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Debito pubblico, spesa per interessi in calo di 5 miliardi nel 2015

 

di Luca Cifoni

 

Obiettivo raggiunto: nel 2015 la spesa per interessi sul debito pubblico si fermerà 5 miliardi più sotto rispetto al livello dello scorso anno.

 

L'annuncio di Maria Cannata, che al ministero dell'Economia guida la direzione generale debito pubblico, conferma le indicazioni apparse due mesi fa nella Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza). In quella sede le uscite complessive per il servizio del debito erano quantificate per il 2015 in 70 miliardi contro i poco più di 75 dell'anno scorso.

 

Cannata ha parlato durante la presentazione alla stampa di un nuovo documento, il Rapporto sul debito pubblico relativo al 2014: all'incontro hanno preso parte anche il direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via e - per pochi minuti all'inizio - il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

 

Padoan ha voluto precisare, rispetto alle interpretazioni date ad una sua recente intervista, che per il 2015 resta confermata la stima di crescita del Pil allo 0,9 per cento, nonostante i possibili effetti negativi legati alla minaccia del terrorismo.

 

Quanto al debito, il ministro nel ribadire che il prossimo anno inizierà a scendere in rapporto al Pil, ha osservato che il percorso di discesa è frenato dalla bassissima inflazione (che dovrebbe "gonfiare" il Pil nominale ossia il denominatore del rapporto): per questo aspetto Padoan ha detto di "contare sulla Bce". Il ministro, insieme alla stessa Cannata, ha poi spiegato come la pubblicazione del rapporto risponda ad una logica di trasparenza, che però deve convivere con la necessaria riservatezza su alcuni aspetti delicati, ad esempio la gestione dei derivati (contratti stipulati con controparti finanziarie per "assicurare" il debito pubblico contro gravi rischi quali un rialzo dei tassi).

 

Su questa materia, oggetto nei mesi scorsi di critiche e richieste di chiarimento, è impensabile imporre il segreto di Stato, ha osservato Cannata. Ma molti atti relativi ai derivati sono comunque destinati a rimanere riservati. Ad esempio il Tesoro non intende far sapere quali sono le controparti con cui i singoli contratti vengono stipulati. Nel 2015 la gestione dei derivati dovrebbe appesantire la spesa per interessi per circa 3,5 miliardi, come lo scorso anno.

 

Lunedì 30 Novembre 2015, 15:53

(Il Messaggero)