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Bce, nel 2018 l'utile è salito a 1,6 miliardi

Trecento milioni in più per i maggiori interessi su titoli in dollari e bond acquistati con il Quantitative easing. Al governatore Draghi uno stipendio lordo da 400mila euro

21 Febbraio 2019

MILANO - I maggiori interessi ricevuti per i titoli in dollari e dalle obbligazioni messe in portafoglio con il Quantitative easing hanno fatto crescere l'utile della Banca centrale europea, che nel 2018 si è attestato a 1,57 miliardi di euro: 300 milioni in più dell'anno precedente.

Questi proventi sono distribuiti da Francoforte alle Banche centrali nazionali dell'Eurozona: il consiglio direttivo ha deciso di versarne 1,19 miliardi come acconto sul dividendo al 31 gennaio scorso e ieri ha deciso di distribuire la quota residua, 384 milioni, domani 22 febbraio.

La prosecuzione del Qe, che è stato "spento" a fine anno fatti salvi i re-investimenti dei titoli in scadenza che continueranno anche oltre il primo rialzo dei tassi, ha fatto crescere lo stato patrimoniale della Bce dell'8%, a quota 447 miliardi di euro. Nel complesso, lo stato patrimoniale dell'Eurostistema (ovvero della rete di Banca centrale europea e istituti nazionali, che hanno portato avanti in maniera coordinata gli acquisti) è cresciuto del 5% superando i 4.700 miliardi. Le consistente del solo programma di acquisto di titoli sono arrivate a 2.570 miliardi.

Del vecchio programma Smp restano ancora consistenze per circa 74 miliardi di nominale: oltre 40 miliardi sono titoli italiani, con una vita residua media di un anno e mezzo. Gli interessi attivi netti maturati su questo Programma per il mercato dei titoli finanziari si sono ridotti a 384 milioni di euro (447 milioni nel 2017). Gli interessi attivi della Bce relative ai soli titoli di Stato greci sono stati di 127 milioni di euro (154 milioni nel 2017).

Tra le voci messe in evidenza nel bilancio si legge che i contributi a carico delle banche e gruppi finanziari vigilati ammontano a 518 milioni di euro, in aumento dai 437 milioni del 2017. Francoforte spiega che "sono richiesti per coprire le spese sostenute nell'assolvimento delle funzioni di vigilanza". L'aumento registrato nel 2018 è connesso in prevalenza ai lavori per le valutazioni approfondite e per le prove di stress dell'Autorità bancaria europea, precisa la Banca centrale. In crescita anche i costi di amministrazione (da 539 a 599 milioni) per le nuove funzioni di vigilanza, mentre quelli del personale sono scesi da 535 a 515 visto che è venuto meno un onere straordinario contabilizzato nel 2017 relativo a benefici a lungo termine e tfr del personale.

Da ultimo, il classico specchietto sulle remunerazioni dei governatori mostra che il presidente della Bce, Mario Draghi, nel 2018 ha percepito uno stipendio base di 401.400 euro rispetto ai 396.900 euro del 2017. Il dato del governatore italiano Visco, relativo al 2017, era di 450mila euro. Il vicepresidente Vitor Constancio, rimasto in carica fino a maggio 2018, ha ricevuto 143.360 euro, mentre il suo sostituto Luis de Guindos ha percepito da giugno 200.704 euro. Agli altri membri del comitato esecutivo sono andati 286.704 euro a testa per un totale di 1,892 milioni per l'intero board.

(La Repubblica)