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Migranti, Salvini indietro tutta: "Gli irregolari sono 90 mila"

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Il ministro dell'Interno sostiene che i clandestini non sono 500 mila o 600 mila come aveva dichiarato in campagna elettorale, ma molti di meno. M5S all'attacco: "lo fa per negare che sui rimpatri siamo ancora indietro". Il Pd: "Emergenza finita, le ronde possono rientrare"

di Giampiero Di Santo

E adesso l'invasione di clandestini non c'è più. Anzi, diciamola tutta, non c'è mai stata. Perché al massimo gli irregolari di cui parlava il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini sono circa 90.000 in quattro anni, o al massimo qualche decina di migliaia in più. Ma 120.000 persone nella peggiore delle ipotesi sono un numero ben lontano dai 600.000 strombazzati da Salvini nella campagna elettorale che ha portato alla fine i gialloverddi al governo. E il dato, clamoroso in sé, diventa ancora più clamoroso se si pensa che è stato Salvini in persona, oggi, ad annunciarlo: "Negli ultimi quattro anni e mezzo, il numero massimo stimabile degli immigrati irregolari in Italia è di circa 90mila. Una cifra importante, ma non sono le centinaia di migliaia che temevamo in molti". Sì, "temevamo", Salvini ha usato proprio questa espressione. Ma in realtà, nei mesi precedenti le elezioni del 4 marzo 2018, il refrain salviniano era ben diverso: "Ci sono almeno 600.000 irregolari in Italia. Con le dovute maniere vanno allontanati tutti. Altrimenti si alimenta la confusione". Cifra poi confermata nel luglio scorso, in occasione di una riunione dei ministri degli Interni Ue in Austria: "L’Italia ha un pregresso di almeno 600mila clandestini, se non riusciamo ad espellerne più di 10mila l’anno, ci mettiamo 60 anni per recuperare il passato". Oggi, invece, si scopre che non era così. SSalvini ha infatti spiegato che dal 2015 sono sbarcati 478mila migranti: 268mila hanno lasciato l’Italia e sono presenze certificate in Paesi Ue e altri 119mila sono in accoglienza in Italia. Quelli di cui non c’è traccia sono 90mila: un numero molto più basso rispetto a quanto qualcuno va narrando in questi giorni". Una retromarcia sorprendente non meno della frase "rispetto a quanto qualcuno va narrando in questi giorni" pronunciata proprio da Salvini. Che forse, in difficoltà per l'offensiva del M5S anche sui migranti, con l'esortazione da parte di Luigi Di maio a parlare di meno e fare di più per i rimpatri dei migranti, ha scelto la strada del contrattacco senza pensare alle conseguenze politiche della sua operazione per così dire di "ricalcolo". Non è un caso che subito il M5S abbia replicato: "Sorprendono le parole del ministro dell’interno sui 90mila irregolari in Italia, visto che fu proprio lui a scrivere nel contratto di governo il numero di 500mila irregolari. Che tra l’altro è il numero reale, confermato da molte organizzazioni. Non capiamo il senso di dover anche smentire ciò che è riportato nel contratto di governo, forse perché sui rimpatri non è ancora stato fatto nulla?". "Dopo un anno che dal Viminale grida all’invasione, Salvini oggi scopre che non deve più rimpatriare i 600mila migranti irregolari che ci raccontava in campagna elettorale nel 2018", attacca Debora Serracchiani del Pd. "Avvisi i suoi caporali sui territori che possono stare tranquilli: missione compiuta, emergenza svanita, le ronde possono rientrare. La farsa dell’uomo in felpa e mitra, invece, continua". Salvini ha ammesso anche che il numero dei rimpatri è molto basso: nel corso del 2019 gli espulsi sono stati 2.021, una cifra comunque tre volte superiore al numero degli arrivati, 648 (mentre nei primi 4 mesi del 2018 erano sbarcati in 7610).

24/04/2019 19:19

(Italia Oggi)