commercio tedesco e i dati giapponesi, registra l'indebolimento dell'inflazione italiana. Dagli Usa si segnala il calo dell'indice Chicago Pmi di novembre: scende a 48,7, peggio delle attese. A ottobre, invece, i compromessi sulle case esistenti hanno segnato una crescita dello 0,2%.

 

Tra le materie prime, in periodo ribassista, alla chiusura dei mercati europei le quotazioni del petrolio sono in rialzo dopo le assicurazioni da parte dell'Iran di voler contenere la produzione: a New York i contratti sul greggio Wti guadagnano l'1,3% circa in area 42 dollari al barile. I prezzi dell'oro, invece, sono poco mossi: il metallo spot tratta in area 1062 dollari l'oncia, poco sopra la pari.

 

(La Repubblica)