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Boeri all'attacco del politica: "Con ricalcolo vitalizi 200 milioni di risparmi"

 

Il presidente dell'Inps: "Non è solo un intervento simbolico, alcune prestazioni sociali, pensiamo ai sussidi di disoccupazione per i disoccupati di lunga durata, nel 2015 avevano un bilancio che era intorno ai 200 milioni"

 

30 maggio 2016

 

MILANO - Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, torna ad attaccare la politica: "Se ci fosse un ricalcolo contributivo dei vitalizi per cariche elettive, non solo al Parlamento ma anche per i Consigli regionali, andremmo a risparmiare circa 200 milioni di euro all'anno" ha detto durante un'intervista a Piazzapulita in onda su La7. Boeri ha inoltre aggiunto: "Non credo sia solo un intervento simbolico, alcune prestazioni sociali, pensiamo ai sussidi di disoccupazione per i disoccupati di lunga durata, nel 2015 avevano un bilancio che era intorno ai 200 milioni. Se noi risparmiassimo su quello potremmo finanziare dei programmi sociali importanti".

 

In audizione alla Camera, lo scorso cinque maggio, Boeri aveva già detto che gli ex parlamentari prendono una pensione quasi doppia di quanto spetterebbe loro se si considerassero soltanto i contributi versati: solo quest'anno i vitalizi costano 193 milioni di euro nel 2016 con 2.600 assegni in pagamento il cui costo è superiore di 150 milioni rispetto ai contributi versati. Secondo il presidente dell'Inps "applicando le regole del sistema contributivo oggi in vigore per tutti gli altri lavoratori all'intera carriera contributiva dei parlamentari, la spesa per vitalizi si ridurrebbe del 40%, scendendo a 118 milioni, con un risparmio, dunque, di circa 76 milioni di euro l'anno (760 milioni nei prossimi 10 anni)". Il risparmio salirebbe a 79 milioni senza considerare il ricalcolo per i 117 ex parlamentari che hanno una lunga carriera contributiva, ai quali potrebbe spettare un incremento del vitalizio stesso.

 

Una presa di posizione a cui la Camera dei deputati aveva già risposto ricordando che "gli oneri derivanti sia dal nuovo sistema contributivo, che dal sistema dei vitalizi in vigore in precedenza, gravano interamente ed esclusivamente sui bilanci interni di Camera e Senato, e non dell'Inps". Inoltre, Montecitorio ricorda che "i vitalizi non esistono più dalla scorsa legislatura, gennaio 2012, quando l'Ufficio di Presidenza della Camera deliberò l'abbandono del sistema che era stato adottato fin dalla prima legislatura repubblicana, introducendo un trattamento pensionistico dei parlamentari basato su un sistema di calcolo contributivo analogo a quello vigente per i pubblici dipendenti. Per avere diritto alla pensione, un parlamentare deve aver svolto la funzione per almeno 5 anni e aver compiuto i 65 anni di età".

 

Una precisazione che non convince Boeri: "Io credo che la nozione di diritto acquisito sia una nozione che vada ben discussa. Penso - ha detto ancora a Piazzapulita - che una persona, sul piano previdenziale, acquisisca il diritto ad una certa prestazione nel momento in cui versa dei contributi che giustificano questa prestazione. In Italia si tocca tutto perché si cambiano le leggi ogni due per tre, si cambia la tassazione, si aumentano le tasse sulla case quando una persona ha risparmiato tutta una vita pensando che non ci fossero, quel diritto acquisito viene calpestato sistematicamente, ma poi quando si parla di pensioni quelli sono diritti acquisiti intoccabili, io trovo che questa sia una definizione sbagliata".

 

In questo senso "per l'Italia gli immigrati non sono un costo previdenziale. Ogni anno vediamo che gli immigrati contribuiscono per 5 miliardi al sistema di protezione sociale perché versano otto miliardi di contributi e ricevono 3 miliardi in prestazioni previdenziali o assistenziali". Il presidente dell'Inps stima che quasi un punto di Pil sia stato "acquisito di fatto perché molti immigrati versano i contributi e poi se ne vanno senza percepire le pensioni. Noi abbiamo avuto moltissimi di questi casi, sia perché non avevano versato i contributi per il periodo necessario per ricevere la pensione sia perchè magari non erano consapevoli di avere questo diritto. E' come un dono che ci è stato fatto dalla presenza degli immigrati all'interno del nostro Paese".

 

(La Repubblica)