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La preoccupazione del G20: "Brexit aumenta incertezza sull'economia"

 

I leader finanziari riuniti nella città cinese di Chengdu assicurano però che i Paesi Ue sono "ben posizionati" per contrastare le ripercussioni dell'uscita della Gb dall'Unione. Nessun riferimento agli avvenimenti in Turchia

 

24 luglio 2016

 

CHENGDU (CINA) - La Brexit "ha aggiunto incertezza nell'economia globale", ma i Paesi del G20 sono "ben posizionati per rispondere proattivamente alle potenziali conseguenze economiche e finanziarie" dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, mentre sperano che il "Regno Unito resti un partner stretto dell'Ue". È quanto afferma la dichiarazione finale del G20, oggi al suo ultimo giorno a Chengdu, in Cina. Il documento, letto dal ministro delle Finanze cinese Lou Jiwei, elenca anche come altri fattori negativi per l'economia mondiale: "I conflitti geopolitici, il terrorismo e i flussi di rifugiati, che complicano il contorno economico mondiale".

 

"Inizieremo a ridurre l'incertezza quando saremo in grado di specificare più chiaramente quale tipo di soluzione ipotizziamo di perseguire con l'Unione europea", ha detto il ministro delle Finanze britannico, Philip Hammond. "Se i partner dell'Ue risponderanno a questa visione in modo positivo, ovviamente sarà soggetto di negoziati, allora ci sarà forse la sensazione, più avanti nell'anno, che siamo tutti d'accordo su cosa si debba fare. Penso che ciò manderà un segnale positivo alla comunità d'affari e ai mercati", ha aggiunto.

 

Tra gli altri fattori di instabilità sottolineati dai leader economici, l'eccessiva capacità di industrie come quella siderurgica, che ha un impatto negativo sul commercio e sul lavoro e che richiede una risposta collettiva, la forte fluttuazione delle materie prime e la bassa inflazione di alcuni Paesi, elementi che il G20 afferma lasciano l'economia mondiale "più debole di quanto sarebbe auspicabile", in cui "i benefici della crescita devono essere suddivisi meglio" tra i diversi governi. Quindi, i leader economici si impegnano a usare "tutti gli strumenti di politica monetaria, fiscale e strutturale, in modo individuale o congiunto, per arrivare alla meta di una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva". La dichiarazione finale avverte che "la politica monetaria in solitaria non può condurre a una crescita equilibrata", mentre movimenti volatili e disordinati nei tassi di cambio possono avere "conseguenze avverse per la stabilità economica e finanziaria".

 

I ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali dichiarano inoltre che resisteranno contro ogni forma di protezionismo, mentre calibreranno e comunicheranno con attenzione tutte le azioni macroeconomiche e strutturali.

 

Inevitabile un riferimento al terrorismo: i rappresentanti delle grandi economie mondiali si sono detti pronti a combatterlo "in tutte le sue forme e in qualsiasi luogo esso avvenga". Il testo non cita espressamente il recente fallito colpo di stato in Turchia del 15 luglio scorso, nonostante la delegazione di Ankara volesse una esplicita dichiarazione di condanna.

 

Dopo la Brexit, infatti, una seconda fonte di preoccupazione per i ministri delle Finanze e i banchieri centrali del G20 è la questione turca. Senza un riferimento esplicito agli sviluppi degliu eventi in Turchia o in Gran Bretagna, il direttore del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, in apertura di lavori, aveva espresso la propria preoccupazione per una "crescita lenta minacciata da eventi politici".

 

Il vice primo ministro di Ankara, Mehmet Simsek, ha rassicurato i membri del G20 sul fatto che la Turchia aderisce ai principi della democrazia e dello stato di diritto, pur rimanendo consapevole del fatto che permangono tra gli osservatori e gli investitori molti punti di domanda sul futuro del Paese. Già nei giorni scorsi, Simsek aveva cercato di dissipare i dubbi sulla Turchia, spiegando che il Paese sarà in grado di assorbire lo shock, anche se il tentato golpe ha avuto ripercussioni sui mercati che sulla valuta di Ankara.

 

Per quanto riguarda le preoccupazioni di casa nostra, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, parlando a Rai News 24 ha escluso che "per il momento sia necessario ricorrere" a misure quali il 'bail in' per il salvataggio delle banche. Rivolto ai risparmiatori italiani, Padoan ha inoltre ribadito che "il risparmio sarà totalmente garantito". Gli ha fatto quindi eco il governatore Ignazio Visco, che ha tranquillizzato sul calo di Borsa ("legato a Brexit") e sulle sofferenze ("dati esagerati").

 

(La Repubblica)