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Decretone, stretta contro i finti divorzi: c'è l'accordo M5s-Lega

Il governo trova la quadra su alcune proposte di modifica. Come le strette anti-furbetti e le maggiori risorse per i disabili. Ma saltano gli incentivi per chi assume colf e badanti. Ancora stallo nei lavori al Senato: le opposizioni insorgono

19 Febbraio 2019

MILANO - In un clima infuocato per le proteste delle opposizioni, il decretone che contiene reddito di cittadinanza e quota 100 perde qualche pezzo, o meglio lascia per strada alcune accarezzate proposte di modifica. Niente sconti per le famiglie che assumono colf e badanti; e alt pure alla mini-tassa per attirare in Italia lavoratori dall'estero. Ma M5S e Lega trovano l'accordo su alcuni temi.

Proposte del governo

A Palazzo Chigi intanto un vertice di governo trova l'intesa su alcuni emendamenti anti-furbetti. Saranno esclusi dal reddito di cittadinanza i separati o divorziati per finta, che hanno cioè cambiato residenza dopo l'1 settembre 2018 e non riescono a dimostrare di vivere separati (ci saranno scrupolosi controlli dei vigili urbani). Così anche - e per 5 anni - chi rilascia dichiarazioni mendaci. Viene ampliato il monte ore per servizi sociali: con l'accordo del Comune e del beneficiario si può passare da 8 a 16 ore. L'altra attesa modifica per i disabili arriverà invece alla Camera. La Lega spinge per 400 milioni in più per ampliare la platea del reddito (in realtà 373 milioni il primo anno, 460 milioni dal secondo). Ma per questo occorre cambiare la scala di equivalenza (ogni 0,1 in più costa 80 milioni) con cui si calcola l'assegno e trovare le coperture. In cambio la Lega ha ritirato le proposte più spinose: dal tetto temporale al reddito al divieto di sommare il bonus assunzioni con il bonus Sud.

Proposte del Parlamento

L'emendamento M5S che proponeva di estendere gli incentivi per chi assume beneficiari del reddito anche ai datori di lavoro domestico è stato bocciato per problemi di coperture dalla commissione Bilancio del Senato e sarà di conseguenza cassato anche dalla commissione Lavoro. Una decisione "inaccettabile" per Assindatcolf, l'Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, secondo la quale "quello della copertura economica è un falso problema, riteniamo infatti che dietro la bocciatura dell'emendamento del M5S ci sia una precisa volontà, l'ennesima disattenzione della politica dei confronti delle famiglie e di un comparto che, al contrario, avrebbe potuto rappresentare un bacino privilegiato di posti di lavoro nei quali ricollocare percettori di RdC".

Era invece della Lega la modifica che riscrive gli attuali incentivi di attrazione del 'capitale umanò dall'estero; e come la proposta del M5s è stata bocciata dalla commissione Bilancio del Senato perché troppo costosa. La proposta consentiva a chi sceglieva di trasferire la residenza in Italia di pagare le tasse per 5 anni solo sul 30% del reddito, percentuale che scendeva al 10% per chi sceglieva le regioni del Sud. Lo sconto durava per altri 5 anni per chi veniva con almeno un figlio o comprava casa, ma pagando sul 50% del reddito.

Ieri le minoranze hanno puntato il dito contro le lungaggini nel valutare le modifiche al provvedimento e contro il presidente M5s della commissione Bilancio al Senato, Daniele Pesco. Il provvedimento che introduce il reddito di cittadinanza e l'anticipo pensionistico di quota 100 si è piantato in commissione Lavoro di Palazzo Madama. Gli emendamenti arrivati a valanga - circa 1.600 - non sono stati del tutto sfoltiti. Non si sa quali sono ammissibili e quali no. E soprattutto quanti sono i "segnalati", ovvero le proposte di modifica più importanti, destinate al voto. Anche oggi, in giornata, è arrivato uno slittamento dei lavori con la riconvocazione dei lavori a partire dalle 18 per andare avanti a oltranza. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha quindi deciso che l'approdo all'Aula sarà lunedì e i 'nodi' politici sarrano sciolti alla Camera.

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"Ieri e nei giorni scorsi è successo nuovamente un fatto molto grave per la nostra democrazia parlamentare", ha affermato Andrea Marcucci, presidente dei senatori del Pd. I lavori, ha aggiunto, "non si sono svolti per la gran parte" della settimana "e mi domando il perché. Lo stesso presidente Pesco ha denunciato una difficoltà del Governo in questa fase. Credo ci sia bisogno di incontrarci velocemente e capire cosa stia succedendo". Intanto a Palazzo Chigi la maggioranza si è data appuntamento per trovare una quadra sui nodi sul tavolo: alla riunione partecipano il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, i sottosegretari all'Economia, Laura Castelli e Massimo Garavaglia, il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.Il vicepremier del Carroccio, Matteo Salvini, è impegnato a Bari per un comizio.

Fino ad ora dalla sottosegretaria al Mef, Laura Castelli (M5s), sono arrivati impegni "a trovare le risorse per l'Aula" per alcuni temi "molto sensibili" riguardanti le proposte di modifica su reddito e pensione di cittadinanza. Alcune proposte di modifica risultano "molto onerose", ha spiegato l'esponente dell'esecutivo, e per questo sono state bloccate dalla commissione, tra queste anche l'emendamento della Lega che vuole estendere la pensione di cittadinanza ai nuclei con persone under 67 se in famiglia sono presenti disabili.

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(La Repubblica)