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Mercati in rosso nonostante il petrolio. Il Pil dell'Eurozona sale dello 0,6%

 

Milano peggiora nel finale: -2%. Il Pil americano è cresciuto meno delle attese (+0,5%) nel primo trimestre dell'anno: si allontana la possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed e il dollaro s'indebolisce. Rallentano le vendite al dettaglio tedesche, cala la disoccupazione italiana. L'economia dell'Eurozona sale dello 0,6% nel primo trimestre 2016, +1,6% annuo

 

di RAFFAELE RICCIARDI

 

29 aprile 2016

 

MILANO - I mercati europei chiudono deboli, seperandosi questa volta dall'andamento in rialzo del petrolio, mentre il dollaro tratta ai minimi da quasi un anno in scia alla crescita Usa meno rapida del previsto. Ieri è emerso che il Pil degli Stati Uniti è salito dello 0,5% nel primo trimestre del 2016, meno delle previsioni (+0,7%) e soprattutto in frenata dal precedente +1,4%. Un rallentamento, legato molto alla dinamica delle esportazioni e quindi al contesto globale, che però fa scendere le possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed nel corso della riunione del prossimo giugno. Milano peggiora nel finale a e chiude con un ribasso dell'1,98%, Londra arretra dell'1,27%, mentre Francoforte affonda a -2,73% e Parigi a -2,82%. A Piazza Affari si guarda all'Eni, che nel primo trimestre del 2016 ha registrato una perdita netta complessiva pari a 0,79 miliardi di euro, contro l'utile di 0,83 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso. In calo anche Cnh, dopo la trimestrale con 513 milioni di dollari di perdita netta. Sempre pressione l'intero comparto bancario, nel giorno della presentazione del Fondo Atlante e della chiusura dell'aumento della Popolare di Vicenza: Unicredit ha chiuso in ribasso del 5,28%, Banco Popolare del 3,75% e Bpm del 3,4 per cento.

 

Tratta negativa anche Wall Street: alla chiusura delle Borse europee l'indice Dow Jones perde lo 0,75%, lo S&P500 arretra dello 0,65% e il Nasdaq lima un punto percentuale. Continua il momento difficile di Apple: a Cupertino si registra l'uscita di scena del miliardario Carl Icahn, che ha venduto il suo pacchetto di quote.

 

Questo quadro indebolisce il biglietto verde, che secondo Bloomberg tratta ai minimi da 11 mesi contro un paniere di dieci monete concorrenti. Il calo del dollaro spinge invece le materie prime: il petrolio ha acquistato un quinto del valore (+20%) dalla fine di marzo, mentre oro e argento sono ai massimi da quindici mesi. Diverso il discorso per lo yen: la Banca centrale del Giappone ha posticipato le nuove misure di supporto all'economia che alcuni analisti si aspettavano e ciò ha rafforzato la divisa del Sol Levante. Anche il cambio euro-dollaro chiude in crescita a 1,1449 dollari e 122,62 yen, sull'onda anche dei positivi dati macroeconomici giunti oggi dall'Eurozona. Il biglietto verde aggiorna invece a 107,05 yen il proprio minimo da 18 mesi sulla divisa nipponica. Le quotazioni del petrolio, che nel corso della giornata hanno aggiornato i massimi dell'anno, si sono stabilizzate sul finire di seduta: il Wti è poco sopra 46 dollari al barile e il Brent a quota 48 dollari. Si stabilizza anche lo spread Btp-Bund, che tratta a 122 punti con un rendimento dell'1,47% per il decennale italiano.

 

Sul fronte valutario si è mossa la Cina, con la Banca centrale che ha innalzato il cambio di riferimento dello 0,6% a 6.4589 per dollaro, il maggior ritocco da quando è stato eliminato il rapporto fisso nel luglio 2005. Secondo gli analisti, però, si tratta di una mossa che riflette più che altro la scivolata del dollaro e non una dichiarazione d'intenti di politica monetaria. Le azioni asiatiche hanno trattato deboli, in mattinata, mentre Tokyo è rimasta chiusa per festività. Ma la scia dei ribassi è proseguita oggi nelle altre piazze asiatiche con Hong Kong in flessione dell'1,3% e Shanghai piatta.

 

L'agenda macroeconomica è nutrita. Le vendite al dettaglio tedesche sono scese inaspettatamente a marzo: -1,1% rispetto a febbraio, quando erano rimaste piatte. Gli economisti avevano previsto un aumento del 0,4%. In Italia, la disoccupazione è scesa all'11,4% a marzo, mentre l'inflazione di aprile è scesa dello 0,4% annuo. Il Pil dell'Eurozona del primo trimestre 2016 è aumentato dello 0,6% rispetto rispetto al periodo precedente e dell'1,6% sull'anno prima. Si tratta della stima preliminare. Ripresa oltre le stime, intanto, in Francia: il Pil è salito dello 0,5% nel primo trimestre, oltre il +0,4% preventivato e dopo il +0,3% degli ultimi tre mesi del 2015. A marzo resta invece debole l'inflazione transalpina: +0,1%, -0,2% su base annua. Raffica di dati anche negli Usa: i redditi personali di marzo sono

 

saliti dello 0,4% (0,3% le stime), le spese per consumi dello 0,1% (0,2% le stime) e il costo del lavoro dello 0,6% (in linea). E' intanto stata convocata per lunedì 9 maggio la riunione straordinaria dell'Eurogruppo sulla Grecia, richiesta con insistenza da Atene.

 

(La Repubblica)