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WhatsApp entra nello studio medico. Sanità digitale, l'Italia spende di più ma è ancora a due velocità

Presentato oggi il rapporto 2019 del Politecnico di Milano sulla Sanità Digitale. La spesa delle strutture sanitarie ha segnato nel 2018 una delle migliori crescite di sempre a 1,39 miliardi di euro. Pesa ancora la disponibilità dei servizi a macchia di leopardo in Italia

 

di ALESSANDRO LONGO

21 Maggio 2019

 

Galoppa la spesa delle strutture sanitarie su tecnologie e digitale, più 7 per cento nel 2018 contro il +2 per cento del 2017 (sull'anno precedente). E app e strumenti digitali, WhatsApp in primis, si diffondono tra medici e pazienti. La nota stonata è che manca ancora una governance coesa, nazionale, sulla diffusione del digitale in Sanità e così i servizi disponibili variano troppo da regione a regione.

 

Solo i cittadini fortunati possono avere la comodità di un fascicolo sanitario elettronico, la possibilità di prenotare visite e ritirare referti online, o godere di un sistema di telemedicina domiciliare (per i pazienti cronici).

 

È il quadro emerso stamattina dal rapporto 2019 dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano. E fotografa, com'è normale, la situazione del 2018. Sulla governance, in realtà, cominciano a vedersi quest'anno i primi passi avanti (dopo i tentativi falliti nella scorsa legislatura), come emerso la scorsa settimana a ForumPa, dove l'Agenzia per l'Italia Digitale è emersa con un ruolo di pivot, tra il ministero dell'economia e finanze e quello della Salute, per costruire un quadro organico nazionale delle misure di Sanità digitale. E così risolvere i ritardi che gravano su alcune regioni (tipicamente del Sud).

 

Intanto la notizia principale del 2018 è che la spesa ha toccato 1,39 miliardi di euro, una delle migliori crescite di sempre. Le strutture sanitarie sostengono la quota più rilevante della spesa, con investimenti pari a 970 milioni di euro (+9% rispetto al 2017), seguite dalle Regioni con 330 milioni di euro (+3%), dai medici di medicina generale con 75,5 milioni (+4%), pari in media a 1.606 euro per medico e dal Ministero per la Salute con 16,9 milioni di euro (contro i 16,7 milioni nel 2017). I sistemi dipartimentali e la Cartella Clinica Elettronica sono gli ambiti di innovazione digitale che raccolgono i budget più elevati, rispettivamente 97 e 50 milioni di euro, e sono considerati prioritari dalle strutture sanitarie (indicati rispettivamente dal 50% e dal 58% delle aziende), mentre inizia a prendere piede l'Intelligenza Artificiale, con circa 7 milioni di euro di risorse stanziate e il 20% dei Direttori sanitari che la ritiene rilevante.

 

Il digitale si diffonde nelle pratiche comuni dei medici: l'85% dei medici di medicina generale e l'81% dei medici specialisti utilizza la mail per inviare comunicazioni ai pazienti, mentre WhatsApp è usato dal 64% dei primi e dal 57% dei secondi per fissare, spostare appuntamenti e per condividere documenti o informazioni cliniche.

Quanto ai pazienti, non va così bene. Solo il 23% prenota online una visita specialistica e appena il 19% effettua il pagamento sul web. "Pur limitato, l'accesso ai servizi digitali dei cittadini è aumentato significativamente nell'ultimo anno", notano dall'osservatorio.

 

Oltre quattro cittadini su dieci (41%) usano App di coaching o dispositivi wearable per tenere sotto controllo la propria salute e migliorare il proprio stile di vita e lo smart watch, in particolare, è lo strumento che ha registrato l'incremento più significativo (dall'8% a circa un cittadino su tre).

 

"La crescita della spesa per l'innovazione digitale in Sanità è un segnale confortante che conferma il ruolo strategico del digitale per innovare i processi del sistema sanitario - afferma Mariano Corso, Responsabile scientifico dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità -. Il digitale sta modificando tutte le fasi della presa in carico del paziente, dalla prevenzione alla cura, fino al post-ricovero, attraverso strumenti come la Cartella Clinica Elettronica, la Telemedicina, l'Intelligenza Artificiale e le Terapie Digitali. Ma per sfruttarne appieno le opportunità bisogna ripensare l'organizzazione e la governance del sistema, sviluppare le competenze del personale e rivedere la relazione fra operatori e pazienti in modo da mettere il cittadino al centro dei processi di prevenzione e cura e consentire un migliore e più rapido accesso alle informazioni e ai servizi sanitari".

 

Sui temi di governance l'Agenzia per l'Italia Digitale sta costruendo un tavolo con tutti gli stakeholder, per giugno-luglio, per uniformare i servizi di "connected care" (telemedicina, continuità assistenziale con il digitale) in Italia.

 

(La Repubblica)