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L’Ocse rialza le stime del pil ma salgono debito e disoccupazione

Crescita prevista piatta nel 2019 contro il -0,2% della stima precedente. «Ma la spesa sociale dev’essere più equa»

 

Pubblicato il 21/05/2019

Ultima modifica il 21/05/2019 alle ore 11:50

 

L’Ocse rivede al rialzo le stime del pil italiano, che restano però più basse rispetto alle previsioni delle altre maggiori istituzioni e del Governo. Nell’Economic Outlook semestrale, l’Organizzazione prevede il pil del 2019 piatto contro il calo dello 0,2% indicato a marzo e dopo +0,7% nel 2018, seguita da un’espansione dello 0,6% nel 2020 (contro +0,5% della stima precedente).

 

Il deficit/pil è pronosticato al 2,4% quest’anno e al 2,9% il prossimo, dopo le misure di spesa sociale, cioè il reddito di cittadinanza e quota 100. Il rapporto tra debito e Pil dovrebbe salire al 134,1% dal 132,2% del 2018 per poi toccare il 135,5% «a causa della bassa crescita, dell’aumento dei costi per gli interessi e del maggiore deficit».

 

L’Ocse presuppone che il Governo attuerà solo circa metà del previsto aumento dell’Iva nel 2020, che ammonta all’1,3% del pil in totale. Tra gli altri dati spicca l’incremento della disoccupazione dal 10,6% del 2018, all’11,7% atteso quest’anno fino al 12,3% del prossimo. Inoltre, «l’elevato debito pubblico rende l’Italia vulnerabile ai cambiamenti dei tassi d’interesse», ammonisce il rapporto.

 

La spesa pubblica deve diventare più efficiente e mirata, con un passaggio che sembra bocciare la proposta di flat tax, riferito a «un sistema di tassazione dei redditi personali» che deve essere «più giusto e progressivo». Il forte aumento della spesa sociale «contribuirà ad alleviare la povertà», ma la spesa «deve essere equa a livello inter-generazionale», sottolinea inoltre l’Ocse.

 

(La Stampa)