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730 precompilato, al via la "fase due". Ma è caos su alcune spese per i figli

 

Dal 2 maggio si potrà modificare il modello precompilato. Ma è ancora buio su alcune agevolazioni per i figli. Manca l'indicazione del tetto massimo per le spese universitarie detraibili e c'è il dilemma sui costi delle mense: si possono portare in detrazione o no?

 

a cura di ANTONELLA DONATI

 

29 aprile 2016

 

iROMA - Detrazioni sospese aspettando decreti in ritardo e chiarimenti dell'Agenzia delle entrate che latitano. Per il 730 precompilato sta per aprirsi la "fase due", dato che da lunedì prossimo 2 maggio sarà possibile modificare e inviare il modello, ma se non saranno risolte due questioni relative alle spese per i figli non si potrà procedere. Si tratta del tetto alle spese per l'iscrizione alle università private e alla possibilità di portare o meno in detrazione le spese per le mense scolastiche quando queste non sono gestite dagli istituti ma dal comune, come accade, in pratica, per tutte le scuole pubbliche.

 

Le spese universitarie in attesa di tetto massimo. Per quel che riguarda le spese universitarie, con la Legge di Stabilità è stata introdotta una norma che nelle intenzioni del governo avrebbe dovuto fare chiarezza una volta per tutte, e rendere meno complicata la vita dei contribuenti alle prese con calcoli non sempre facili. Fino alla dichiarazione presentata nel 2015, relativa, quindi, ai redditi del 2014, per calcolare la spesa massima sulla quale applicare la detrazione del 19% in caso di iscrizione ad atenei privati, era necessario individuare il corso di laurea più simile a quello frequentato dallo studente, nell'Università pubblica più vicina. Calcolo "a spanne", dunque, e a carico del contribuente. Da quest'anno in poi, invece, deve essere un decreto ministeriale a fissare il tetto entro il quale le somme sono detraibili, tenuto conto delle spese richieste dagli atenei pubblici. Il decreto doveva essere emanato entro gennaio, invece non ce n'è traccia.

 

Le indicazioni nella precompilata. Così, fino ad oggi, chi ha figli iscritti alle università private nel 730 precompilato si trova a che fare con il dato sulle spese non utilizzato e l'indicazione di "verificare il tetto di spesa ammissibile". Peccato che, appunto, sia proprio il tetto massimo a mancare.

 

Le spese per la frequenza scolastica. Altra questione rimasta in sospeso e da sciogliere quanto prima, è quella relativa alle spese per la mensa scolastica. Dopo l'approvazione della legge sulla "Buona Scuola", la Legge di Stabilità ha previsto la possibilità di portare in detrazione le spese per l'iscrizione e la frequenza degli istituti scolastici di qualunque ordine e grado, per un importo massimo di 400 euro per ciascun figlio. Considerando che le scuole pubbliche, dall'asilo al liceo, sono gratuite (tranne la tassa di iscrizione all'esame di maturità che è di poche decine di euro), la nuova detrazione pareva destinata a riguardare sostanzialmente gli alunni delle scuole private paritarie. Solo per queste, infatti, sono previste rette di iscrizione e frequenza. Con la circolare del 4 aprile scorso, però, l'Agenzia delle Entrate ha aperto una nuova possibilità, indicando, tra le spese detraibili, anche quelle per la mense scolastica, citando a questo proposito una risposta data alla stessa Agenzia dal Ministero dell'istruzione con una nota ufficiale, nella quale, a titolo di esempio, si indicavano tra le spese detraibili anche quelle per la mensa scolastica.

 

Le perplessità dei Caf e il rifiuto alla dichiarazione. La nota in realtà parlava di detrazione di spese "deliberate dagli istituti", ma l'Agenzia non ha preso posizione a questo proposito, così da far ipotizzare che fosse detraibile anche la mensa delle scuole pubbliche, che in realtà è gestita dai comuni. Le spese per la mensa, però, in questi casi non sono deliberate dalle scuole, ma dal Comune stesso e non vanno nelle casse scolastiche, ma in quelle comunali. Proprio per questo motivo fino ad oggi i Caf hanno rifiutato la detraibilità di queste spese non considerandole, appunto, come "spese scolastiche". E poiché i Caf - con il visto di conformità - debbono attestare che le detrazioni effettuate sono a norma di legge, sono ancora in attesa di una circolare dell'Agenzia delle Entrate per sciogliere le riserve e riconoscere, o negare definitivamente, l'agevolazione.

 

(La Repubblica)