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L'Ue ai produttori di elettrodomestici: "Non togliete dal mercato i pezzi di ricambio"

Il pacchetto Ecodesign prevede misure contro l’obsolescenza di tv, lavatrici, lavapiatti e frigoriferi

 

di FEDERICO FORMICA

09 Febbraio 2019

 

Succede a tutti, prima o poi: si rompe un elettrodomestico e l’unica soluzione possibile è quella di comprarne uno nuovo, anziché ripararlo. Perché i pezzi di ricambio non sono più in commercio, o ci vorrebbero troppe settimane per riceverli a casa.

 

Ora L’Unione Europea sta preparando un pacchetto di misure che metterà un freno all’obsolescenza di frigoriferi, televisori, lavastoviglie e lavatrici. Il cosiddetto “pacchetto Ecodesign” è già pronto e al vaglio di Parlamento e Consiglio. Se le due istituzioni non porranno veti la Commissione Europea lo potrà adottare già nelle prossime settimane, comunque entro la fine di febbraio.

 

Uno dei provvedimenti più importanti - e più richiesti dalle associazioni di consumatori europee negli ultimi anni - è l’obbligo, per i produttori, di non ritirare dal mercato i pezzi di ricambio per un periodo minimo che va dai 7 ai 10 anni. Molto spesso infatti la maggiore difficoltà per gli utenti è proprio quella di sostituire un pezzo rotto, magari perché il proprio elettrodomestico ha superato il decennio di vita. L’Ecodesign prevede anche che i consumatori siano informati su come manutenere e riparare i propri apparecchi.

 

C’è di più: le aziende produttrici dovranno garantire l’invio dei pezzi di ricambi entro massimo tre settimane. Un’attesa ritenuta ancora troppo lunga dal Beuc, l’organizzazione che riunisce le principali associazioni di consumatori di tutta Europa, che muove un’altra critica al provvedimento: “Alcuni pezzi di ricambio verranno spediti solo ai riparatori professionali: una scelta che penalizza tutti quegli utenti che hanno le competenze e la voglia di ripararsi l’elettrodomestico da soli”.

 

Ma il pacchetto prevede una serie di norme a tutela della salute. Una delle più importanti è il divieto di utilizzo dei ritardanti di fiamma nell’assemblaggio degli schermi tv. Si tratta di sostanze che hanno, appunto, l’effetto di ritardare il processo di combustione nel caso di incendi. Il problema è che alcuni studi hanno ritrovato residui di questi composti chimici nel sangue e nel latte materno. Ora la palla passa alle aziende, che dovranno trovare un’alternativa meno invasiva.

 

(La Repubblica)