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La Commissione Ue chiede la conferma del mandato a trattare per il Ttip

 

Jean Claude Juncker chiede chiarezza ai governi europei, mentre i negoziati per il trattato sono in salita. Bruxelles ribadisce che ribadendo che non sacrificherà "i principi dell'Unione europea sull'altare dell'accordo commerciale"

 

di GIULIANO BALESTRERI

 

30 maggio 2016

 

MILANO - Le trattative per il Ttip, il trattato di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione europea, sono sempre più in salita: mentre la Commissione europea segue la strada del mandato negoziale ottenuto nel 2013, gli Stati iniziano a sfilarsi. Proprio per questo il presidente Jean Claude Juncker chiederà ai leader dei 28, in occasione del prossimo Vertice, il 28 e il 29 giugno, la conferma del mandato a negoziare con gli Usa.

 

Di fatto, i negoziatori di Bruxelles cercheranno l'appoggio del Consiglio e "una conferma forte dal grande significato politico, ad andare avanti". Il portavoce europea ha ribadito che la Commissione, come detto più volte dallo stesso Jean Claude Juncker, non accetterà mai di "sacrificare i principi dell'Unione europea sull'altare dell'accordo commerciale con gli Usa".

 

Il mantra dei negoziatori è quello di ottenere un accordo che non sia al ribasso, ma che, anzi, elevi gli standard di tutela dei cittadini evitando però di replicare i processi sulle due sponde dell'Atlantico quando i risultati perseguiti sono gli stessi. Il punto è proprio questo: un accordo di "alto livello" sarebbe un accordo costoso ed è quello che gli americani non vogliono.

 

Dall'altra parte gli europei vogliono essere liberi di poter far concorrenza agli Stati Uniti sul fronte della qualità soprattutto in tema di alimentare e appalti pubblici, ma in questo caso le resistenze sono molte. Di certo Juncker non ha alcuna intenzione di restare con il cerino mano e scottarsi di fronte all'intera opinione pubblica europea che critica il Ttip e per questo chiederà un nuovo mandato forte a trattare. Senza quell'impulso politico che chiedono i negoziatori per il trattato suonerà il requiem.

 

(La Repubblica)