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L’Istat taglia le stime della crescita: “Dal reddito di cittadinanza una limitata spinta ai consumi”

Previsto un aumento del Pil allo 0,3% per il 2019. Pesa il crollo del commercio internazionale. Diminuisce la spesa per gli investimenti

 

Pubblicato il 22/05/2019

Ultima modifica il 22/05/2019 alle ore 14:13

 

Da +1,3% a +0,3%: l’Istat ha tagliato le stime del Pil per quest’anno. Una «forte revisione» delle previsioni di crescita rispetto ai dati rilasciati a novembre, spiega l’Istituto, sottolineando inoltre il «deciso rallentamento» a confronto con l’anno precedente (+0,9%). Si tratta di una stima superiore a quelle contenute nel Def (+0,2%) e nell’ultimo rapporto dell’Ocse (crescita zero) e inferiore a quelle di Bankitalia e Fmi (+0,6%)

 

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Nel 2019, spiega il dossier Istat, il Prodotto interno lordo è atteso decelerare rispetto al 2018 (+0,3%), supportato esclusivamente dalla domanda interna. I consumi delle famiglie, seppure in marginale rallentamento rispetto all’anno precedente, costituiranno la principale componente a sostegno della crescita mentre la spesa per gli investimenti segnerà una decisa decelerazione. La moderazione del commercio mondiale determinerebbe una riduzione del volume di esportazioni e importazioni con un conseguente contributo nullo della domanda estera netta.

 

Nell’anno in corso, inoltre, il processo di ricostituzione dello stock di capitale rallenterebbe in misura significativa. La riduzione coinvolgerebbe sia gli investimenti in macchinari e attrezzature sia quelli in costruzioni. Nel complesso, gli investimenti fissi lordi sono previsti crescere dello 0,3%.

 

L’attuale scenario di previsione è caratterizzato da alcuni rischi al ribasso rappresentati da una ulteriore moderazione del commercio internazionale e da un possibile peggioramento delle condizioni creditizie legato all’aumento dell’incertezza e all’evoluzione negativa degli scenari politici ed economici internazionali.

 

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L’Istat ha poi previsto il 2019 «un moderato incremento dei consumi delle famiglie», sostenuto, «dall’aumento del monte salari e, in misura limitata, dalle misure sul reddito di cittadinanza». Nel dettaglio, nel 2019 in Italia la spesa delle famiglie è «prevista crescere a un tasso simile a quello del 2018 (+0,5% rispetto a +0,6%)». E aggiunge: «In presenza di un miglioramento del potere di acquisto, l’attuale fase di incertezza porterebbe le famiglie ad assumere comportamenti precauzionali, determinando un aumento della propensione al risparmio».

 

(La Stampa)