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Pace fiscale, via alle domande per chiudere le liti pendenti

Scadenza fissata al 31 maggio. Entro lo stesso termine anche il versamento della prima rata

di ANTONELLA DONATI

19 Febbraio 2019

Al via la pace fiscale chi ha liti in corso con l'Agenzia delle entrate. Sul sito il modello per presentare la domanda che consentirà di chiudere la vertenza pagando solo una parte delle somme contestate, evitando in ogni caso l'aggravio di sanzioni e interessi. Chi ha vinto in primo grado e secondo grado eviterà altre spese legali versando solo il 5% di quanto inizialmente richiesto.

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I giudizi in corso

Questa nuova definizione agevolata riguarda le cause per le quali il ricorso in primo grado sé stato notificato entro il 24 ottobre 2018. Le somme da versare variano a seconda del grado di giudizio e della sentenza. Interessate le liti pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione e anche a seguito di rinvio. Al 30 settembre i giudizi in corso erano pari a 399.058, l'8% per cento in meno rispetto al 2017. Quanto invece alle liti chiuse in primo grado le sentenze favorevoli alle Entrate hanno sono state pari al 47%, 31% le vittorie dei contribuenti e l'11% i giudizi intermedi. Anche in secondo grado i giudici tributari hanno dato ragione alle Entrate nella maggior parte dei casi, ossia nel 45% delle sentenze, mentre i contribuenti hanno sconfitto il Fisco nel 37% delle liti.

Quando l'Agenzia ha perso

Chi ha avuto ragione nei primi due gradi di giudizio e non vuol pagare altre spese legali, potrà chiudere la lite versando una quota minima rispetto alla somma inizialmente contestata. Per le cause pendenti in Cassazione al 19 dicembre 2018, infatti, è dovuto solo un importo pari al 5% del valore della controversia. Se si tratta di lite pendente in secondo grado si potrà chiudere pagando il 15%. Dovuto invece il 40% se si tratta di vittoria in primo grado.

Se ha perso il contribuente

Nel caso invece di sentenza di primo grado favorevole alle Entrate, se non si vuol rischiare oltre, la quota dovuta per chiudere è pari al 90% della somma contestata. Dovrà versare invece il 100% delle somme chi vuol evitare di procedere avendo perso in primo grado, oppure in caso di o di ricorso notificato al 24 ottobre 2018, ma non ancora depositato.

Come si chiude

Per definire le liti è necessario presentare la domanda entro il prossimo 31 maggio utilizzando i modello a disposizione sul sito delle Entrate. Entro la stessa data deve anche essere effettuato il pagamento del dovuto. Se la somma non supera i 1.000 euro si deve versare in un'unica soluzione. Altrimenti è possibile pagare fino ad un massimo di 20 rate trimestrali. In ogni caso per aderire si dovrà mettere mano al portafogli, dal momento che per aderire alla definizione agevolata non è ammesso il ricorso alla compensazione.

(La Repubblica)