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Bce, ecco cosa farà Draghi e come risponderanno i mercati

 

di Carlotta Scozzari

 

L'attenzione dei mercati finanziari è tutta rivolta al 3 dicembre, quando la Banca centrale europea (Bce) guidata da Mario Draghi, come ogni primo giovedì del mese, si riunirà per decidere sui tassi di interesse dell'area dell'euro e su eventuali nuove misure a sostegno dell'economia. Proprio su nuovi interventi puntano le Borse. E questo è piuttosto chiaro a giudicare sia dall'andamento del mercato azionario, che nonostante le tensioni geopolitiche innescate dagli attentati terroristici di Parigi ha mostrato una certa tenuta, sia da quello dell'obbligazionario, dove i prezzi sono saliti spingendo i rendimenti ai nuovi minimi storici.

 

Sul mercato dei titoli di Stato, in particolare, la settimana scorsa, i rendimenti del Btp a tre e cinque anni si sono portati rispettivamente allo 0,040% e allo 0,3215%, corrispondenti ai nuovi minimi storici, mentre il titolo tedesco a cinque anni è sceso per la prima volta sotto il -0,20 per cento. Quest'ultima è l'attuale soglia che coincide con il tasso sui depositi e sotto la quale la Bce non può comprare titoli nell'ambito del programma di acquisto (Quantitative easing o Qe) già annunciato lo scorso marzo. Secondo esperti e addetti ai lavori, il rendimento sui titoli tedeschi è sceso sotto questa soglia proprio a segnalare che con ogni probabilità la Bce giovedì annuncerà una sforbiciata al tasso sui depositi, che indica cioè quanto rende (poco, anzi, niente dato il tasso negativo) parcheggiare la liquidità presso la Bce.

 

Secondo l'ufficio studi di Unicredit, l'autorità monetaria europea taglierà di 10-15 punti base il tasso dei depositi, rendendo in questo modo ancora più conveniente investire denaro altrove. Nel frattempo, sempre secondo gli economisti della banca milanese, gli acquisti mensili di titoli da parte della Bce verranno rinforzati, dagli attuali 60 miliardi a 75. Leggermente più contenute le aspettative degli esperti di Bank of America Merrill Lynch, secondo cui il tasso sui depositi dovrebbe essere ridotto di soli dieci punti base e il programma di shopping mensile dovrebbe essere esteso a soli 70 miliardi. Si tratterebbe in ogni caso di una ulteriore immissione di liquidità sui mercati, che, come le misure annunciate già lo scorso marzo, avrebbe l'obiettivo di dare una spinta all'economia dell'area dell'euro in un momento in cui dai mercati emergenti stanno arrivando segnali poco confortanti.

 

Le Borse stanno già scontando l'annuncio di queste nuove misure da parte della Bce nella seduta di giovedì 3 dicembre. E se invece poi l'appuntamento con Draghi dovesse concludersi con un nulla di fatto? Secondo gli analisti di Ubs, i mercati azionari "non la prenderebbero bene", anche perché l'indice europeo Stoxx 600, da quando nell'ultima riunione Draghi aveva preannunciato nuove misure, ha già guadagnato il 6% circa.

 

Se invece la Bce dovesse effettivamente annunciare nuovi interventi, come i mercati si aspettano, secondo Ubs l'entusiasmo in Borsa ci sarà ma sarà minore a quello registrato a marzo, quando si alzò il velo sul primo Qe. E questo per due ordini di motivi: si tratterebbe di una estensione di un programma già esistente e l'andamento dei mercati emergenti appare deteriorato rispetto a gennaio. Anche Bofa Merrill Lynch mette in guardia sul fatto che l'annuncio di nuove misure sia ampiamente atteso, sicché non dovrebbe condurre a repentini movimenti dei mercati. E per farlo ricorre a un paragone di grande attualità in questo periodo: "Se la Bce farà quello che le Borse si aspettano sarà come un bambino che per Natale riceverà esattamente quello che aveva chiesto, senza quella sorpresa in più che lo avrebbe fatto sorridere per tutto il giorno".

 

Lunedì 30 Novembre 2015, 16:58

(Il Messaggero)