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Le start up innovative hanno superato quota 10 mila

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Nel report del Mise le criticità delle dimensioni e delle risorse

 

Pubblicato il 15/05/2019

Ultima modifica il 15/05/2019 alle ore 17:15

W. P.

 

Una notizia che fa ben sperare, anche se con qualche criticità. Nel primo trimestre dell’anno le startup innovative italiane hanno superato per la prima volta quota 10 mila, attestandosi a 10.075 (31 marzo 2019). Il loro ruolo è sempre più importante: rappresentano il 3% di tutte le società di recente costituzione e coinvolgono oltre 55 mila soci e addetti. I dati sono quelli dell’ultimo Rapporto trimestrali del Mise (ministero dello Sviluppo economico) e di InfoCamere, con la collaborazione di Unioncamere.

 

Le start up innovative sono imprese giovani, in una duplice accezione: oltre ad essere tutte costituite da meno di 5 anni (come richiesto dalla norma), le startup presentano almeno un socio under 35 nel 42,9% dei casi, dato nettamente superiore rispetto al 33,7% registrato tra tutte le neo-imprese non innovative. La loro appartenenza di categoria è quella delle micro-imprese.

 

Solo 4 startup su 10 (4.271) hanno almeno un dipendente, e presentano in media non più di 3,1 addetti ciascuna, contro i 5,6 delle altre imprese di recente costituzione. I dati di bilancio delle startup innovative lasciano intendere le ridotte dimensioni delle imprese iscritte: il fatturato medio, ad esempio, supera appena i 150mila euro. Eloquente in questo senso l’età media delle 178 startup innovative che al 31 marzo 2019 riportano un fatturato superiore a 1 milione di euro: 3 anni e 11 mesi. Il valore complessivo espresso da questa nicchia, pari a ben 341 milioni di euro, rappresenta quasi il 40% del fatturato ascrivibile all’intera popolazione delle startup.

 

(La Stampa)