News

Pedinato la Vigilia di Natale e licenziato: "Al supermarket durante i permessi 104"

La Corte di Cassazione dà ragione all'industria campana che ha allontanato il lavoratore. "Legittimo utlizzare degli investigatori privati per i controlli, anche se non hanno la licenza"

di ALDO FONTANAROSA

20 Febbraio 2019

ROMA - Il Sud Italia dei film di Checco Zalone e Alessandro Siani - dove lavorare seriamente è un'optional - forse non esiste più. Non esiste più quantomeno in Campania dove un'azienda fa pedinare un dipendente, che sospetta infedele, addirittura il 24 dicembre. La Vigilia di Natale.

E' vero: gli investigatori privati che seguono e fotografano il dipendente non sono del tutto in regola; mancano delle licenze prefettizie per svolgere questa attività di investigazione. Ma alla fine i giudici considerano legittimi i controlli degli investigatori privati e convalidano il licenziamento del dipendente in tutti e tre i gradi di giudizio. Dunque ormai in modo definitivo (come scrive il sito Cassazione.net).

Troppo grave - secondo i giudici - è la colpa di questo operaio, che lavora in un'industria dolciaria di prima fascia. E' andato al supermercato a fare acquisti personali sfruttando i permessi che la legge 104 gli assegnava per assistere un familiare gravemente ammalato.

Altro che "Benvenuti al Sud". Per documentare la slealtà del suo dipendente, l'azienda fa pedinare l'operaio - che è inquadrato al quarto livello sui sei previsti dal contratto del settore alimentare - quando meno te lo aspetti: il 22, il 23 e il 24 dicembre del 2014.

I giudici, in verità, non tengono conto del comportamento dell'operaio in queste tre giornate di dicembre perché la sua azienda è chiusa, per le festività natalizie. Il problema è che l'operaio tradisce la fiducia della sua impresa anche in una giornata di gennaio e poi in due, di febbraio del 2015.

In queste tre giornate del 2015, l'operaio va ad assistere il familiare solo per un'ora e mezza mentre spende in resto del tempo in "attività personali" (come fare acquisti al supermarket).

La sua condotta è talmente grave da meritare - decidono il Tribunale di Napoli e poi la Corte di Appello - la "massima sanzione espulsiva". Cioè il licenziamento.

La Corte di Cassazione, che valuta la legittimità dei processi di primo e secondo grado, ora non ha dubbi. L'azienda ha tutto il diritto di affidare agli investigatori privati il controllo del dipendente che si assenta dal posto di lavoro utilizzando i permessi 104.

Se il controllo all'interno dello stabilmento spetta al solo datore di lavoro, quello esterno può essere delegato agli investigatori (per quanto improbabili, visto che non hanno le licenze).

L'operaio, dunque, va licenziato perché il suo comportamento "priva ingiustamente" l'impresa della "prestazione lavorativa"; e perché gli procura "indebitamente" l'indennità dell'Ente previdenziale "sviando l'intervento assistenziale".

(La Repubblica)