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Borse incerte con le minacce di Trump alla Cina. Fmi: "Italia ancora vulnerabile"

I listini europei chiudono in calo dopo che il presidente americano ha allontanato l'ipotesi di accordo con Pechino prospettando nuove restrizioni. Spread in rialzo a 190 punti

 

17 Luglio 2019

 

MILANO - Le Borse europee chiudono deboli, scontando l'incertezza che aleggia sui listini americani appesantiti a loro volta dalla nuova minaccia alla Cina di Trump, che ha ipotizzato l'introduzione di nuovi dazi contro Pechino.

 

Nel Vecchio Continente, Milano peggiora sul finale e cede lo 0,56%. In rosso il comparto finanziario, complice il leggero allargamento del differenziale Btp-Bund, ma ci sono anche singoli casi di forti vendite, in particolar modo Tenaris (-3,83%), Pirelli (-3,42%) e Saipem (-2,71%). In rosso, in linea con Piazza Affari, anche le altre: Londra ha perso lo 0,55% finale, Francoforte lo 0,72% e Parigi lo 0,76%. In mattinata Tokyo aveva lasciato sul terreno lo 0,31%. Alla chiusura delle Borse Ue, avanza incerta Wall Street: Il Dow Jones cede lo 0,2% e il Nasdaq lo 0,1%

 

Chiude stabile l'euro dopo una seduta poco mossa. La moneta unica passa di mano a 1,1225 nei confronti del dollaro. Sulla valuta nipponica, la divisa europea viene scambiata a 121,32. Dollaro/yen a 108,06.

 

In lieve rialzo lo spread, con il differenziale che sale a 188 punti a fine seduta con il rendimento del titolo decennale italiano all'1,59%. Il calo delle ultime settimane però non dovrebbe spingere ad abbassare la guardia, visto che il Fondo Monetario ha ricordato oggi che l'Italia resta vulnerabile alla volatilità di mercato nonostante la politica monetaria della Bce. Volatilità che - secondo l'Fmi - è legata alle necessità di rifinanziamento e a potenziali condizioni più stringenti di credito dovute agli ancora elevati stock di NPL nel settore bancario.

 

Tra i dati macro attesi in giornata, l'Istat ha segnalato un rimbalzo per fatturato e ordinativi dell'industria a maggio. Eurostat ha diffuso le nuove stime sull'inflazione nell'area euro: lo scorso giugno il tasso medio d'inflazione su base annua nei 19 Paesi dell'Eurozona è salito all'1,3% contro l'1,2% di maggio.

 

Giornata volatile per il petrolio, che a New York ha cambiato direzione passando in territorio negativo. Alla chiusura dei mercati europei, il contratto ad agosto scivola dello 0,5% a 57,33 dollari al barile. A pesare è il calo inferiore alle stime delle scorte americane di greggio, scese tuttavia per la quinta settimana di fila. Prima del dato un barile di Wti veniva scambiato per 57,83 dollari. In rialzo l'oro spot che sale dell'1,1% alla chiusura della giornata europea.

 

(La Repubblica)