News

Brexit, le Borse rimbalzano dopo aver bruciato 4mila miliardi

 

I mercati provano a rialzare la testa confidando nell'intervento delle istituzioni per limitare i danni all'economia dopo l'uscita del Regno Unito dalla Ue. Milano guadagna il 3,3%. Dombrovskis: "In contatto con l'Italia per supporto a banche". Il Pil Usa rivisto al rialzo: +1,1% nel primo trimestre

 

di GIULIANO BALESTRERI

 

28 giugno 2016

 

MILANO - La sterlina rialza timidamente la testa e i mercati trovano un primo rimbalzo dopo il crollo iniziato venerdì mattina con il verdetto del referendum inglese che ha decretato la vittoria di Brexit e l'avvio delle procedure per l'uscita della Gran Bretagna: nelle due sedute successive i listini globali hanno bruciato quasi quattromila miliardi di dollari. Milano, la più colpita in questi giorni di forti vendite, ha guidato oggi il recupero con un +3,3%, trainata dalle banche che nelle ultime sedute hanno perso quasi un terzo del valore. Sul finale, Unicredit e Bper hanno comunque girato in negativo. Dalla giornata di venerdì, però, il passivo di Piazza Affari è ancora pesantissimo: -13%. Il governo è al lavoro su possibili misure di sostegno al settore e dalla Ue il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, conferma: "Stiamo monitorando la situazione da vicino e siamo in stretto contatto con le autorità italiane in merito a possibili passi" congiunti, anche se "ci sono diverse modalità di azioni possibili che sono ancora oggetto di discussione e per questo non posso aggiungere dettagli in questo momento". Cerca di tranquillizzare il premier Matteo Renzi, che vertice del Pse dice: "Non c'è una situazione in cui si viva chi sa quale trattativa. Stiamo discutendo, affronteremo eventuali emergenze ma i cittadini siano consapevoli che non c'è alcun rischio per i loro risparmi".

 

Bene anche le altre Borse europee: Londra sale del 2,7% Parigi del 2,6% e Francoforte dell'1,9%. In rialzo Wall Street, anch'essa reduce da due giorni di netti ribassi: quando terminano gli scambi nel Vecchio continente, il Dow Jones rimbalza dello 0,7% e anche S&P500 (+0,85%) e Nasdaq (+1,3%) sono in terreno ampiamente positivo.

 

A dominare nelle sale operative è sempre la grande incertezza sul futuro delle relazioni economiche tra Londra e Bruxelles con la grande paura che ne deriva. Dopo il il panico, però, gli addetti ai lavori guardano alle risposte delle istituzioni che si sono messe in moto per ridurre al minimo il danno economico. A Sintra, in Portgallo, è in corso il simposio annuale della Banca centrale europea, dal quale il governatore Mario Draghi ha chiesto un allineamento delle politiche monetarie per sostenere la lotta alla bassa inflazione. Arrivato ieri sera in Portogallo, il presidente della Bce si era detto "dispiaciuto" per l'esito del referendum dopo aver ribadito che l'"Eurotower è pronta a tutto" per evitare nuovi attacchi speculativi sull'euro. Dalla Bank of England è intanto arrivata una nuova iniezione di liquidità alle banche britanniche: ha piazzato in totale 3,1 miliardi di sterline, divisi fra vari istituti di credito, per far fronte alle ripercussioni della Brexit.

 

L'azione di Francoforte è evidente sul mercato obbligazionario e dei titoli di Stato: nonostante le enormi pressioni i movimenti sono minimi. Oggi lo spread tra Btp e Bund scende verso 150 punti base, con i titoli italiani che rendono l'1,4%, a livelli di poco superiori pre-Brexit. Continua, invece, la corsa al ribasso del Bund tedesco, eletto a nuovo bene rifugio insieme all'oro e al dollaro. Il Tesoro ha intanto collocato tutti i 6 miliardi di Bot semestrali oggi in asta, a fronte di domande per 9,468 miliardi di euro. Il rendimento è salito però a -0,150% da -0,262% del mese scorso.

 

Gli investitori, adesso, si aspettano nuove misure espansive da parte della Banche centrali: secondo i future Fed funds - usati per predire le mosse della Federal Reserve - c'è solo il 9% di possibilità che Janet Yellen rialzi il costo del denaro prima dell'anno prossimo, mentre secondo un altro 20% i tassi potrebbero addirittura tornare a scendere. Prima di Brexit le chance di un taglio erano pari a zero e il rialzo entro l'anno era dato al 52%. A sostegno di una stretta monetaria ci sono comunque i fondamentali americani: la crescita dell'economia Usa è stata rivista al rialzo nel primo trimestre. Nella stima finale il Pil Usa passa da +0,8% in seconda lettura a +1,1%, contro un atteso +1%. Nel 2015 il Pil Usa è cresciuto del 2,4% e negli ultimi tre mesi dell'anno scorso è salito dell'1,4%.

 

Di certo l'attenzione di mercati sarà rivolta a Bruxelles dove è in agenda il Consiglio europeo: per la prima volta, infatti, i capi di Stato e governo vedranno il premier dimissionario ingelse David Cameron. In attesa delle discussioni tra leader, il presidente Ue Jean Claude Juncker, ha chiarito che attende la posizione ufficiale di Londra e solo allora partiranno i negoziati ufficiali.

 

Dopo la corsa degli ultimi giorni, l'oro è in ribasso e cede terreno in area 1.315 dollari dopo essersi apprezzato del 5,4%: il maggior rialzo dal gennaio 2009. Il petrolio, quando terminano gli scambi in Europa, tratta contrastato con il Wti in ribasso dell'1%, a 48,85 dollari, mentre il Brent sale in area 47,9. Come detto, l'effetto Brexit si fa ancora sentire sul mercato dei cambi. L'euro chiude in rialzo a 1,1051 dollari e 113,65 yen. Il rimbalzo dei mercati riaccende la propensione al rischio e la divisa nipponica, bene rifugio, scende a quota 102,84 rispetto al biglietto verde, minimo di giornata. In ripresa anche la sterlina, che risale a 1,3323 dollari dopo aver aggiornato a 1,3121 dollari il proprio minimo da 31 anni sulla valuta Usa. La moneta britannica avanza inoltre a 83 pence nei confronti dell'euro.

 

Dal punto di vista macroeconomico è in lieve diminuzione a giugno la fiducia delle famiglie francesi. L'indicatore che la misura, ha annunciato oggi l'istituto di statistica Insee, è sceso a 97 punti, sotto la media di lungo termine di 100 punti. Ha influito sul risultato una rinnovata ondata di pessimismo sul tenore di vita atteso dalle famiglie d'oltralpe. Anche in Italia si registra la perdita di smalto delle aspettative per consumatori e aziende. Oltre all'aggiornamento sul Pil, negli Usa si segnalano anche la crescita oltre le stime della fiducia dei consumatori (indice Conference Board) a giugno, mentre l'indice sul manifatturiero della Fed di Richmond è calato a -7 punti a giugno. Sotto le stime la crescita dei prezzi delle case: +5,4% per il Case-Shiller di giugno.

 

In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso poco mossa: l'indice Nikkei è salito dello 0,09% a 15.323,14 punti.

 

(La Repubblica)