News

Osservatorio Cottarelli, ecco la classifica dei comuni più virtuosi ed efficienti

Pisa al primo posto seguita da Parma e Padova. Lo studio che si basa su "fabbisogni standard", calcolati tenendo conto della dimensione del territorio, della popolazione, della situazione finanziaria caso per caso. Le due maggiori città si trovano a metà classifica: Milano al 29esimo posto, Roma al 31esimo

 

di EUGENIO OCCORSIO

22 Maggio 2019

 

ROMA - Pisa è il Comune più virtuoso ed efficiente d'Italia, almeno dal punto di vista finanziario. Vince con gran vantaggio: il suo indicatore di efficienza è pari a 139,50 punti, il secondo - Parma - totalizza 85,31 punti, il terzo - Padova - 71,92. Seguono in classifica Piacenza (71,31 punti), Cesena (61,38), Reggio Emilia (61,26). In zona retrocessione invece troviamo il Comune di Foggia (indicatore negativo per 69,14 punti), appena preceduto da Brindisi (-68,27) e Napoli (-57,93).

 

Non è un'esercitazione fine a se stessa questa dell'Osservatorio sui Conti pubblici dell'Università Cattolica di Milano: "Siamo in un momento molto importante per i bilanci comunali, che ai sensi di una serie di riforme della finanza locale (si cominciò con la "Calderoli" nel 2009 per poi proseguire con una legge del 2012 che ha cominciato a essere implementata nel 2015 - ndr) devono rivalutare le rispettive esigenze e soprattutto introdurre i "fabbisogni standard" al posto di quelli "storici" per calcolare trasferimenti statali e capacità fiscale, il tutto nel quadro della generale revisione delle autonomie locali che è in corso", spiega Carlo Cottarelli, che dell'Osservatorio è il direttore. "Nel definire i trasferimenti si cerca di superare il concetto di spesa storica che cristallizza le inefficienze di gestione. Con quest'analisi riteniamo di aver dato un contributo al processo di chiarezza e trasparenza, finalizzato a evitare sprechi e diseconomie". I "fabbisogni standard" sono stati calcolati tenendo conto della dimensione del territorio, della popolazione, della situazione finanziaria caso per caso.

 

La classifica riguarda i 52 Comuni, nonché capoluogo di provincia, con più 80 mila abitanti nelle regioni a statuto ordinario (l'Osservatorio pubblicherà nei prossimi giorni le classifiche complete). "Per redigerla abbiamo rielaborato i dati raccolti dalla Sose Spa, una società creata dal Mef e dalla Banca d'Italia per organizzare e trasformare in conoscenze utili le informazioni sulla finanza locale, e resi disponibili sul portale Opencivitas.it", spiega Alessandro Banfi, il ricercatore dell'Osservatorio che ha curato lo studio. "Il nostro contributo è stato quello di ricavare l'indicatore complessivo di efficienza, con cui abbiamo stilato la classifica". Sono stati sistematizzati e messi a confronto due parametri, l'indicatore di spesa e quello di offerta di servizi. "L'indicatore di efficienza che abbiamo ricavato deriva dalla sottrazione di quello di spesa da quello di offerta, dalla differenza fra i due insomma. Se è positivo, indica naturalmente una migliore efficienza". Per calcolare il livello generale della spesa per servizi è stata redatta, basandosi sempre sulle metodologie della Sose, una tabella con sei voci, pari alle attività di ogni Comune: la più rilevate (25,9% del budget) è lo smaltimento dei rifiuti, seguito dal funzionamento degli uffici amministrativi (20,75%), dall'istruzione pubblica (che vale il 17,90% in media delle finanze comunali), dalle attività sociali (14,26%), quelle inerenti viabilità e territorio (14,05%) e quelle di polizia locale (7,16%).

