News

Tassa rifiuti più cara al Centro-Sud, dove il servizio non va

Uno studio di Ires-Cgil sui servizi locali descrive questo paradosso italiano. Il nostro Paese sta ottenendo buoni risultati nella raccolta differenziata. Ma restano in campo troppe discariche, soprattutto nel Mezzogiorno. Tante le auto private. Poco estese le metropolitane, mentre i bus in circolazione sono vecchi e inquinanti

 

21 Maggio 2019

 

ROMA - Il danno e la beffa. Gli italiani del Centro-Sud pagano una tassa rifiuti più alta che al Nord, in cambio però di un servizio peggiore. Uno studio Ires-Cgil Veneto - a cura di Giuseppe Barba - denuncia questo paradosso. Le regioni settentrionali associano una buona qualità nella raccolta (anche differenziata) a tariffe ragionevoli. Il Meridione, ma anche il Centro, spennano le famiglie a fronte di strade sporche e modelli di raccolta non corretti.

 

Le eccezioni in positivo sono tante nel Mezzogiorno, ma non ancora sufficienti. Negli altri Paesi europei, intanto, tariffe elevate portano quantomeno a una qualità dei servizi locali "superiore a quella media italiana" (dai rifiuti all'acqua, fino ai trasporti).

 

A proposito di rifiuti, un dato ci conforta. L’Italia ha una percentuale di raccolta differenziata più alta della media europea. Ma "ricorre ancora in maniera eccessiva alla discarica" (con punte gravi nel Mezzogiorno). La Germania invece eccelle in questo campo, "grazie a una raccolta differenziata molto sviluppata, mentre la parte residua è destinata all’incenerimento e la discarica è in pratica a zero".

 

Tassa rifiuti più cara al Centro-Sud, dove il servizio non va

 

 

Le persone hanno ben chiaro che la situazione non è ancora al meglio, qui da noi. "La soddisfazione dei cittadini per la pulizia di 83 città europee vede l’Italia all’ultimo posto, con solo il 34% di intervistati molto o abbastanza soddisfatti".

 

Tra i più delusi, chi paga tanto in cambio di servizi insufficienti. "Dei dieci Comuni con il costo più basso, otto sono al Nord (Belluno, Udine, Bolzano, Brescia, Pordenone, Trento, Mantova, Verona), e due al Sud (Potenza, Vibo Valentia). Dei dieci Comuni con il costo più alto, nove sono al Sud (Trapani, Cagliari, Salerno, Benevento, Reggio Calabria, Napoli, Ragusa, Agrigento, Caserta) e uno al Centro (Pisa).

 

L'italiano medio e la macchina privata. Un rapporto d'amore che nessuno può scalfire. Abbiamo 62 auto ogni cento abitanti. Un autentico primato europeo. I chilometri di metropolitana per abitante sono appena 3,59; i chilometri per abitante delle ferrovie suburbane arrivano a quota 10,31. E di nuovo siamo il fanalino di coda dell'Europa.

 

Per compensare questo deficit, il nostro Paese punta ancora sul trasporto in bus. Ma i mezzi - per quanto diffusi - restano i più vecchi d'Europa (con oltre 12 anni di età media). Vecchi e anche inquinanti. Solo il 13% dei mezzi sono in classe Euro 6, il 32% in classe Euro 5, il 55% in classe Euro 4 o inferiore.

 

In anni di grave emergenza ambientale, mentre imperversa la siccità, l'Italia continua a sprecare l'acqua. La rete di distribuzione accusa ancora perdite del 35% (contro il 22% della Spagna e il 7% della Germania). E poi ci sono le fogne. In Italia il 20% degli abitanti non è ancora collegato alla rete fognaria e il 30% agli impianti di depurazione.

 

Non a caso, il 31 maggio 2018, La Corte di Giustizia dell'Unione europea "ha condannato l’Italia a pagare" 25 milioni e una "penalità di 30 milioni per ogni semestre di ritardo" perché raccoglie e tratta le acque reflue urbane in modo non corretto, soprattutto al Sud.

 

Lo studio Ires-Cgil si chiama "I Servizi Pubblici Locali, infrastruttura per lo sviluppo e la cittadinanza. Una mappa critica sull’Italia".

 

(La Repubblica)