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La flat tax: contro il Sud e per i ricchi

La previsione resta di un Pil negativo nel Mezzogiorno: "Colpisce l'assenza di strategia". Critiche dai sindacati, la Cgil sulla tassa piatta: "Privilegi ai ricchi"

 

15 Aprile 2019

 

MILANO - Lo Svimez, in audizione sul Def, mette nel mirino le misure previste e abbozzate dal governo di Lega e M5s in relazione alle loro ricadute territoriali. Per la tassa piatta - che la Lega vorrebbe al 15% fino a 50mila euro - in sostituzione del meccanismo Irpef con relative detrazioni e deduzioni, la diagnosi è che "non appare in grado di corrispondere al necessario rilancio della domanda interna". Per l'Istituto, la modifica del Fisco sui redditi da lavoro, al di là dell'impatto sui conti pubblici, "avrebbe una ricaduta territoriale fortemente asimmetrica, a svantaggio del Mezzogiorno, l'area con redditi più bassi". Secondo il direttore Luca Bianchi, anche eventuali aumenti dell'Iva o riduzioni della spesa pubblica "avrebbero un impatto significativamente maggiore sul Mezzogiorno" risultando "insostenibili".

 

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Gli effetti Nord-Sud

Nel complesso, il quadro stimato dallo Svimez dice che il Pil tendenziale (ovvero quello che non tiene conto delle nuove iniziative di legge) è in modesto incremento nel Centro-Nord, +0,2%, mentre nel Sud - anche alla luce dell'inversione di tendenza del mercato del lavoro del 2018 - il Pil è previsto in riduzione di due decimi di punto. Su questo scenario di base, dallo Svimez vengono poi stimati gli effetti territoriali dell'introduzione del Reddito di Cittadinanza. Se nel complesso si stima che l'impatto valga 0,1 punti di Pil, a livello nazionale, la maggior concentrazione di beneficiari a Sud sposta il bilancio delle ricadute sul Mezzogiorno. Alla fine dei conti, l'impatto sul Pil è stimato del +0,14% al Sud contro il +0,07% nel Nord nel 2019 e 0,35% contro 0,14% nel 2020 e 2021.

 

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"Con riferimento agli investimenti non è prevedibile, invece, una significativa accelerazione nel 2019, anche per i modesti effetti che possono avere nell'anno provvedimenti quali lo 'Sblocca cantieri' e il 'Decreto crescita', emanati in questi giorni". Alla luce di tali considerazioni, le previsioni della crescita "programmatica" per il 2019 sono ancora negative nel Mezzogiorno (-0,06%) e positive nel Centro-Nord a +0,27%. E "colpisce, In questo quadro, la mancanza di una strategia specifica per il Mezzogiorno".

 

Le critiche dei sindacati

"Nonostante il Governo certifichi gli errori fatti sulle stime di crescita e l'eccesso di ottimismo nelle valutazioni di impatto delle misure messe in campo con la legge di bilancio 2019, conferma le scelte fatte e procede con misure economiche piegate al consenso elettorale", ha detto la Cgil, per voce del vicesegretario generale Gianna Fracassi, in audizione.

 

Proprio sulla tassa piatta, sempre la Cgil in attacco: "Il Governo evoca, senza risorse e stime di impatto, una riforma fiscale basata sulla revisione delle agevolazioni fiscali e sull'introduzione di nuova flat tax per i redditi familiari. L'obiettivo di una redistribuzione fiscale a vantaggio dei ceti medi e bassi è condivisibile ma non appare comprensibile che la riforma venga legata a doppio filo a una misura ingiusta e regressiva, tanto più su base familiare". Per il sindacato, iun sistema fiscale "a una-due aliquote, finanziato con la riduzione delle spese fiscali non può generare vantaggi ai lavoratori e ai pensionati più di quello che porterà ai redditi più alti".

 

Per la Uil, rappresentata da Pierpaolo Bombardieri, il Def è un documento "generico, in quanto non delinea un quadro preciso programmatico degli interventi da prendere nella legge di bilancio, ma si tracciano soltanto i titoli e si fanno solo annunciazioni di principio". Mancano, per il sindacato, "risposte concrete e coraggiose per il rilancio della crescita".

 

Anche la Cisl, sul punto flat tax, parla di "rischio distorsioni e inaccettabili vantaggi fiscali". E solleva poi un altro problema: "Il Def in nessuna parte indica un'intenzione di procedere alla sterilizzazione degli aumenti Iva" e guardando al balzo dell'inflazione stimato per il prossimo biennio (2,3% nel 2020 e 1,9% nel 2021) si "rafforza l'idea che il Governo non pensi al momento" al blocco delle clausole. Per il sindacato, aumenti Iva, anche parziali, avrebbero "effetti recessivi sui consumi" e "di equità", oltre che di incentivo "all'evasione e al sommerso".

 

Confindustria apprezza dl Crescita e Sblocca cantieri

I due decreti legge, Crescita e Sblocca cantieri, "fanno registrare una positiva inversione di tendenza nelle politiche del Governo, nella direzione di una ritrovata attenzione alla crescita". Con alcune misure come superammortamento, revisione della mini-Ires e potenziamento del Fondo di garanzia per le Pmi, "sembra si punti a rimediare a lacune e debolezze dell'ultima legge di bilancio": è questa, ben diversa dalle precedenti, l'affermazione della Confindustria nel corso dell'audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e senato impegnate nell'esame del Def.

 

Proprio sul Documento di economia e finanza, anche viale dell'Astronomia è comunque critica. "Dice poco sulle principali linee della prossima Legge di bilancio. Dice che il deficit calerà e quindi implicitamente si assume che l'IVA aumenterà; ma allo stesso tempo lascia aperta la possibilità che questo non avvenga, senza però spiegare quali misure compensative verranno messe in campo. Si parla di flat tax senza spiegare come verranno reperite le risorse. Questo atteggiamento rischia di aumentare l'incertezza e rallentare l'economia". Per gli industriali, invece, serve "chiarezza sulle direttrici di politica economica".

 

(La Repubblica)