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Retribuzioni su dello 0,6%, mai aumenti così bassi dal 1982

 

La busta paga degli italiani resta ancora ferma ad aprile. Secondo l'ultimo report dell'Istat, le retribuzioni contrattuali orarie sono invariate rispetto al mese precedente e registrano un aumento modesto dello 0,6% nei confronti di aprile 2015. La crescita degli stipendi resta dunque ai minimi storici, come segnalato nei mesi precedenti e tocca, anzi, un nuovo minimo dal 1982, anno in cui è iniziata la rilevazione.

 

Complessivamente, nei primi quattro mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,7% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Nel dettaglio, le retribuzioni registrano un incremento tendenziale dello 0,8% per i dipendenti del settore privato (0,7% nell'industria e 0,8% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione, sempre a causa del congelamento degli stipendi della PA imposto dal governo a partire dal 2010. I settori che ad aprile presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (3,4%); energia elettrica e gas (1,9%). Si registrano variazioni nulle nei settori della metalmeccanica, delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Complessivamente i contratti collettivi in attesa di rinnovo sono 52 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 8,3 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego). La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 64,1% nel totale dell'economia e del 53,6% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 37,9 mesi per l'insieme dei settori e di 17,1 mesi per quelli del settore privato.

 

2016-05-26 12:00:01

(Il Messaggero)