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Cardani (AgCom): "Dai colossi di Internet un rischio di posizione dominante"

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Il presidente dell'Autorità nella sua ultima Relazione annuale alle Camere: la raccolta delle piattaforme digitali "si avvia a valicare la soglia dei 3 miliardi". Lo Stato ha incamerato 9,5 miliardi in 7 anni dalla gestione delle frequenze

 

di ALDO FONTANAROSA

11 Luglio 2019

 

ROMA - I colossi mondiali di Internet crescono senza freno, con entrate pubblicitarie che si moltiplicano a ritmo esponenziale. Angelo Cardani - nella sua ultima Relazione alle Camere come presidente dell'AgCom - sottolinea che le piattaforme digitali aumentano "i loro ricavi a doppia cifra da molti anni avviandosi a valicare, in termini di valore, i 3 miliardi di euro".

 

C'è il rischio - avverte allora Cardani - "che si determinino posizioni dominanti sul mercato pubblicitario, anche riguardo alle modalità di raccolta, alle asimmetrie con gli altri protagonisti del mercato, ai possibili nuovi usi dei dati di audience e diffusione, nonché all'utilizzo dei big data da parte di questi soggetti". Sulla pubblicità online per Cardani sono "maturati i presupposti per l'avvio di una analisi del mercato".

 

Non è un caso dunque se gli altri settori sono in difficoltà: "Nelle telecomunicazioni tra il 2011 e il 2018 si sono persi circa un quarto dei ricavi. Nello stesso periodo, nel settore media il trend fortemente negativo dei ricavi pubblicitari ha trascinato in rosso i conti della tv in chiaro (-13% il valore economico del settore)".

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"Il settore editoriale ha proseguito una fase di vero e proprio declino strutturale con un calo generalizzato di valore economico (-40%), investimenti, occupazione, ricavi", sottolinea Cardani. Un indicatore economico in crescita, "riguarda il mercato della raccolta della pubblicità online, le cui risorse sono passate dai 1407 milioni del 2011 agli oltre 2700 milioni del 2018 (+93%)".

 

Lo Stato è spettatore interessato di questi processi, anche in ragione delle entrate che ricava dal settore. Ricavi che - per effetto delle gestione delle frequenze per i cellulari, ad esempio - sono stati di assoluto interesse: "Dalla gestione delle frequenze affidata all'AgCom - calcola Cardani - allo Stato è andato un introito di 9,5 miliardi in sette anni".

 

"Oltre 6,5 dei miliardi derivano dalla gara conclusa a settembre per l'assegnazione di tutte le bande pioniere per lo sviluppo del 5G, che ha costituito un caso di successo unico in Europa".

 

Cardani stila un bilancio di tutti i 7 anni della sua presidenza. E tra i principali successi indica le maggiori tutele che l'AgCom ha garantito ai consumatori, a fronte del marketing aggressivo delle imprese.

 

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L'Autorità, più in dettaglio, ha assicurato:

- "una crescente spinta alla trasparenza tariffaria (da ultimo con la vicenda della cosiddetta fatturazione a 28 giorni);

- maggiori garanzie contrattuali per il consumatore, dalla completezza delle informazioni alle modifiche unilaterali dei contratti, dall'esercizio del diritto di recesso, alla disciplina delle modalità di dismissione o trasferimento dell'utenza;

- il contrasto alle pratiche di attivazione inconsapevoli di servizi premium, confluita in un Codice di autoregolamentazione appena varato".

 

In questi anni, le abitudini delle persone e delle aziende si sono capovolte: "Nel 2013 gli introiti degli operatori tlc derivanti dai servizi voce risultavano superiori a quelli derivanti da servizi dati di circa 3,6 miliardi".

 

"Nel 2018 tale differenza, dopo il sorpasso avvenuto nel 2016, si è completamente ribaltata, per cui oggi sono i ricavi da servizi dati che superano di circa 3,7 miliardi di euro quelli derivanti dai servizi voce. Tuttavia, nel 2018, per la prima volta, i ricavi relativi ai servizi di connettività dati non crescono e anzi mostrano, anche se in misura marginale, un leggero arretramento".

 

Nel settore della telefonia e di Internet, una concorrenza pressoché perfetta si è realizzata (soprattutto nel settore dei cellulari). In questi ambiti, "Tim è il primo operatore mobile con il 34,5% dei ricavi, seguono Vodafone (30,5%) e infine Wind Tre (29,8%), che sembra avere maggiormente sofferto della concorrenza del nuovo entrante". Iliad ha una quota dello 0,8%.

 

Cardani assicura che l'AgCom ha lavorato efficacemente come sentinella della par condicio. Il pluralismo informativo è stato garantito, e non solo nei periodi pre-elettorali. L'Autorità è riuscita nel suo obiettivo, pur avendo privilegiato le buone maniere, la "persuasione" delle emittenti, senza ricorrere necessariamente alle multe. Utile alleato nel garantire un'informazione politica più completa - insiste Cardani - è stata Radio Radicale.

 

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Rilevante è anche il Regolamento che limiterà l'utilizzo delle parole di odio e di discriminazione, nei programmi di informazione come di intrattenimento.

 

L'AgCom ha protetto infine il diritto d'autore in Rete grazie a un suo Regolamento che rappresenta ormai un "punto di riferimento in Europa. Abbiamo ideato un modello innovativo di regolamentazione che privilegia il contrasto alle violazioni del diritto d’autore sistematiche e massive, senza mai toccare l’utente finale e sempre agendo su denuncia di terzi".

 

(La Repubblica)