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Mercati Ue deboli in attesa di decifrare le mosse della Fed. Banche ok a Milano

 

I leader di Francia, Germania e Italia impegnati nel vertice di Ventotene per affrontare i nodi della crescita europea. Nelle sale operative si guarda a Jackson Hole: venerdì parlerà Yellen. Il vicepresidente Fed, Stanley Fischer, ha aperto intanto a un rialzo dei tassi nel breve periodo. Tokyo risale dello 0,3% con le parole accomodanti del governatore Kuroda

 

di RAFFAELE RICCIARDI

 

22 agosto 2016

 

MILANO - Germania, Francia e Italia provano a fare quadrato nel summit di Ventotene per far ripartire l'Europa colpita al cuore dal referendum della Gran Bretagna a favore del divorzio da Bruxelles. Gli sviluppi che verranno dal vertice a tre Merkel-Hollande-Renzi saranno monitorati anche per le ricadute economiche che potranno avere: la missione di Palazzo Chigi è portare fin da ora sul tavolo Ue una nuova richiesta di misure per la crescita, viste le difficoltà congiungurali che hanno indebolito la ripresa, italiana in particolare. Ma l'attenzione delle sale operative è rivolta soprattutto oltre l'Atlantico, in direzione della Federal Reserve.

 

Venerdi 26 agosto Janet Yellen, presidente della Fed, parlerà al simposio annuale di Jackson Hole. Gli osservatori attendono lumi sulle prossime mosse della Banca centrale Usa, che non ha certo brillato per chiarezza negli ultimi tempi. Se i verbali dell'ultima riunione hanno mostrato una certa reticenza dal rialzare i tassi a breve, non sono mancate le dichiarazioni da "falco" di alcuni esponenti del board. Da ultimo, il vice presidente Stanley Fischer ha dichiarato che l'economia Usa è vicina al raggiungere gli obiettivi attesi dalla Fed e che la crescita si rafforzerà, aprendo così a una stretta monetaria nel breve termine. Le parole sibilline, pronunciate domenica, hanno messo di malumore i listini, che poi hanno recuperato grazie al rimbalzo delle banche. Secondo i future sui Fed Fund, il mercato indica il 22% di possibilità per un incremento dei tassi a settembre, in crescita dal 16% precedente.

 

Le Borse europee chiudono deboli in una giornata di alti e bassi. Milano, arrivata a guadagnare più di 1 punto percentuale, passa in rosso e quindi segna un +0,36% finale. A sostenere Piazza Affari c'è il comparto bancario, ma anche nel caso degli istituti di credito l'andamento rallenta nel pomeriggio con l'indice relativo in rialzo dell'1,1%; occhi puntati poi sulla nuova crescita di Autogrill negli aeroporti Usa. Mediaset tratta in linea con il listino, dopo che venerdì ha depositato al Tribunale di Milano una citazione contro Vivendi per farle rispettare il contratto per l'acquisizione di Premium. Chiudono in rosso le altre Piazze europee: Francoforte cede lo 0,47%, Parigi lo 0,24% e Londra arretra dello 0,44%. Incerta anche Wall Street, che chiude contrastata: l'indice Dow Jones ha perso lo 0,12% a 18.530,66 punti mentre il Nasdaq ha segnato un rialzo dello 0,12% a 5.244,60 punti. Negativo anche lo S&P che chiude in calo dello 0,05% a 2.182,67 punti.

 

Anche le azioni asiatiche rappresentate dall'indice MSCI Asia Pacific hanno perso terreno e sono scese al minimo da due settimane. Discorso diverso per Tokyo, dove il governatore Haruhiko Kuroda ha aperto nuovamente alla possibilità di nuovi stimoli monetari nel mese di settembre. Su questa spinta, il Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,32%. Il Giappone è preoccupato intanto per il tifone, che si è avvicinato alla capitale con la conseguenza che oltre 400 voli sono stati cancellati ed è rallentato il traffico su strade e ferrovia.

 

Tra gli effetti di un possibile rialzo del costo del denaro negli Stati Uniti, c'è stato il rafforzamento del dollaro. Oggi però l'euro chiude sopra 1,13 dollari: la moneta europea passa di mano a 1,1324 dollari e 113,61 yen. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è stabile sopra 115 punti base, con il rendimento del decennale italiano all'1,12%. Al netto del vertice di Ventotene, l'agenda macroeconomica del Vecchio continente si presenta scarica. Poco da raccontare anche negli Usa: l'attività economica nazionale americana ha guadagnato slancio in luglio, recuperando terreno dopo una prima parte dell'anno a passo più lento. L'indice che ne misura la performance, stilato dalla Fed di Chicago, è salito a +0,27 punti in luglio, dopo i +0,05 punti di giugno, dato rivisto al ribasso dai +0,16 punti della prima stima (l'agenda della settimana).

 

Il petrolio tratta in netto ribasso a New york con gli operatori che chiudono le loro posizioni dopo i forti rialzi della scorsa settimana: il Wti con consegna a settembre, ha ceduto in avvio 1,24 dollari a quota 47,28 dollari al barile.

 

(La Repubblica)