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Listini deboli con le banche, vigile attesa per le parole di Janet Yellen sui tassi Usa

 

Gli investitori sperano di avere indicazioni dalla Fed, intanto la volatilità è ai minimi dell'anno. Piazza Affari lima l'1%, anche Mediaset e Unicredit ritracciano. L'euro chiude sotto quota 1,13 dollari, alti e bassi del petrolio. Ocse: rallenta ancora la crescita

 

di RAFFAELE RICCIARDI

 

25 agosto 2016

 

MILANO - I mercati azionari chiudono deboli alla vigilia del discorso di Janet Yellen, la presidente della Federal Reserve, nel simposio annuale di Jackson Hole, evento di inizio stagione per i banchieri centrali. Gli osservatori si aspettano indicazioni sul prossimo rialzo dei tassi americani, ma i più credono che Yellen proverà a lasciarsi aperte tutte le porte facendo capire che gli investitori non devono cullarsi sugli allori e che una stretta monetaria sarebbe possibile già da settembre, pur rimandando le scelte definitive alle risposte che arriveranno dalle rilevazioni macroeconomiche di inizio mese. Secondo l'andamento dei Fed Funds, che anticipano le prossime mosse di politica monetaria, bisognerà aspettare dicembre per vedere la risalita del costo del denaro Usa.

 

Intanto sui mercati sembra regnare un'attesa vigile: nota Bloomberg che le fluttuazioni degli indici dell'area Asia-Pacifico nelle ultime due settimane sono state ai minimi dal 2012 e gli indicatori di volatilità sulle Borse di Usa, Europa e Giappone sono ai minimi dell'anno. Le Piazze del Vecchio trattano oggi deboli, dopo i recenti guadagni trainati - soprattutto a Milano - dal settore bancario. Su quest'ultimo scattano invece le prese di profitto e Piazza Affari chiude in rosso dell'1,07%. Chiusura in negativo anche per le altre Borse europee: Francoforte arretra dello 0,88%, Parigi lima lo 0,65% e Londra tiene meglio a -0,28%. Incerta Wall Street: il Dow Jones e il Nasdaq, partiti male, recuperano al +0,1% quando in Europa chiudono gli scambi. Ieri il listino tecnologico è stato azzoppato dai commenti di Hillary Clinton, candidata democratica alle prossime elezioni presidenziali Usa, contro "l'ultimo esempio di aziende farmaceutiche che approfittano dei consumatori" con rialzi insostenibili dei prezzi dei farmaci: l'industria e gli speculatori temono una stretta.

 

Sulla Borsa Italiana si confermano i protagonisti delle ultime sedute: attenzione a Mediaset nel giorno del cda di Vivendi, che però non dovrebbe portare ancora a nuove offerte per uscire dalle secche della battaglia sul controllo di Premium, che ha portato l'azienda italiana - con la controllante Fininvest - ad aprire un contenzioso legale da oltre 2 miliardi di euro. Altra osservata speciale è Unicredit, che nelle ultime due sedute ha recuperato terreno fino a 2,26 euro tornando alle valutazioni di fine luglio, prima della pubblicazione degli stress test sulle banche. Oggi prevalgono invece le prese di profitto, condivise con gli altri istituti di credito. Menzione speciale per Bper, che secondo le indiscrezioni di Mf affronta oggi in cda una proposta d'acquisto per acquisire Banca Marche e Banca Etruria investendo 300 milioni di euro, dopo che i relativi bandi sono stati congelati per l'insufficienza delle offerte ricevute dai fondi americani interessati.

 

Dal fronte macroeconomico si registra il calo da 102 a 101 punti ad agosto dell'indice che misura la fiducia delle imprese francesi. L'indice Ifo tedesco, che misura le attese delle imprese, è sceso ancora ad agosto a 106,2 dal 108,3 di luglio, già in flessione dal dato di giugno. L'indice era atteso in ripresa a 108,5 punti, invece è peggiorato al di sotto del livello dello scorso mese. Il Pil dei paesi Ocse rallenta al +0,3% congiunturale nel secondo trimestre dal +0,4% dei precedenti tre mesi, mentre in Italia l'economia frena su base trimestrale a quota zero da +0,3%. Negli Usa si registra un calo di mille richieste di sussidi per la disoccupazione a quota 261mila (meglio delle attese), così come hanno superato le aspettative gli ordini di beni dureboli: +4,4% a luglio. Si è invece fermato a 50,9 punti ad agosto l'indice Pmi sui servizi, confermando il livello di luglio. Lo spread tra Btp e Bund è stabile a 120 punti ma il rendimento dei titoli governativi della zona euro è in leggera risalita, con il decennale italiano all'1,15%.L'euro chiude in rialzo ma sotto quota 1,13 dollari: la moneta unica passa di mano a 1,1281 dollari e guadagna terreno anche nei confronti dello yen a quota 113,41.

 

In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in lieve calo: l'indice Nikkei ha registrato un -0,25% a quota 16.555.95 e il più ampio indice Topix ha registrato un calo dello 0,19%. La Banca centrale cinese si è mossa per frenare la speculazione sui bond e nelle ultime due settimane ha diminuito i repo, i prestiti pronti contro termine, cioè quei prestiti a breve che fa alle banche e che vengono utilizzati per immettere liquidità nel sistema bancario. Il problema è che le banche li impiegano per comprare titoli obbligazionari, e ieri la Pbc ha sostituito i prestiti repo a sette giorni con operazioni più lunghe a 14 giorni drenando liquidità dal sistema.

 

I prezzi del petrolio vanno in altalena, oscillando verso l'alto, per la speranza di un congelamento della produzione Opec, al prossimo vertice di Algeri, e verso il basso, dopo l'aumento a sorpresa delle scorte Usa. Quando volgono al termine gli scambi europei, il Wti recupera lo 0,3% a 46,9 dollari al barile, il Brent segna un rialzo di mezzo punto percentuale a 49,3 dollari. Oro stabile: è scambiato a 1.322 dollari.

 

(La Repubblica)