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Boccia: "Calmierare i toni, il linguaggio fa aumentare lo spread". Di Maio: "Si governa solo con dialogo"

Il presidente di Confindustria all'assemblea nazionale: "Paese senza slancio, serve patto governo-opposizioni"

 

22 Maggio 2019

 

MILANO - Di fronte a un Paese "senza slancio" governo e opposizione devono collaborare in materia di politica economica. È il messaggio rivolto dal presidente di Confindustria all'assemblea annuale dell'associazione che a margine ha auspicato da parte delle forze di governo una maggior prudenza nei toni: "Con il linguaggio facciamo aumentare lo spread che è una delle tasse indirette che il paese paga, evidentemente calmierare il linguaggio calmiera non solo i toni in una logica di confronto con ma anche le percezioni del paese rispetto al mondo esterno".

 

"Il Paese non riparte con lo slancio dovuto, necessario, che è alla nostra portata, che ci meritiamo", ha avvertito Boccia, intervenendo in assemblea. "Per rimetterci a correre - ha detto - sarà utile liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia, che evocano negatività, che peggiorano il clima". "Le parole di chi Governa non sono mai neutre, influenzano le decisioni di investitori, imprenditori, famiglie", ha aggiunto. "Le parole che producono sfiducia sono contro l'interesse nazionale".

Patto governo-opposizioni

"Confindustria propone al Governo e alle opposizioni di collaborare tutti insieme" per "una politica economica basata su realismo e pragmatismo, guidata dalla visione" ha auspicato Boccia. "Possiamo evitare un autunno freddissimo per la nostra economia se costruiamo un programma serrato che faccia mutare la percezione sull'immobilità dell'Italia". Serve "un progetto che sia un vero e proprio atto di generosità da dedicare ai ragazzi che vogliono e hanno diritto di vivere e lavorare in Italia per il futuro di tutti noi".

 

"Manovra da 32 miliardi, non ci sono scelte indolori"

Davanti, ha ricordato Boccia, c'è infatti lo scoglio della prossima Legge di Bilancio. Si prospetta una manovra da almeno 32 miliardi e le scelte non saranno "semplici o indolori", ha rimarcato. "Se l'Italia volesse rispettare alla lettera le regole europee previste dal patto di stabilità e crescita dovrebbe fare una manovra strutturale per il 2020 da almeno 32 miliardi di euro: una manovra imponente con effetti recessivi". "Dobbiamo dirci con franchezza che non ci sono scelte semplici o indolori con la prossima legge di bilancio.

 

"Basta promesse irrealizzabili"

Il presidente degli industriali ha quindi auspicato che il governo resti ancorato nei propri propositi a quanto è possibile fare con le risorse esistenti. "Occorre smettere di dividersi su promesse che non si possono mantenere e concentrarci tutti sulle cose da fare, che sono tante e impegnative, ha detto.

Conte: "Nel Def + 0,2% prudente"

Il presidente del Consiglio Conte si è invece detto ottmista sulle prospettive economiche del Paese, nel giorno in cui l'Istat ha ipotizzato una crescita dello 0,3% a fine anno. "Nel nostro Def abbiamo stimato una crescita prudenziale dello 0,2% ma siamo ferocemente determinati a superare questo livello", ha detto il premier Conte nel suo intervento. "Siamo fiduciosi che i provvedimenti consentiranno alla nostra economia di poter crescere è siamo convinti che possiamo farcela".

 

Quanto alla dialettica con l'Europa, ha sottolineato Conte, "occorre invertire con urgenza gli indirizzi della governance europea che ha sostenuto politiche del rigore, con effetti devastanti sul piano sociale". Per Conte serve una revisione "delle forme e degli istituti che hanno caratterizzato negli ultimi 30 anni il progetto dell'integrazione. Serve una conversione".

 

Di Maio: "Si governa solo con dialogo"

"La nostra sfida più grande risiede nella contaminazione delle idee, nel dialogo costante e a volte nel compromesso, perché la realtà ci insegna ogni giorno in modo chiaro e semplice che senza confronto e dialogo questo Paese non lo possiamo governare", ha detto invece il vicepremier Luigi Di Maio intervenendo poco dopo. "Rigore e crescita devono continuare a essere compatibili ribaltando la scala gerarchica" che attualmente ne regola il rapporto ha poi proseguito aggiungendo che "la riduzione del debito pubblico deve avvenire attraverso gli investimenti e non attraverso tagli lineari".

 

Di Maio ha quindi chiarito che "Un no assoluto e pregiudizievole non è nelle mie corde né per le infrastrutture, né per il mantenimento in funzione di un impianto, né per accordi commerciali". Quanto all'Europa, ha detto, "lavoreremo per dare all'Italia una carica di Commissario Ue in settori come industria, imprenditoria, commercio, mercato interno, perché l'Italia deve riappropriarsi di un ruolo che ci consenta di orientare la politica industriale europea".

 

(La Repubblica)