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Borse alla finestra in attesa di sviluppi tra Usa e Cina. Sterlina ai minimi da gennaio

Seduta incolore per la Borsa di Tokyo, con il Nikkei che ha chiuso piatto. Londra torna sotto i riflettori per il nuovo piano di Theresa May su Brexit

 

di RAFFAELE RICCIARDI

22 Maggio 2019

 

MILANO - Seduta debole sui mercati in attesa di novità dal braccio di ferro commerciale e tecnologico tra Cina e Stati Uniti, dopo il piccolo rimbalzo della vigilia che ha fatto seguito a un difficile avvio di settimana.

 

I listini europei sono incerti, in una giornata scarica dal punto di vista macroeconomico nella quale si torna anche a ragionare di Brexit, visto che il piano di Theresa May per ottenere un "sì" al suo accordo sembra nuovamente destinato a fallire. Non a caso, se prima la sterlina si era rafforzata si è poi via via riportata ai livelli di partenza con l'emergere dello scetticismo politico intorno a questo nuovo tentativo. Milano termina in maglia nera con un calo dello 0,61% con il settore bancario in affanno. Occhi su Generali, che secondo Bloomberg punterebbe all'espansione in centro Europa e potrebbe rilevare gli asset di MetLife. Balzo per la Juventus in caccia del nuovo allenatore per il post-Allegri. Le altre Piazze europee ter,minano contrastate: Londra sale dello 0,07%, Francoforte dello 0,21% e Parigi scende dello 0,12%. Anche Wall Street tratta debole dopo il recupero della vigilia: quando chiudono le contrattazioni europee, l'indice Dow Jones cede lo 0,2%, lo S&P500 lo 0,3% e il Nasdaq lo 0,3%.

 

La Borsa di Tokyo ha chiuso in lieve rialzo sostenuta dal calo dello yen e dal rimbalzo delle Borse europee e di Wall Street, ma condizionata dal perdurare dell'insicurezza legata alle tensioni commerciali tra Usa e Cina. Il Nikkei alla fine ha guadagnato lo 0,05% mentre l'indice Topix ha perso lo 0,26%. Lo yuan nella notte italiana è rimasto stabile sul dollaro, cedendo appena 2 punti base a seguito della parità bilaterale fissata dalla Banca centrale cinese a 6,8992: il renminbi ha fatto segnare uno spot rate di 6,9063 (+0,08%).

 

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi termina la seduta stabile a 271 punti, con rendimento al 2,63%. Chiusura debole per l'euro che termina la sessione nel Vecchio Continente sul filo degli 1,1150 dollari e appena sopra quota 123 yen. A 110,30 si colloca invece il cross tra biglietto verde e valuta nipponica. Le tensioni sulla Brexit continuano intanto a penalizzare la sterlina che passa di mano a 1,2634 contro il dollaro, minimo da gennaio, mentre l'euro raggiunge un massimo da tre mesi a 88,32 pence.

 

Dal fronte macro si registra il netto calo del surplus commerciale giapponese, che ad aprile risente delle tensioni commerciali e del calo di export verso Pechino: il saldo degli scambi commerciali è sceso a 60,4 miliardi di yen (480 milioni di euro), contro un surplus di 620,9 miliardi di yen un anno prima. L'Istat ha pubblicato le sue previsioni per l'economia italiana dicendo di aspettarsi un +0,3% per il Pil nel 2019. L'Ocse ha censito una crescita del Pil nell'area di riferimento dello 0,6% nel primo trimestre del 2019, con l'Italia attardata a +0,2%.

 

Tra le materie prime, il petrolio quotato a New York incrementa i ribassi dopo l'aumento a sorpresa delle scorte americane. Nella settimana conclusa il 17 maggio gli stock sono aumentati di 4,74 milioni di barili, mentre le attese erano per una discesa di 1,4 milioni. Alla chiusura dei mercati europei il Wti perde il 2% circa a 61,9 dollari al barile. Il Brent in rosso dell'1,4% a 71,1 dollari. In timido rialzo l'oro che segna 1.275 dollari l'oncia.

 

(La Repubblica)