News

Moody's, rinvia il giudizio, resta la più "severa" con l'Italia

In serata l'agenzia di rating ha aggiornato il calendario: per ora nessun intervento. A ottobre aveva declassato il Belpaese, oramai solo un livello sopra la "spazzatura"

 

15 Marzo 2019

 

MILANO - E' al momento la più severa delle agenzie di rating, quella che tiene l'Italia soltanto a un passo dal livello "spazzatura". E non cambierà: venerdì sera Moody's ha annunciato di aver cambiato il suo calendario e non aggiornerà per ora il giudizio sul Belpaese. A metà ottobre, Moody's aveva tagliato il suo voto alla solidità italiana: portando il rating (GLOSSARIO) a Baa3, ha messo l'Italia solo un gradino sopra il grado speculativo, quello che si attribuisce ai Paesi (o agli emittenti di debito in genere) che offrono alti rendimenti a fronte di maggiori rischi di non esser capaci di rimborsare i propri creditori.

 

Allora, il Paese era impegnato nella trattativa con l'Europa che stava portando lo spread tra Btp e Bund tedeschi su livelli di guardia. Poi, come sappiamo, il governo ha fatto retromarcia sui suoi obiettivi di deficit e la procedura d'infrazione di Bruxelles è rientrata. E così anche sul fronte dei titoli di Stato è tornata un po' di calma, anche se resta un conto miliardario da pagare nei prossimi anni per i livelli di rendimento che intanto sono stati raggiunti nelle aste di Btp. Se allora preoccupava l'extra-deficit per finanziare misure di scarsa incisività sulla crescita, con conseguenze nefaste per il debito/Pil, oggi si sono materializzati i fantasmi della recessione. L'Istat ci ha messo in recessione tecnica ufficialmente già con i segni negativi del terzo e quarto trimestre 2018, l'Ocse è arrivata addirittura a pronosticare un intero anno (il 2019) con il segno meno davanti al Pil.

 

 

La scala dei rating - Teleborsa

 

Insomma, non è certo un quadro roseo quello intorno alle finanze italiane. Anche se - vista dall'occhio di Moody's - una nuova azione immediata con taglio alla pagella sarebbe un segnale molto forte: l'ultimo outlook assegnato (ovvero una prospettiva su cosa possa accadere del rating) è "stabile" e il taglio è ancora fresco. S&P e Fitch, le altre due agenzie principali, ci danno ancora un doppio cuscinetto (due gradini o "notch") sopra il livello speculativo o "junk" (spazzatura). Mantenere le distanze è fondamentale perché, in caso di scivolamento tra i titoli speculativi, molti fondi dovrebbero automaticamente liberare il portafoglio dei nostri titoli di Stato (in particolare quelli, come i fondi pensione, che puntano alla stabilità degli investimenti più che ai maxi-guadagni in poco tempo), rendendo più complicata la vita al Tesoro.

 

Dal glossario

Agenzie di rating

 

Le agenzie di rating hanno come attività principale la valutazione del "merito di credito" delle aziende che emettono titoli, delle agenzie, degli Stati o di un particolare strumento finanziario. Si tratta di un giudizio sulla solidità e sulla solvibilità di un emittente, ovvero sulla sua capacità di restituire il denaro che prende a prestito. Il giudizio discende da una analisi periodica dei bilanci dell'emittente: tenendo conto di spese, ricavi, flussi di cassa e patrimonio, le agenzie valutano la sostenibilità del debito dell'emittente. Esprimono il loro giudizio attraverso il rating, che si concretizza in una scala alfanumerica, una 'pagella' che rappresenta il grado di capacità dell'emittente di far fronte agli impegni, secondo le modalità e i tempi prestabiliti. La scala varia a seconda degli istituti, in linea di massima va dalla tripla A (massima affidabilità) alla D (default, insolvenza). La valutazione è sulla base dei bilanci, dei fondamentali economici e finanziari. Prima di procedere, l'agenzia deve necessariamente avvisare di aver posto sotto osservazione le prospettive di rating, esplicitando se lo ha fatto con implicazioni postive o negative.

 

IL RATING DELLE NAZIONI Il rating è importante perché i titoli con giudizio inferiore alla sufficienza (i cosiddetti titoli 'spazzatura') non possono esser portati alla Bce come collaterali nelle operazioni di finanziamento del sistema bancario. Molti fondi d'investimento, come quelli che gestiscono i risparmi del sistema pensionistico in alcuni Paesi, hanno poi criteri di impiego delle risorse che escludono i titoli al di sotto di una determinata soglia, per non incorrere in rischi eccessivi. Altra componente della valutazione delle agenzie è l'outlook, che può essere positivo; stabile; negativo. In questo caso, la valutazione anticipa la possibilità che l'economia di un Paese o il bilancio di una società si muova in una delle diverse direzioni e questo possa in un futuro prossimo portare a un cambiamento nel rating. Le principali agenzie di rating sono Fitch Investors Service, Moody's e Standard & Poor's. Oltre a queste, che operano dagli inizi del secolo scorso, si è recentemente imposta a livello internazionale Dbrs e ha fatto parlare di sé la cinese Dagong. Il ruolo delle agenzie di rating non è stato esente da dubbi e forti critiche. La grande accusa nei loro confronti è di non aver previsto i grandi crack che hanno riguardato i titoli tossici e trascinato sul lastrico moltitudini di risparmiatori; o di aver agito in maniera intempestiva, in quella che alcuni hanno definito "dittatura" che ha avuto pesanti ripercussioni sulla finanza globale e sull'economia. Esempi sono i titoli tossici dei casi Parmalat, Enron, Lehman Brothers, o il downgrading di molti Stati europei agli inizi del 2012. In molti casi, queste azioni hanno avuto strascichi in tribunale. C'è poi il tema del conflitto di interessi, viso che le agenzie sono società che fanno utili. Tra i loro azionisti possono riesiedere grandi fondi d'investimento che operano sui mercati, mossi dai giudizi delle stesse agenzie. Inoltre, i proventi delle agenzie arrivano in parte dalle stesse società vigilate.

 

(La Repubblica)