 

Sul fronte dell'offerta di servizi, invece, è stata effettuata un'analisi quantitativa capillare, con parametri quali la raccolta differenziata in percentuale sul totale dei rifiuti urbani trattati, il numero dei bambini nelle scuole compresi eventualmente quelli bisognosi di assistenza speciale nonché il numero dei complessi scolastici disponibili, fino a micro-output come le sanzioni elevate dalla polizia municipale, i fermi e sequestri amministrativi, la rimozione dei veicoli. Per conseguire tutti questi dati, la Sose ha distribuito capillari schede da compilare in ognuno dei 6.664 Comuni italiani attivi al 2016, un lavoro che ha richiesto molti anni. "Noi abbiamo integrato quest'analisi - spiega Banfi - tenendo conto sia dei livelli di spesa che delle quantità di servizi offerti. E' naturale che se un Comune spende molto per essere considerato efficiente deve offrire servizi adeguati".

 

Il Comune in vetta alla classifica, Pisa, è primo perché con una spesa non molto superiore allo standard riesce a offrire servizi in quantità più ampia rispetto alla media per una città di quelle dimensioni. "Fra i parametri - commenta Michele Conti, sindaco leghista della città della Torre - vorremmo che fosse inserita anche la trasparenza e la partecipazione che mettiamo nel rapporto con i cittadini, dalle sedute del consiglio comunale tutte in streaming fino ad assemblee pubbliche come quella che c'è stata la settimana scorsa sul progetto di un nuovo stadio". Conti ci tiene a puntualizzare: "Il nostro Comune gode ancora della lungimiranza parsimoniosa di Sergio Cortopassi che è stato sindaco socialista all'inizio degli anni '90 e successivamente è stato assessore al Bilancio".

 

Le due maggiori città si trovano a metà classifica: Milano al 29° posto con un indicatore di efficienza solo lievemente negativo (-2,81) e Roma al 31° con un punteggio di -3,32. "La composizione dei punteggi racconta storie differenti", puntualizza Banfi. "Mentre il capoluogo lombardo offre servizi di livello decisamente più alto, circa il 20% superiore alla media, ma a costi un po' più elevati, Roma tende a offrire un livello di servizi decisamente più basso, ma caratterizzato da costi più bassi". Nella parte bassa della classifica, il piazzamento in coda di Foggia si spiega con un livello di servizi inferiore per il 70% agli altri Comuni della stessa fascia di popolazione. Una situazione di poco migliore per gli altri Comuni che incontriamo via via che si sale nella classifica. "Tutto questo - chiarisce Banfi - dovrebbe essere considerato un punto di partenza per giungere a conclusioni più complete sull'efficienza dei singoli Comuni e quindi valutare la compatibilità fiscale di richieste allo Stato, riscossioni in proprio, investimenti. Oltre che, l'aspetto più importante, pianificare l'attività futura in modo responsabile".

Le performance dei Comuni

PISA

139,5

PARMA

85,31

PADOVA

71,92

PIACENZA

71,31

CESENA

61,38

REGGIO NELL'EMILIA

61,26

PRATO

57,86

BOLOGNA

56,71

TREVISO

55,78

BERGAMO

51,12

PISTOIA

50,56

VICENZA

49,3

AREZZO

45,04

FORLI'*

44,72

LUCCA

38,58

PERUGIA

37,71

COMO

34,06

PESARO*

27,59

MODENA

25,25

VENEZIA

22,25

FIRENZE

22,05

RIMINI

13,48

RAVENNA

11,63

PESCARA

9,67

LA SPEZIA

8,15

LIVORNO

6,4

NOVARA

1

BRESCIA

-2,67

MILANO

-2,81

ANDRIA

-3,2

ROMA CAPITALE

-3,32

VERONA

-7,19

ANCONA

-9,37

MONZA

-11,16

LATINA*

-14,08

GENOVA

-15,98

VARESE

-17,91

FERRARA

-18,91

TERNI

-19,23

TORINO

-21,75

LECCE

-22,76

CATANZARO

-23,94

ALESSANDRIA

-23,98

GROSSETO

-29,3

BARLETTA**

-33,27

REGGIO DI CALABRIA

-40,94

SALERNO**

-41,1

BARI

-48,2

TARANTO

-53,3

NAPOLI

-57,93

BRINDISI

-68,27

FOGGIA

-69,14

 

(La Repubblica)