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Smartphone a fine corsa? No, oltre il touch c'è l'intelligenza artificiale

 

Le vendite dei dispositivi che hanno cambiato il mondo frenano per la prima volta. Ma ad essere arrivato al capolinea dell'innovazione sono i dispositivi come li conosciamo adesso. I prossimi non li toccheremo quasi più, ci parleremo

 

di ERNESTO ASSANTE

 

29 aprile 2016

 

IL MERCATO degli smartphone è ormai maturo". Il mantra si ripete in ogni angolo del mondo, ed è una verità indiscutibile che già era evidente da qualche tempo. Gli smartphone che arriveranno nei prossimi mesi potranno avere fotocamere migliori, magari avere app sempre più ricche di funzionalità, potranno e dovranno integrarsi sempre di più con altri device, ma sostanzialmente le "varianti" alla formula base non saranno più in grado di smuovere legioni di acquirenti in tutto il pianeta. E' vero, lo smartphone come oggi ci si presenta è arrivato alla sua maturazione, come c'era arrivato il computer, come è accaduto ad altri device, la fase evolutiva si è probabilmente conclusa, anche per aziende innovative come Samsung e Apple si sta chiudendo un'era.

28 anni di smartphone Samsung in 1'30

 

Ma il futuro, come sempre, è dietro l'angolo, e quello che è vero oggi non è detto lo sia domani. Nel senso che gli smartphone e i tablet di oggi fanno parte di un'era, quella degli schermi touch, che ha fatto il suo tempo. Il sistema di input con il tocco delle dita ha rivoluzionato completamente il nostro rapporto con le macchine, ha portato in una dimensione più "naturale" il nostro modo di dialogare con i device, di impartire comandi, di ottenere risultati, di interagire con questi. Ha cambiato in buona sostanza il nostro modo di relazionarci con le macchine. E' una rivoluzione iniziata pian pianino negli anni ottanta e esplosa da una dozzina di anni e che, anche se per molti versi non si è ancora conclusa perché sono molti altri gli schermi che possono trasformarsi o si trasformeranno in superfici tattili, per quello che riguarda gli smartphone, si può dire che abbia raggiunto il traguardo.

 

Se è vero, quindi, che i "telefoni intelligenti" hanno raggiunto la loro forma definitiva e che le varianti non saranno in grado di convincere milioni di persone a cambiare device "vecchio" per il modello più "nuovo" e altrettanto vero che il mercato è pronto per una nuova generazione di macchine, che superando il touch offriranno ai consumatori nuove e inedite possibilità. No, non stiamo parlando della tanto annunciata "realtà virtuale", che pure ha un futuro interessante, quanto di una tecnologia che è già tra noi ma che è ancora in uno stadio iniziale, che ha possibilità di sviluppo molto elevate e che è ancora più "naturale" del touch. La prossima forma di interattività sarà quella vocale e la prossima generazione di device in grado di cambiare ancora una volta lo scenario tecnologico sarà quella che la integrerà nella maniera migliore.

 

Chi di voi ha in casa figli al di sotto dei trent'anni sa benissimo che è già così: i ragazzi nati o cresciuti nell'era degli smartphone, dei tablet, già oggi usano, per quello che la tecnologia consente, i comandi vocali, la messaggeria vocale, la dettatura. Difficilmente scrivono con la tastiera, se non quando non si può fare altrimenti, usano i messaggi vocali al posto delle telefonate, dettano testi lì dove andrebbero scritti. E usano l'intelligenza artificiale rappresentata da Siri o da Cortana o Google Play per fare quello che prima facevano con la tastiera e il mouse, o con gli schemi tattili. Credete che sia un uso unicamente generazionale e limitato? Vuol dire che non ascoltate le radio, dove ormai i messaggi vocali vengono trasmessi in diretta al posto dei vecchi sms o delle mail. La voce sta sostituendo anche le "virtual keyboard" che comparivano sui nostri schermi e che avevano mandato in pensione le tastiere fisiche.

 

Quello che, insomma, cambierà di nuovo il mondo sarà il prossimo device, che magari avrà ancora qualche comando tattile, così come oggi gli smartphone touch hanno ancora una tastiera virtuale sullo schermo, ma che sarà basato sulla straordinaria capacità di interazione tra la nostra voce e le macchine in grado di comprendere il significato di quello che noi diciamo. Già oggi Siri è in grado di fare molto, Cortana segue da vicino, Google Play è ancora limitato, ma quello che fanno adesso è ovviamente poco e nulla rispetto a quello che faranno tra breve. E a quel punto gli smartphone saranno ancora più intelligenti, interattivi, personali. Non saranno, insomma, migliori fotocamere o straordinari effetti speciali a farci cambiare telefonino, sarà l'"intelligenza" che queste macchine metteranno a nostra disposizione. Tra breve Hal 9000 sarà nelle nostre tasche e a quel punto anche la minima barriera d'ingresso che oggi è rappresentata dallo schermo touch (che ha reso comprensibile l'uso degli smartphone persino ai bambini di due anni) sarà completamente superata, interagiremo con le macchine personali, mobili, tascabili, in maniera assolutamente naturale. Già ora questo accade, accadrà sempre di più. E noi andremo a comprare la prossima generazione di device, sempre più "smart", legato all'intelligenza, e sempre più "fono", legato al suono.

 

(La Repubblica)