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Pil, per l'Ocse quest'anno sarà crescita zero

L'organizzazione parigina ha rivisto lievemente al rialzo le previsioni dell'Italia,che a marzo indicavano una recessione dello 0,2%, ma invita a "ricalibrare" alcune misure del governo, come il reddito di cittadinanza. Sale deficit/Pil: il prossimo anno al 135%

 

L'Ocse ha rivisto lievemente al rialzo le previsioni sul Pil dell'Italia, per cui adesso indica una crescita zero quest'anno, cui dovrebbe seguire un più 0,6 per cento nel 2020. Ma invita a "ricalibrare" alcune misure del governo, come il reddito di cittadinanza.

Le cifre sono contenute nel capitolo sulla penisola dell'Economic Outlook e si raffrontano con quelle dello scorso 6 marzo, quando l'organizzazione parigina destò scalpore prevedendo una recessione dello 0,2 per cento sul 2019, mentre sul 2020 indicava un più 0,5 per cento.

"La crescita a rilento dell'occupazione e l'aumento del tasso di risparmio stanno frenando i consumi - afferma l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - mentre la debolezza della domanda esterna e le tensioni commerciali internazionali stanno danneggiando le esportazioni".

Nello studio, l'Ocse prevede che il tasso di disoccupazione risalga all'11,7% per cento quest'anno, dal 10,6 per cento del 2018, e poi al 12,3 per cento nel 2020.

L'Ocse raccomanda all'Italia di "ricalibrare" il reddito di cittadinanza in maniera tale da incentivare il lavoro, così come di creare un sistema di benefici a favore dei lavoratori a basso reddito. Inoltre rileva come "il salario minimo di cui si discute, dovrà essere stabilito ad un livello che non danneggi l'occupazione regolare".

Più in generale, secondo l'Ocse "gli ampli aumenti della spesa sociale aiuteranno a ridurre la povertà. La spesa sociale - si legge - dovrebbe risultare equa a livello intergenerazionale, promuovendo al tempo stesso la crescita dell'occupazione, specialmente tra giovani e donne".

Infine, l'Ocse prevede aumenti di deficit e debito pubblico: il disavanzo di bilancio raggiungerà quest'anno il 2,4 per cento del Pil, dal 2,1 per cento del 2018, e nel 2020 salirà al 2,9 per cento. Cifre basate sull'ipotesi che "il governo attui solo metà del previsto aumento dell'Iva sul 2020 - precisa l'ente parigino - che vale circa l'1,3 per cento del Pil".

Sempre secondo l'Ocse il debito raggiungerà quest'anno il 134,1 per cento del Pil, dal 132,2 per cento del 2018, mentre nel 2020 toccherà il 135 per cento. "L'elevato rapporto debito-Pil lascia l'Italia vulnerabile ai cambiamenti sui tassi di interesse", si legge. Secondo lo studio bisognerà "disegnare e poi attuare" una spending review con il prossimo bilancio: "contribuirebbe a liberare risorse per programmi pubblici e investimenti". Infine, "migliorare l'osservanza volontaria delle regole sulle tasse e una vigorosa lotta all'evasione porterebbero a maggiore gettito che consentirebbe riduzioni delle aliquote fiscali".

Quanto alla crescita dell'economia dell'Eurozona, essa dovrebbe rimanere debole nel 2019, a causa di una scarsa fiducia delle società, che pesa sugli investimenti e di una domanda estera ancora fiacca. L'Ocse ha però rivisto al rialzo la sua stima sulla crescita dell'area euro nel 2019 all'1,2% a/a, dall'1% delle stime ad interim di marzo. Nel 2020 la crescita attesa è dell'1,4% a/a.

Un modesto supporto alla crescita arriverà dai consumi privati, spiegano gli economisti Ocse, sostenuti da un mercato del lavoro solido, con un calo della disoccupazione e un modesto aumento dei salari. La politica monetaria "dovrebbe rimanere molto accomodante" e anche "la politica fiscale dovrebbe essere leggermente espansionistica". In particolare, secondo l'Ocse, ritardare la normalizzazione della politica monetaria è stata una mossa "appropriata". I singoli Paesi "dovrebbero realizzare riforme strutturali", mentre gli Stati con un basso debito pubblico "dovrebbero aumentare gli investimenti, un fatto che genererebbe ricadute positive nel resto dell'Unione".

 

21/05/2019 11:02

(Italia Oggi)